VEDERE PER CREDERE CLICCA QUI

Pagine

venerdì 30 gennaio 2009

Inchiesta Thanatos: Liberi , ma con obblighi di dimora i fratelli Raffaele e Gaetano Cerreto. Obblighi di firma anche per Andrea Vecchione

Antonio Cammarota , Domenico De Marco il gip concede gli arresti domiciliari . Scarcerata anche Matilde Vecchione ma a condizioni che si dovrà recare a Castellamare di Stabia. Rigetto per Domenico Gioavanni e Edoardo Scalera , am anche Pasquale Sagliano
Ecco il provvedimento del Gip sulle sei misure alternative al carcere
Caserta . Infermieri scarcerati, ma c’è anche quella di Andrea Vecchione che ha obblighi di firma. Ma è stata scarcerata anche Matilde Vecchione che dovrà trascorrere il resto della misura preventiva nel comune di Castellamare di Stabia, aspettando il responso del tribunale del riesame di Napoli dopo che il suo difensore Mauro Iodice ha presentato ricorso . Liberi coin obblighi invece Gaetano e Raffaele Cerreto di Marcianise . Rimangono dentro Antonio Chianese, Domenico, Giovanni e Edoardo Scalera, ma anche Pasquale Sagliano.Il provvedimento è stato redatto e firmato ieri pomeriggio intorno alle 17.30 dal giudice delle indagini preliminari del tribunale di Santa Maria Capua Vetere Antonio Baldassarre che ha notificato alle persone detenute in carcere, dopo che il pm Maurizio Giordano aveva espresso il parere . Sono stato scarcerati Antonio Cammarota e Domenico De Marco ma dovranno scontare entrambi la pena preventiva agli arresti domiciliari. Invece per Andrea Vecchione la misura cautelare in carcere è stata sostituita con gli obblighi di dimora. Secondo il capo di imputazione gli impiegati della sala mortuaria dell’Ospedale Civile di Caserta procuravano solo ad alcune imprese di pompe funebri (organizzatesi su base territoriale all’interno della provincia di Caserta) i dati anagrafici delle persone appena decedute nei vari reparti dell’ospedale casertano, così consentendo a tali imprenditori di giungere tempestivamente in ospedale per il trasporto della salma e per l’organizzazione dei funerali, lasciando così intendere ai familiari delle persone decedute che tale servizio fosse convenzionato con la struttura sanitaria pubblica.In cambio, i titolari delle pompe funebri corrispondevano agli impiegati dell’ospedale di Caserta somme pari a 200 euro per ogni funerale organizzato, così da consentire a ciascun impiegato di incassare illecitamente circa 6.000 euro pro capite mensili, spesso incassate dagli impiegati “a domicilio”, ossia recandosi direttamente – con cadenza mensile - presso le sedi delle imprese funebri coinvolte nelle indagini.Il sistema corruttivo era talmente collaudato e radicato nel sistema della gestione della sala mortuaria dell’Ospedale di Caserta che ogni impresa funebre favorita dalla prestazione dei pubblici impiegati ricorreva alla sistematica dazione della somma illecita in favore dei pubblici impiegati, tanto che è stata ipotizzata – allo stato delle indagini – l’esistenza di un sistema corruttivo “ambientale”, ossia talmente radicato nella abitudini illecite dei protagonisti da non richiedere alcuna condotta di trattativa o di persuasione nel raggiungimento dell’accordo illecito.Lubedì invece toccherà a Costantini Ferrara che sarà assistito dall'avvocato Raffaele Gaetano Crisileo.