La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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martedì 17 maggio 2016

Questa legge elettorale va cambiata. Di GAETANO RAUSO

In questo periodo sono stato contattato da diversi persone che vogliono conoscere il mio parere in merito alle prospettive elettorali dei vari candidati alla carica di sindaco e di consigliere comunale, in vista delle elezioni comunali del 5 giugno. E degli episodi  di cronaca giudiziaria che hanno interessato la nostra ed altre città italiane.
            Come è noto a coloro che hanno seguito il mio impegno politico,non è mia abitudine esprimere giudizi sulle persone,ciò che mi interessa è analizzare i fatti e le ragioni che hanno determinato questa tragica situazione.
Dopo tanta esperienza  nella Pubblica Amministrazione, sono sempre più convinto che è necessario modificare  la legge che disciplina l’elezione del Sindaco e del Presidente della Provincia, al fine di porre un argine al malgoverno  nelle Autonomie Locali e porre fine ai fenomeni di trasformismo dettato solo da interessi personali che  riducono le Pubbliche Assise in un mercato delle vacche.

 La situazione sta degenerando in un modo che potrebbe portare ad irreparabili conseguenze per la stabilità istituzionale. Con questa sistema elettorale,che non garantisce il rispetto dei programmi elettorali,  si facilita l’affermarsi di  interessi malavitosi che sono rappresentati da persone che non disdegnano l’acquisto del voto attraverso il mercimonio e lo sfruttamento dello stato di indigenza di alcune fasce disagiate della cittadinanza.

            Dopo il referendum che ha portato alla promulgazione della legge n°81 del 1993,  è stata introdotta l’elezione diretta del Sindaco e del Presidente della Provincia; la scelta del Capo dell’Amministrazione fatta dal  Popolo, avrebbe dovuto sottintendere l’attribuzione di facoltà decisionali più vaste a coloro che sono destinatari di tale incarico, ma “ i soliti compromessi all’Italiana” hanno generato un sistema ibrido che ha determinato una situazione più difficilmente gestibile in confronto a quella precedente in cui decidevano   i Partiti.
Un Sindaco, infatti, non può ben governare se, per mantenere la maggioranza che lo sostiene, deve assoggettarsi ad un continuo ricatto da parte di consiglieri che sono delegati ad affermare interessi personali o quelli delle lobby che li sostengono,  invece di quelli della collettività che li ha votati  nei Consigli Comunali o Provinciali.
 A cosa servono questi Consigli se il Popolo che  ha la facoltà di scegliere chi Lo dovrà rappresentare e governare nei cinque anni di mandato non può avere la garanzia, attraverso questo sistema elettorale assurdo, di essere governato da coloro i quali ha scelto attraverso l’espressine del voto. Vi dovrebbe essere a governare la città solo il Sindaco eletto che  renderà immancabilmente conto, quando si ripresenterà al giudizio degli elettori, delle sue azioni.
Tanti personaggi si propongono al giudizio del Popolo solo perché  ambiscono all’incarico per soddisfare la loro ambizione o per essere alle dipendenze di qualche  mandatario, perciò si continua ad assistere a questi fenomeni di trasformismo.
In più occasioni ho ribadito la mia convinzione che queste Amministrazioni, fortemente condizionate dai Comitati d’Affari, non potranno mai governare le comunità che rappresentano con serenità e con spirito costruttivo.
Con questa Legge in vigore,quali sono i personaggi che si propongono all’elettorato per essere scelti quali suoi rappresentanti?Un’accozzaglia di incompetenti chiamati dall’aspirante Sindaco a far numero e che  non hanno la benché minima idea di quali sono i compiti di un amministratore e che, in molti casi, sono proposti all’elettorato solo perché hanno una famiglia numerosa.
Inoltre l’assenza di controlli sugli atti amministrativi, permette che i dirigenti ed i politici che danno loro le direttive, agiscano senza un minimo di controllo sugli atti che partoriscono e, solo la Magistratura, se riceve denunzie circostanziate e se viene messa in condizione di accertare i reati, può intervenire per arginare questi abusi, dato che è impossibile proporre ricorsi alla Giustizia amministrativa, in quanto il processo, con la riforma introdotta, prevede costi non sostenibili da privati cittadini o da consiglieri che vorrebbero opporsi all’emanazione di atti presunti illegittimi.
Poi non ci lamentiamo di dover assistere ad episodi di cronaca nera, ribaltoni o al sovvertimento della volontà popolare. 

Gaetano Rauso , commissario UDC e candidato al consiglio comunale