Ricordate gli anni ’90 quando le Procure della Repubblica di mezza Italia promossero una serie di inchieste dalle quali emerse una sconvolgente diffusione della corruzione, della concussione e del finanziamento illecito ai partiti ai livelli più alti del mondo politico e finanziario italiano (c.d. tangentopoli) ? Negli accertamenti, che produssero molteplici provvedimenti restrittivi, furono coinvolti ministri, deputati, senatori, imprenditori, perfino ex presidenti del Consiglio. Non ero fra quelli che reputavano potessero verificarsi, per mano dei giudici, cambiamenti politici epocali nonostante partiti storici come la Democrazia Cristiana, il Partito Socialista Italiano, il PSDI, il PLI, il PRI sparirono o furono fortemente ridimensionati, tanto da far parlare di un passaggio ad una Seconda Repubblica.Il tempo mi ha dato ragione .Basta considerare le sentenze emesse, in questi ultimi anni, per l’omicidio di Carlo Giuliani , per i fatti della Caserma Bolzaneto e dell’irruzione delle Forze dell’Ordine nella scuola Diaz a seguito delle manifestazioni no-global tenutesi a Genova nel 2001. Sono passati quindici anni dall’inizio dell’indagine giudiziaria che doveva cambiare tutto, ma accadono tuttora storie che si possono raccontare con le stesse, identiche parole.“Se poi ci si guarda attorno, si trovano oggi altre vicende, maledettamente simili a quelle che i giornali dell’epoca raccontavano. A differenza di ieri , però, vengono narrate senza più enfasi , niente titoloni in prima pagina. Decine di amministratori sono sotto accusa per la gestione delle forniture sanitarie in Piemonte, Lombardia, Toscana, Campania, Calabria, Sicilia, Puglia. Centinaia di sindaci, assessori e imprenditori in tutta Italia sono sotto inchiesta per come hanno trattato il business dei rifiuti e quello eterno dell’edilizia. Politici e dirigenti degli enti pubblici, intercettati, svelano i nuovi accordi d’affari che costituiscono le basi strutturali per un nuovo sistema di spartizione e corruzione. Questa volta , però, il finanziamento illecito dei partiti non c’entra proprio niente. Il tutto è finalizzato all’arricchimento personale sotto l’occhio vigile e acquiescente dei partiti che, proprio per questo, amano sedersi nei Governi e mai all’opposizione (divenuta un disvalore)”.S.Maria C.V. sembra, in questo contesto, un’isola felice fatta eccezione per qualche piccolo e remoto avviso di garanzia .Evidentemente essa è governata da tanti onesti cittadini che amministrano nella migliore trasparenza possibile. Oppure chi è deputato ad esercitare l’azione penale è impegnato in altri e più importanti doveri istituzionali.Si sente spesso dire in giro che la città sia ormai invasa dai “casalesi”, che sia stata pagata qualche tangente di “pochi spiccioli” per non so quale affare e non si sa nelle mani di chi, che alcuni edifici prendano fuoco incidentalmente come accade, peraltro, sempre più spesso, per le autovetture in sosta, che Guardia di Finanza e/ o Carabinieri abbiano sequestrato documentazione di pertinenza Comunale, che molte aree urbane stiano attirando gli appetiti di qualche faccendiere, che venga usata da “ignoti” l’ intimidazione violenta e proditoria, che qualche Assessore sia stato interessato da accertamenti giudiziari, che molti cantieri aperti non mostrino, come d’obbligo, i cartelli indicativi dei lavori in corso.Evidentemente, però, sono solo voci di malelingue messe in giro ad arte per gettare discredito sulle Istituzioni. Ciò sarebbe confermato dalla completa assenza di indignazione da parte dei cittadini/sudditi. Di vero ci sarebbero solo operazioni promosse sul territorio dalla Direzione Distrettuale antimafia di Napoli, ma non dalla nostra Procura della Repubblica. C’è di che essere tranquilli. Nella nostra città, infatti , più che di corruzione o di concussione (inesistente) , si dovrebbe parlare, forse, di dazione ambientale, ovvero di una situazione oggettiva in cui chi vuole raggiungere un particolare obiettivo , legale e/o non propriamente legale, si adegua agli usi e costumi locali. Impera , quindi, la consuetudine anch’essa fonte del diritto in assenza di leggi vere e proprie che, quando occorre, compaiono per miracolo ad esplicare la loro funzione solamente per la gente comune. Gerado D’Amore