VEDERE PER CREDERE CLICCA QUI

Pagine

giovedì 30 ottobre 2008

in tutto sono 50 indagati ,il bar la tazza d'oro il locale degli appuntamenti

Santa Maria Capua Vetere. Truffa alle assicurazioni c’è ancora una nuova trance dove addirittura figurano Giudici di Pace ed altri personaggi legati all’associazione a delinquere finalizzati a falsi incidenti . Non si fermano qui le indagini relative alle truffe all’assicurazioni . Infatti la seconda indagine che è sempre curata dal pubblico ministero Maurizio Giordano della procura della repubblica di Santa Maria Capua Vetere avrà i suoi risvolti quando presumibilmente Saranno conclusi gli interrogatori di garanzia. In tutto gli indagati sono 50. Ventisette che sono elencati nella prima ed altre 23 persone che sono ancora in osservazione. L’intera truffa si svolgeva soprattutto attraverso giudizi civili davanti ai tribunali di Caserta e Santa Maria Capua Vetere davanti ai giudici di pace i quali avrebbero avuto anche contatti con alcuni degli indagati. Ciò è ancora al vaglio della magistratura la quale ci vuole vedere chiaro e quindi aspetta le dichiarazioni di garanzia davanti al gip Giuseppe Meccariello , il giudice che ebbe il coraggio di firmare una delle ordinanze di custodia cautelare più rappresentative dal punto di vista politico , l’inchiesta del provincia gate. I falsi incidenti, invece, che sono stati contestati si consumavano attraverso appuntamenti anche fuori i locali pubblici con atti di corruzione . Quanto al reato di corruzione in atti giudiziari ed a quello di falsa testimonianza che sono strettamente connessi tra loro, si deve sottolineare che essi traggono origine dalle dichiarazioni rese in sede di interrogatorio da Nicola De Santis il quale ammetteva in pieno le proprie responsabilità e chiamava in causa, quali determinatori ed istigatori delle condotte illecite, lo Iodice ed il Casella . Riferiva, in particolare, il De Santis che si era incontrato con Nicola Iodice davanti 'al bar "Tazza d'oro" di Santa Maria C.V; che consegnò, in cambio di 500 euro, all'amico i propri documenti di identità
e la documentazione relativa all'assicurazione ed alla vettura
che lo IODICE assicurò che si sarebbe occupato interamente lui della pratica; che dopo qualche mese, ricevuta la lettera dall'assicurazione, contattò lo IODICE, il quale gli disse di recarsi dall'avv. CASELLA; che il suddetto legale gli consegnò una dichiarazione datata 15.3.2007 da
portare alla compagnia assicuratrice; che non seppe più niente della pratica, essendo stato pagato a monte dallo IODICE per 500 euro in occasione del primo incontro;

Richiesto di spiegare le ragioni della conoscenza con lo IODICE, il DE SANTIS affermava che da quando aveva chiuso la rosticceria "La Perla" di Santa Maria C.V., che gestiva insieme alla madre, aveva attraversato un periodo di grandi difficoltà economiche, che lo avevano indotto anche a ricorrere al credito irregolare. Nei momenti di maggiore pressione dei creditori, non potendo fare fronte ai suoi impegni, si era prestato a prendere parte a sinistri falsi, avendo saputo con certezza che in città che IODICE Nicola poteva remunerare fino a 500 euro per tale attività illecita. Con costui aveva avuto tre compartecipazioni in sinistri falsi, le cui modalità erano analoghe: consegnava, infatti, i propri documenti di identità, il contratto assicurativo ed il libretto delle autovetture che dovevano apparire coinvolte (si era trattato in un caso della macchina della madre Coglia Lidia, in un altro della macchina della sorella De Santis Marianna), firmava, quando gli veniva richiesto delle carte, riceveva 500 euro e non aveva più notizie dell'esito della pratica, essendo il risarcimento evidentemente incassato dallo IODICE e dai suoi sodali, II DE SANTIS aggiungeva che in occasione del sinistro falso che vedeva apparentemente coinvolta l'autovettura della sorella Marianna aveva ricevuto la somma di 500 euro direttamente nello studio dell'avv. CASELLA. Infine, riferiva che nel mese di gennaio/febbraio 2007 lo IODICE ed il CASELLA lo contattarono affinchè li seguisse alla sede distaccata di Caserta, dove, in cambio della somma di 100 euro, gli fu fatto firmare, nel corso di un'udienza civile, un foglio precompilato, che, evidentemente, doveva essere il verbale che compendiava una testimonianza.