Santa Maria Capua Vetere. Prima il ragazzo al pronto soccorso , adesso chi viene operato rischia anche per trovare una barella .Qualche giorno fa avevamo lanciato un campanello d’allarme per l’ospedale San Giuseppe e Melorio di Santa Maria Capua Vetere, poiché il nosocomio rischiava di essere bersagliato di episodi di malasanità perché lasciato in balia delle onde e senza riconoscere ciò che effettivamente può rappresentare per la sanità regionale. L’episodio accaduto fuori la sala operatoria del nosocomio sammaritano rappresenta ancora una volta come ci sia un certo lassismo dovuto anche a risposte non tanto esaustive del personale che continua una battaglia per tenere sempre alto il nome dell’ospedale che gestisce una utenza di quasi 70mila abitanti nel distretto di Santa Maria Capua Vetere . Ma veniamo al dunque . Un paziente di cui non sveleremo il nome per privacy è stato operato d’urgenza presso il nosocomio sammaritano . L’intervento che era riuscito alla perfezione, poteva costare caro sia all’equipe medica dell’ospedale che al medico che lo aveva operato . Dopo l’operazione, però , il paziente doveva essere adagiato su una barella e trasportato nella stanza doveva era stato appoggiato nell’ospedale san Giuseppe e Melorio , ma all’atto in cui si doveva procedere a tale adempimento , non vi era ne la barella ne il dipendente che doveva trasportare il paziente che aveva avuto l’intervento. Qualche minuto in piu’ e il paziente poteva incorrere in una infezione respiratoria che poteva giocare qualche brutto scherzo essendo ancora sotto cura dopo l’intervento . Insomma ,l’episodio accaduto ieri e quello consumato al pronto soccorso qualche giorno prima confermano i sintomi di un ospedale che sta perdendo credibilità senza che nessuno possa controllarlo . Ciò non fosse successo se ai dipendenti e ai medici che hanno sempre lavorato sodo per stabilizzare quella credibilità professionale, si fosse data un minimo di sensibilità ai problemi che attanagliano il nosocomio sammaritano. Anche se sembra che la chiusura sia stata scongiurata con degli interventi del sindaco Giancarlo Giudicianni e del consigliere regionale Giuseppe Stellato. Ciò poteva essere scongiurato qualora il consiglio comunale di Santa Maria Capua Vetere avrebbe messo in discussione l’ubicazione del dea di secondo livello all’interno dell’ex tabacchificio. Invece oggi nel plesso che sta per essere abbattuto verranno ubicati padiglioni di alimentari, di scarpe, vestiario, ma addirittura sarà, come voci abbastanza insistenti si sentono in giro, anche la sede del Bingo ubicata all’interno del plesso di via Galatina.