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lunedì 29 giugno 2009

Salerno. Frode da 85 milioni di euro, arrestato il prestanome di Setola Gabriele Brusciano


AVERSA - Un giro di false fatturazioni, che ha portato a un'evasione fiscale da circa 25 milioni di euro, è stato scoperto dal Nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza di Salerno che, in un'operazione ancora in corso, ha arrestato sei imprenditori. L'indagine, spiegano dal comando salernitano delle Fiamme Gialle, coinvolge tutto il territorio nazionale e anche due soggetti economici stranieri, ma in particolare è concentrata nelle province di Caserta, Napoli e Salerno. Nel complesso gli imprenditori che hanno ricevuto avvisi di garanzia sono 59, e per dieci di loro sono già scattate misure di interdizione all'attività. E’ partita dalla cittadina normnanna la maxi operazione, denominata dagli investigatori Woody cash, della guardia di finanza nelle province di Napoli, Caserta e Salerno, in materia di frode fiscale. Il bilancio dell’operazione è di 6 arresti (2 in carcere e 4 ai domiciliari), 10 misure interdittive all’esercizio d’impresa, 59 indagati, 85 milioni di fatture per operazioni inesistenti e 15 aziende sequestrate operanti nel settore del commercio di imballaggi e cassette in legno; sequestrati anche beni immobili e mobili, quote societarie e somme di denaro per complessivi 24 milioni di euro.La complessa ed articolata attività investigativa, che ha preso il via nel 2007 era inizialmente orientata su imprenditori operanti nell’agro nocerino-sarnese, ma ha preso successivamente le mosse da controlli estesi su soggetti della provincia di Caserta, tutti riconducibili ad una nota famiglia di imprenditori di Aversa che aveva, da tempo, esteso i propri interessi economici sulla provincia di Salerno. In particolare, un imprenditore aversano, Gabriele Brusciano, annoverabile tra i principali attori della maxi-frode, ed ora destinatario della misura cautelare degli arresti domiciliari, già nello scorso mese di marzo era stato tratto in arresto dagli uomini del nucleo di polizia tributaria di Salerno, su ordine della Dda di Napoli, per essere ritenuto un affiliato al gruppo di Setola del clan dei Casalesi, anche se successivamente scarcerato dal Tribunale del Riesame.