Ottantre imputati, 64 avvocati impegnati nel procedimento e 34 costituzione di parti offese nel processo a carico de gli affiliati al clan di Giuseppe Setola che lo hanno aiutato ad essere latitante . Queste sono soltanto alcune cifre del procedimento penale che si svolge davbanti al giudice di indagini preliminari del tribunale di Napoli Luisa Toscano . Ma vi è un altrettanto pool di magistrati ben otto che sono stati coadiuvati dal procuratore aggiunto della direzione distrettuale antimafia di Napoli Fabrizio Cafiero De Raho che si è avvalso della collaborazione di Francesco Curcio, Cesare Sirignano , Catello Maresca , Alessandro Milita , Giovanni Conso, Raffaello Falcone, Marco Del gaudio, Antonio Ardituro. Ieri mattina in aula si respirava un’aria di Spartacus 1 con un appello che ha fatto ricordare un po i processi che si sono celebrati nell’ultimo anno nell’aula ticino di Poggioraele. Gli imputati devono rispondere del reato di associazione camorristica perché partecipavano tutti al gruppo camorrista facente capo alla famiglia BIDOGNETTI, Francesco Bidognetti quale leader storico ancora riconosciuto quale capo indiscusso e pienamente operante dal carcere ove è detenuto in regime di 41 bis ord. pen., attraverso le direttive inviate sul territorio durante i colloqui, per il tramite del fratello BIDOGNETTI Michele, del genero LUBELLO Giovanni, e - fino al momento della sua collaborazione con la giustizia - della convivente CARRINO Anna (per la quale si è proceduto separatamente); SETOLA Giuseppe, CIRILLO Alessandro, LETIZIA Giovanni, DI CATERINO Emilie, ALFIERO MASSIMO, BIDOGNETTI Michele, GRANATO Davide e BIDOGNETTI Gianluca con il ruolo di capi e organizzatori operanti sul territorio - alternandosi fra loro o congiuntamente in relazione ai diversi periodi di detenzione e di latitanza -, gli ALTRI con compiti imperativi nel settore delle estorsioni, del traffico di sostanze stupefacenti, della custodia di armi e di autovetture di provenienza illecita, del reperimento di utenze :ellulari da dare in uso agli affiliati, nonché degli omicidi eseguiti per mantenere il controllo dell'area casertana, al fine del compimento di attività delittuose. In particolare, poi, dall'aprile 2008 si rendevano protagonisti della strategia voluta dal clan e diretta da SETOLA Giuseppe, volta a seminare il terrore sul territorio, attraverso l'uccisione di imprenditori, familiari di collaboratori di giustizia, inermi cittadini extracomunitari, al solo fine di accrescere e consolidare il dominio del CLAN e di impedire ogni attività di collaborazione con le forze di polizia e con la magistratura. BIDOGNETTI Michele, inoltre, e LUBELLO Giovanni, con il ruolo digestire i beni della famiglia BIDOGNETT1, reinvestire i capitali illecitamente accumulati dal clan, distribuire gli stipendi fra gli affiliati, portarne le direttive dal carcere sul territorio, e gestire le risorse da destinare ai legali di fiducia della famiglia. Con 1' aggravante di aver commesso il fatto con la finalità di terrorismo essendo l'azione associati va caratterizzata dall'uso strumentale del metodo terroristico ingenerando paura, panico e terrore nella collettività con l'attuazione di azioni stragiste ed omicidiarie indiscriminatamente volte ai danni della collettività casertana con grave danno all'ordine democratico economico sociale e pubblico. Con l'aggravante di aver commesso il fatto durante il periodo in cui si sottraevano a plurimi ordini di esecuzione ed ordinanze cautelari ineseguite nei confronti di Setola Giuseppe, Spagnolo Oreste, Letizia Giovanni, Cirillo Alessandro, Napolano Massimo, Alluce Antonio, Tartarone Luigi, Granato Davide. In Casa! di Principe, Castelvolturno ed altri luoghi della provincia di Casetta e di Napoli, fino al 04 giugno 2009. Il procedimento penale è stato rinviato al 4 settembre per stabilire chi deve essere rinviato a giudizio e chi scglie il rito alternativo o abbreviato . Per gli omicidi si è proceduto allo stralcio per 8 settembre 2009.