MALAPOLITICA
Il GIP del Tribunale di S.Maria C.V. ha sottoposto a sequestro preventivo palazzo Mariotti, sito in via Mazzocchi angolo via Togliatti. Il provvedimento sarebbe scaturito, a quanto pare, dai risultati dell’indagine espletata al riguardo, nel corso della quale sarebbe emerso che il committente dei lavori di demolizione del citato edificio (un’impresa edile dell’agro-aversano) e lo stesso Direttore tecnico avrebbero travalicato i limiti consentiti dal permesso di costruire senza la prescritta autorizzazione della Soprintendenza per i beni archeologici e paesaggistici di Caserta.
I reati ipotizzati sono “danneggiamento al patrimonio storico” e “abusivismo edilizio” per aver eseguito lavori in difformità dal permesso a costruire.
La storia di Palazzo Mariotti è iniziata circa due anni fa quando, durante le elezioni amministrative, le forze politiche in competizione assumevano tutte ( senza alcuna eccezione) posizioni dure ed intransigenti rispetto all’ipotesi di demolizione della struttura e alla sua sostituzione con altri palazzoni alveari di cui la città non avverte il bisogno.
Durante questi due anni ( dal 2007) i Vigili del fuoco e la Soprintendenza archeologica e ai beni artistici e storici (che aveva definito il fabbricato di interesse storico). sono stati più volti chiamati in causa fino al rilascio della concessione edilizia. La lunga e controversa vicenda avrebbe consigliato ad un’Amministrazione scrupolosa quantomeno un’attenzione diligente al rispetto della legalità, nonché un rigoroso controllo dei termini e limiti imposti alla costruzione. Invece, in quelle zone, i nostri solerti Vigili Urbani hanno elevato, in questo lasso di tempo trascorso, molteplici multe agli autoveicoli in sosta vietata, ma non si sono mai accorti (miracolo) che l’intera facciata del palazzo da “ristrutturare” era stata abbattuta. Chi ce la ricostruirà?
Secondo quanto disposto dall'articolo 4 della Legge 47 del 28 febbraio 1985 il Sindaco esercita la vigilanza sull'attività urbanistico edilizia nel territorio comunale per assicurarne la rispondenza alle norme di legge e di regolamento, alle prescrizioni degli strumenti urbanistici ed alle modalità esecutive fissate nella concessione . Un Sindaco che si rispetti, inoltre, nomina anche il Responsabile della procedura tecnica per la repressione degli abusi e/o il loro sanzionamento. Non mi sovvengono, ora, le generalità del preposto nella nostra città.
A quasi tutte le prestazioni d’opera del panorama lavorativo nazionale e, probabilmente, internazionale, viene richiesto un esercizio impegnativo della responsabilità al punto che i comportamenti ritenuti non adeguati vengono sanzionati.
Solo la politica sembra immune da tale incombenza.
La Commissione parlamentare antimafia, nel corso della XI legislatura, ha cercato di risolvere questa disparità . Leggiamo cosa dice: "La responsabilità penale è accertata dalla Magistratura, quella politica, invece, si caratterizza per un giudizio di incompatibilità tra una persona che riveste funzioni politiche e la carica ricoperta , sulla base di determinati fatti, rigorosamente accertati, che non necessariamente costituiscono reato, ma che tuttavia sono ritenuti tali da indurre a quel giudizio di incompatibilità.
SAREBBE OPPORTUNO RICORDARE A CHI HA FATTO DELL’ IMPEGNO POLITICO IL SUO “MESTIERE” CHE IL SOGGETTO PRIMARIO DELLA POLITICA E’ LA SOCIETA’ CIVILE IN TUTTE LE SUE ARTICOLAZIONI.
Paragonare la politica ad un qualsiasi lavoro significa commisurare la prestazione che i nostri Amministratori forniscono al loro livello di retribuzione ( che, nella circostanza, dovrebbe essere pressoché zero defalcato l’importo dei danni arrecati.). L’unica tipologia di contratto di lavoro ammessa in politica dovrebbe essere quella a tempo determinato. Un CO.CO.PRO. va più che bene!
Gli spazi per i mestieranti della politica credo si siano, ormai, esauriti.
La politica non può più essere il “juke-box” gettonabile da chiunque non abbia le capacità di costruirsi un mestiere.
Gerardo D’Amore 18/10/09