La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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venerdì 23 gennaio 2015

INAUGURAZIONE DELL’ANNO GIUDIZIARIO 2015 PRESSO LA CORTE DI APPELLO DI NAPOLI - L’APPROFONDITA RELAZIONE DA PARTE DEL DOTTOR ANTONIO BONAJUTO PRESIDENTE CHE LA SUA MATURATA ESPERIENZA E PROFESSIONALITA’ DARA’ RISCONTRO DELLA GIUSTIZIA QUALE E’ E QUALE DOVREBBE ESSERE .

Oggi si inaugura l’anno giudiziario  presso la corte di appello di Napoli e la cerimonia si svolge nello storico Salone dei Busti nello storico Castelcapuano che dopo il Castel Dell’ovo è il più antico castello di Napoli  di origine normanna. La costruzione avviata nella metà del dodicesimo secolo  per volere del re di Sicilia Guglielmo I detto il malo, figlio di Ruggero il Normanno fu portato a termine nel 1160 dall’architetto Buono. Solo con la ammissione del regno di Napoli alla Corona di Spagna e la sua costituzione  in VICEREAME , Castalcapuano fu destinato per la prima volta a palazzo di giustizia. Ivi il viceré Don Pedro de Toledo riuni’ tutte le corte di giustizia  sparse in diverse sedi in tutta la città : Il Sacro Regio Collegio , la Reggia Camera della Sommaria , la Grande Corte Civile e Criminale della Vicaria e il Tribunale della Zecca. Nella sua lunga storia Castelcapuano ha subito numerosi interventi  di trasformazione e restauro. 

La storia della giustizia napoletana con la inaugurazione in tale sito dell’anno giudiziario da significato alla continuità gestionale di cui oggi è interprete egregio e degno  il presidente Dottor Antonio Bonajuto,  che con la sua  professionalità e preparazione conduce nell’ambito della giustizia  la crisi che i magistrati cercano con proprio sacrificio personale di attenuare affrontando il fenomeno della camorra che si è inserita nei gangli dell’economia e che incancrenisce la buona società  la quale  è vittima  dell’aggressione dell’illecito.  Infatti il presidente Antonio Bonajuto, che studia i fenomeni emergenti, ha dato l’allarme del fenomeno della  corruzione  “ che fa emergere il legame che attraverso e pervade mala politica e pubblica amministrazione che pone alla ribalta la gravità dei reati contro la pubblica amministrazione”.  Difronte all’aumento dei procedimenti penali, il presidente della Corte di Appello si soffermerà certamente sulle organiche carenze:  il numero dei magistrati necessari e del deficit del personale amministrativo che certamente non potrà risolversi con l’attuazione del processo telematico, di cui la corte di Appello di Napoli con la guida Bonajuto si trova in avanzata attuazione. L’allarme del Bonajuto certamente si riferirà  all’impossibilità delle soluzioni a costo zero .
La relazione Bonajuto  affronterà la ormai cronica lentezza dei giudizi , malgrado la produttività dei giudici,  che trova ostacolo nell’aumento delle pendenze e nella ipertrofia normativa,  che manca  peraltro  di adeguate soluzione nell’ordinamento giudiziario.
Non sarà trascurato il problema delle prescrizioni  agevolate, anche, dalla normativa che fornisce un aiuto alla – denegata giustizia .  
L’Avvocato generale Luigi Mastrominico ha curato una sintesi anticipatoria della corposa relazione nella quale  il presidente della Corte di Appello darà prova della sua esperienza sui fenomeni contingenti che nella sua brillante carriera vive giornalmente curando con la collaborazione del corpo dei magistrati alle soluzioni processuali e sostanziali che la società criminale presenta con una organizzazione  da sconfiggere con acume e perseveranza
Riteniamo che non sarà obliterato il malessere che costantemente esprime l’avvocatura civile e penale. L’avvocatura civile lamenta la eccessiva lentezza del processo civile e l’accantonamento  dei procedimenti sommari,  cautelari e  di urgenza che dovrebbero scoraggiare   le liti dilatorie e temerarie e sui quali la magistratura dovrebbe usare quella celerità che il processo ordinario non gli consente. Su tale problema essenziale per fornire alla società la prova di una giustizia al passo delle realtà , l’avvocatura ha invano elevato la propria voce collaborativa cosi come ha segnalato l’eccesso di discrezionalità che le stelle vaganti delle decisione della Suprema Corte  giustifica .  
 Il contatto che l’avvocato aveva in precedenza con la giustizia pretorile ha fatto venire meno la percezione  immediata delle realtà sociali inquadrata  nella giustizia bagattellare, la quale troverà ulteriore difficoltà con la pregiudiziale della media conciliazione. Difronte  alla carenza numerica della magistratura e del personale amministrativo viene notata l’eccessivo aumento numerico degli avvocati  non corrispondenti  alla necessità di mercato e sottoposti ad una concorrenza che è in contrasto con la dignità e il decoro della professione forense, vulnerata  dalla eliminazione dei minimi tariffari, che costituiva un argine a comportamenti che tali valori cancellano .
 La giustizia penale fa anche sentire la propria voce sull’”uso distorto  e eccessivo delle misure cautelari personali , che da extrema ratio sono diventate forme di anticipazione della pena”.
 L’avvocatura e magistrature unite dovranno affrontare il problema della eticità e delle incompatibilità perché la giustizia sia ritenuta dal cittadino “in effettività” giusta,  evitando sospetti in quanto la giustizia non deve essere  solo sostanzialmente  tale, ma anche apparire  nella sua dimensione – giusta.