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martedì 7 luglio 2009

SCANDALO IN REGIONE ED AL COMUNE DI ORTA DI ATELLA , RINVIATO A GIUDIZIO IL CONSIGLIERE ANGELO BRANCACCIO.

Rinviato a giudizio il consigliere Brancaccio. E' stato il gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere a procedere nei confronti di tutti gli indagati qundo furono raggiunti da un provvedimento restrittivo della libertà personale . Sei infatti furono i destinatari delle misure cautelari (quattro in carcere, due ai domiciliari) firmate dal gip Paola Piccirillo il 9 maggio del 2007 che ha parzialmente accolto le richieste che furno avanzate dal capo della Procura, Mariano Maffei, e dai pm Alessandro Cimmino e Luigi Landolfi. Pesanti le accuse: si va dalla estorsione (contestata allo stesso Brancaccio, che risponde anche di peculato, abuso d’ufficio, falso e corruzione) alle lesioni personali, dalla concussione alla truffa e alla calunnia. Reato, questo, ipotizzato a carico di Castrese Rennella, 41 anni, assistente capo della polizia: quando aveva scoperto di essere intercettato, aveva denunciato un collega accusandolo di aver violato il sistema informatico per rivelare notizie coperte dal segreto, cosa che avrebbe fatto lui stesso, invece, in almeno due occasioni. E di calunnia (oltre che di estorsione e lesioni), risponde Antonio D’Ambra, 48 anni, costruttore di Frattaminore, che aveva denunciato un suo conterraneo e concorrente, l’imprenditore Francesco Antonio De Prete. Di corruzione, falso e abuso d’ufficio rispondono i responsabili tecnici del Comune di Orta di Atella: Nicola Iovinella, 36 anni; Nicola Arena, 55 anni; Salvatore Ragozzino, 59 anni. Tre le ulteriori richieste di arresto rigettate dal gip, che ha ritenuto insufficienti gli elementi forniti dalla pubblica accusa: a carico di un altro poliziotto, sempre in servizio presso la Procura di Santa Maria Capua Vetere; e di due dipendenti comunali. Esclusa anche l’ipotesi di associazione per delinquere, che era stata ipotizzata dalla pubblica accusa. Nell’indagine, che ha abbracciato un arco temporale di oltre un anno ed è documentata da intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre che dalla denuncia delle parti offese (tra le quali il costruttore Del Prete), sono confluiti anche alcuni stralci di un’indagine della Dda di Napoli. Riguardano una lottizzazione, cento appartamenti che doveva costruire l’imprenditore Felice Pagano e di cui ventiquattro sarebbero stati riservati «ai politici», come dice lui stesso parlando a telefono. Ma il gip non ha ritenuto dimostrata l’identificazione di Brancaccio quale destinatario di quel generoso regalo.