Spartucus 3, ci sono 30 rinvvi a giudizio Ieri si è svolta l’udienza davanti al giudice unico preliminare Dottoressa Claudia Piciotti del tribunale di Napoli che ha visto il rinvio a giudizio davanti al tribunale di Santa Maria Capua Vetere per il 5 ottobre 2009 dei 30 e più imputati che non hanno aderito al rito al ternativo . l’Ordinanza di custodia cautelare in carcere nr. 22138/05 PM, nr. 43563/05 GIP, nr. 871/08 OCC, fu emessa in data 16.09.2008 dal Gip Ufficio 20° presso il Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, nei confronti di 98 persone arrestate il 30 settembre 2008 dalla Squadra Mobile di Caserta, in quanto ritenuti tra i più rappresentativi esponenti del clan dei Casalesi. Dalle indagini svolte, si è accertata la presenza di una cassa comune utilizzata anche per il pagamento degli stipendi ai vari affiliati che nella totalità ammontano, solo per gli odierni indagati, a circa 300.000 euro mensili; la cassa era alimentata dai proventi delle attività illecite effettuate nell’intera provincia di Caserta ed in particolar modo dal ricavato delle estorsioni commesse dai vari referenti zonali e che corrispondono, per quelli accertati, a milioni di euro.Tra le attività estorsive ( numerosissime) poste in essere dagli affiliati al clan, di particolare rilievo è quella effettuata ai danni dei fratelli Orsi, impegnati fino all’anno 2004 nella raccolta dei rifiuti solidi urbani nell’area CE4 (Castel Volturno, Mondragone, Grazzanise, S.Maria la Fossa), costretti a versare la somma di 125 mila euro; quella ai danni della Ferrovia Alifana, che versava alle casse del clan rate oscillanti tra i 25.000 ed i 50.000 euro e quella ai danni all'IMPRE.CO - consorzio di imprese tessili - a versare la somma di 15 mila euro mensili.Le indagini prendevano spunto dal ritrovamento durante una perquisizione eseguita dalla Polizia presso l’abitazione di Schiavone Vincenzo, alias Copertone, di diverse liste riportanti, divisi per zona, i nominativi degli affiliati e i rispettivi capi zona nonché lo “stipendio” percepito da ciascuno di essi. Nel corso della medesima perquisizione veniva altresì rinvenuto un computer il cui hard disk veniva sottoposto ad accurate analisi scientifiche che hanno consentito di recuperare dalla memoria parte di file cancellati riportanti anch’essi organigrammi e resoconti delle attività del “clan”.Il fondamentale materiale documentale rinvenuto, tra cui i “pizzini” che Schiavone inviava ciclicamente al boss latitante Nicola Panaro per aggiornarlo sulla gestione della cassa del clan, trovava riscontro nel paziente lavoro investigativo della Squadra Mobile, supportato anche da attività tecniche di intercettazione, ed era poi confermato anche dalle convergenti dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia.uno di questi è proprio Antonio Farina che non è imputato , ma le sue dichiarazioni depositate ieri mattina dai pm della Dda di Napoli hanno fatto slittare il processo .