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sabato 28 marzo 2009

I Giornalisti casertani insorgono contro Saviano, ma dove eravate quando bisognava attaccarlo ? Mia lettera al giornale e a Chiocci "Non sai i fatti "




E’ inutile incolpare Roberto Saviano che ha anche le sue responsabilità, ma nessuno e neanche a Milano e a Roma è stato capace di andare o di sapere quando lo scrittore fa questi soliloqui in modo tale da aprire un contraddittorio : Non serve a nulla denunciare poi : Sono con Simone De Meo che ha avuto il coraggio di farlo prima così’ come ho cercato di far capire io già nel 2006.

Egregio Gian Marco Chiocci del Giornale
Ho letto attentamente il suo articolo ( anzi il tuo articolo, visto che sono giornalista anche io) , ma devo far alcune precisazioni non perchè desideravo essere citato nella lunga schiera di giornalista , ma perché molto spesso non si sa con chi hai a che fare.
Io sono sempre convinto e se vuoi me puoi dare atto, che il giornalista deve essere sempre al di sopra delle parti esercitando un diritto di cronaca e di informazione attraverso il lettore che deve esprimere un giudizio, essendo lui il vero giudice del fatto .
Per questo motivo, negli anni e nei mesi addietro sono stato incaricato dai direttori per i giornali che io ho lavorato di seguire il processo più importante della storia contemporanea della provincia di caserta, il processo Spartacus 1 e 2 con relative sentenze. Ebbene come leggerai da questa lettera che ho già riportato affianco ed in alcuni pezzi miei sul blog, sono stato colui che è stato premiato dall’allora presidente del tribunale di santa Maria Capua Vetere Carlo Alemi oggi presidente del tribunale di Napoli con l’autorizzazione, a seguito di una mia richiesta , mentre i miei colleghi si sputtavano con avvocati della zona facendo a gara a chi prendeva prima la motivazione della sentenza senza pagare i diritti , a rilasciarmi l’intera motivazione del processo il 19 giugno2006. Il rilascio però, seguiva un altrettanto richiesta di diritti di segretaria che venivano pagati in centinaia di euro. Bene. Il tutto giungeva dopo aver seguito dal 3 marzo 2004 e fino alla sentenza di primo grado 15 settembre 2005 più di 200 udienze . In sostanza seguii la parte finale cioè quando i boss della camorra iniziarono ad avere in udienza un comportamento più agguerrito . Nelle 200 e più udienze che io ho seguito e dopo la pubblicazione degli articoli non sono stato mai minacciato. Nessuno poteva essere minacciato in aula poiché vi era una corte di assise formata da due galantuomini garantisti fino in fondo che hanno esercitato il loro lavoro presidente Catello Marano e Raffaello Maggi che è l’estensore della motivazione della sentenza del processo tanto attenta a ciò che dichiaravano gli imputati , ma in aula vi era anche un pubblico ministero, e consentimi di dirlo vero servito dello stato il Giudice Cafiero de Raho che addirittura ha stoppato sul nascere le dichiarazioni equivoche che si facevano in aula. Lo stato era presente. Proprio nel momento più caldo , doveva essere bersagliato anche io perché ero presente in aula. Non ho mai avuto minaccie, anzi ho fatto scivolare alcune manchevolezze di carattere bambinesco. Per la cronaca esisteva un libro all’aula bunker dove venivano annotati tutti i giornalisti che entravano e uscivano, questo registro è custodito presso il commissariato di polizia di Santa Maria Capua Vetere e per esso presso l’aula bunker . Pochi erano i giornalisti che come me si recavano presso il carcere per essere presenti in aula.
Spero che voglia rivedere un pò tutto perché sembra che molte di quelle persone non sono state neanche presenti all’aula bunker del carcere di Santa Maria Capua Vetere .
Buon lavoro