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martedì 16 giugno 2009

CASO CANDELA , ADESSO I CASI SONO DIVENTATI DUE , COME NELLA COMMEDIA DI ARMANDO CURCIO

Non vorremmo sfruttare ciò che hanno pubblicato già gòi altri giornali cartacei e on line , ma il caso giudiziario di Ciro candela è certamente uno di quelli che per alcuni versi può assomigliare alla commedia di Curcio “ i Casi sono due”. In sostanza Ciro Candela è parte civile presso il tribunale di Napoli contro Il professor Capitelli a cui è contestato il reato di lesioni gravissime nei confronti della figlia , ma è indagato per il reato di diffamazione perchè avrebbe infangato il responsabile di Icaro per un fatto realmente accaduto . I casi giudiziari sono due, quindi la giustizia molte volte si prostituisce ai fatti che accadano. Ma allora una domanda sorge spontanea chi è colpevole? E’ possibile che i giudici milanesi non avevano eseguito una indagine tale da verificare cosa era realmente successo a Santa Maria Capua Vetere. Il procedimento penale adesso è stato trasferito a Napoli, ma è tuttora in corso dove il professor Capitelli adesso è indagato . Ma può un indagato avere rapporti con la pubblica amministrazione? se si perché allora un impiegato soltanto perché indagato deve lasciare il posto di lavoro perché sospeso?
Ciro Candela, papà di Valentina (vittima di un incidente sul lavoro presso il Consorzio Icaro mentre prestava servizio civile) qualche giorno ha replicato alle dichiarazioni del presidente del consorzio di cooperative sociali Gabriele Capitelli: "In riferimento alle dichiarazioni del Sig. Capitelli G., in qualità di presidente del Consorzio Icaro vorrei precisare che quanto affermato dal predetto sono affermazioni menzognere, poichè la fissazione di un'udienza preliminare, è questo lo stato attuale del procedimento, non dimostra, come sostiene il Capitelli, nè l'infondatezza nè la lesività di alcunchè. Per ciò che riguarda l'esternazione espressa nei nostri confronti, tengo a precisare che, piuttosto che leggere espressioni di pseudo buonismo( “pur ribadendo tutta la mia vicinanza e solidarietà”), non richieste, avremmo preferito fatti alle parole. Se il sig. Capitelli, per riscaldare gli ambienti, dove mia figlia lavorava, anzichè utilizzare una vecchia stufa a gas, la cui azienda produttrice SVB ha cessato l'attività nell'ottobre 1993 ( per cui la stufa aveva al momento dell'incidente almeno 15 anni),avesse installato, con una spesa irrisoria un condizionatore, non avrebbe dovuto affrontare un processo c/o il tribunale di S.Maria C.V. in cui è imputato per lesioni colpose gravissime".