La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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venerdì 5 dicembre 2014

SANTA MARIA CV - RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO UN APPELLO ALL'ON. CAMILLA SGAMBATO DA PARTE DI UNA

Carissima Onorevole,
  quando l’altro giorno ho letto della Sua sottoscrizione all’ennesima mozione per il Mezzogiorno, ho sentito il bisogno di scriverle pubblicamente.
     Vede, io ho 36 anni e vivo ancora a casa con i miei, che ringrazio per avermi dato la possibilità di studiare e di offrirmi ogni giorno un piatto caldo a tavola. Il vivere con loro, per quanto li ami, non mi fa stare bene o a posto con la mia voglia di rendermi indipendente. Il mio vivere con loro è una fortuna e una necessità allo stesso tempo: una fortuna perché ho una famiglia che, con enormi sacrifici, mi sostiene e una necessità perché, nonostante mi sia laureata, abbia un master, stage a volontà svolti in tutta Italia e brevi esperienze lavorative alle spalle, ancora non ho trovato un lavoro vero, che mi dia la possibilità di abbandonare la casa dei miei e realizzare le mie ambizioni. Come me milioni di persone, come me tutti quegli amici e parenti che, dalla mia città, con una laurea in mano sono scappati in cerca di fortuna: c’è chi si trova a Londra o in Olanda a servire ai tavoli, chi a Milano in cerca di stabilità, chi sta per partire perché ha perso il lavoro in nero e non ha più i soldi per andare avanti.
     So bene che non sto raccontando nulla di nuovo, perché questo accade ormai da anni a migliaia e migliaia di giovani, ma, avendo tanto tempo a mia disposizione nella mia avvelenata esistenza, oltre a vagliare avvisi di lavoro sui giornali, ho avuto modo di venir a conoscenza delle tante riunioni, incontri, tavole rotonde, ordini del giorno, cortei, convegni, conferenze, interrogazioni e quant’altro da Lei e il Suo partito, avete conseguito in questi ultimi tempi per il rilancio economico e sociale del Sud.
     Mi sia consentito di partire da una sua recente dichiarazione :

Ci aspettiamo dal Governo Renzi una ulteriore assunzione di responsabilità accanto agli impegni che già ha assunto e sta portando avanti”.
     Assumersi le responsabilità di fronte agli impegni presi vuol dire trovare le soluzioni alla crisi industriale del mezzogiorno, costruite finora solo attorno ai tavoli ministeriali.
     Onorevole Sgambato, nelle sedi di partito di mezza provincia, Lei ha parlato di un ambizioso e concreto piano industriale per contrastare la disoccupazione. Viene spontaneo chiedersi quali concrete azioni e misure s’intendono mettere in atto per risolvere con urgenza la questione occupazionale?
     A nulla serve puntare il dito contro il malgoverno regionale, denunciando la mancanza di fondi e di finanziamenti quando poi sappiamo tutti che questi sono disordinatamente impiegati, se non del tutto persi. Non basta mettere in elenco le risorse dei fondi europei per risolvere la questione perché i dati, che sono sotto i nostri occhi, non possono essere modificati con le semplici buone intenzioni.
     L’allacciamento dei fondi strutturali, anche se positivo per qualcuno, purtroppo è del tutto insufficiente a risolvere l'enorme problema occupazionale.
     Lo sviluppo industriale territoriale potrebbe essere veramente il motore per la ripartenza non solo della nostra città, ma dell’intera provincia e del Meridione.
     Attualmente la politica industriale locale, purtroppo,versa in una situazione di grave assenza di un benché minimo progetto pilota per lo sviluppo della piccola e media impresa, capace di  creare zone industriali attrezzate e collegate con il resto del Paese e con il mondo intero.
     La crisi del Mezzogiorno è la crisi dell'intero Paese e occorre agire di conseguenza con interventi urgenti e prioritari, assumendo politiche in grado di favorire la localizzazione delle attività industriali nelle aree del sud, i cui benefici ricadranno di conseguenza anche sulle imprese del Centro-Nord che non riescono a reperire aree industriali e manodopera qualificata. Occorre, quindi, portare la dotazione infrastrutturale del Mezzogiorno ai livelli del resto del Paese, selezionando, previa individuazione, le strutture e gli innumerevoli siti di più grande interesse, localizzati nel nostro territorio e in tutto il Meridione, spesso abbandonati a sé stessi e procedendo per la loro valorizzazione sul piano nazionale.
     Come mai il partito democratico, a S. Maria Capua Vetere come in altre città, per realizzare una nuova prospettiva di sviluppo industriale non perseguita il diminuire dei fattori negativi di carattere ambientale che caratterizzano la situazione del nostro territorio e che decretano il fallimento di qualsiasi azione positiva?     
     Bisogna contrastare l’inefficienza burocratica, la criminalità organizzata, e tutti quei fenomeni d’illegalità, dal lavoro sommerso alla microcriminalità, e soprattutto bisogna bloccare la corruzione politico-amministrativa che, condizionando l'attività di governo locale, tenta di infiltrarsi nei grandi appalti per opere pubbliche ed edilizia privata, stravolgendo di fatto, le regole del “fare impresa” e scoraggiando, per di più, gli investimenti industriali.
     Senza un deciso intervento di rafforzamento su questi elementi, dal rispetto della legalità alla certezza del diritto, è difficile far sì che gli imprenditori scelgano il Mezzogiorno come territorio nel quale localizzare i propri capitali. Da qui nasce l’esigenza di tutelare la legalità sanzionando i comportamenti illeciti e responsabilizzando i governi locali a puntare sugli investimenti, chiudendo, una volta per tutte, il rubinetto dei regali.
     Ribadisca una volte per tutte agli amministratori, soprattutto a quelli del suo partito, che anche nella nostra città, S. Maria Capua Vetere, gli spazi industriali previsti dal PRG non possono essere contendibili da strutture commerciali ma devono essere destinati esclusivamente all’implementazione di laboratori, fabbriche, insediamenti industriali e piccole e medie imprese per la produzione artigianale locale e non.
     Aprire la nostra principale zona industriale dell’ex-tabacchificio al commercio al dettaglio è stato non solo una speculazione edilizia e un illecito procedimento di sgretolazione di un’area industriale, ma anche un processo deleterio per il commercio del centro storico e per il tessuto commerciale di tutta la città, costretto a subire una impari competizione con altre tipologie di attività.
     Lei ha l’obbligo politico e morale di impedire che le aree delle zone industriali possano essere oggetto di trasformazione urbanistica ai fini commerciali o, addirittura, residenziali, distruggendo il territorio della città e spremendo i cittadini a favore dei soliti noti.
     L'amministrazione corretta della “cosa” pubblica, inoltre, non può rinunciare al suo dovere di razionalizzazione del settore, perché altrimenti ci saranno zone troppo servite e altre sempre più carenti di servizi, come sta accadendo!
     Le aree industriali dismesse, per la maggior parte inserite nel cuore del tessuto cittadino, vanno tutelate, perché sono il nostro patrimonio più grande, l’ultima salvezza delle nuove generazioni.
      Una città straordinaria come la nostra non può fare finta di niente e continuare ad andare avanti sempre nella stessa direzione, negando presente e futuro a intere generazioni, sottomettendosi ai poteri forti degli speculatori come se nulla potesse cambiare mai in questa provincia!

Saluti
 una disoccupata povera
…ma solo di soldi