La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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martedì 9 settembre 2014

LA GUARDIA DI FINANZA DI SIENA ED IL CONSORZIO DEL VINO BRUNELLO DI MONTALCINO UNITI NELLA LOTTA CONTRO LE FRODI, A DIFESA DEL “MADE IN ITALY”. SCOPERTE FALSE CERTIFICAZIONI DOCG “BRUNELLO” E “ROSSO DI MONTALCINO”, MANIPOLATA L’INTERA FILIERA DEL VINO FAMOSO NEL MONDO. SEQUESTRATI OLTRE 160.000 LITRI DI VINO E 2.350 CONTRASSEGNI DI STATO.

Grazie ad una segnalazione del Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, la Procura
della Repubblica e la Guardia di Finanza senesi scoprono una clamorosa frode a
danno dell’immagine di una delle D.O.C.G. nazionali più famose nel mondo.
Un consulente tecnico di svariate aziende agricole produttrici di vino della zona di
Montalcino, rimaste vittime della frode - coadiuvato da collaboratori a vario titolo e con
diverse funzioni nell’ambito dell’intera filiera della produzione e messa in vendita di uve e
vino, in corso di identificazione – dal 2011 al 2013 è riuscito a commercializzare,
spacciandolo come vino Brunello e Rosso di Montalcino, un enorme quantitativo di
vino di modesta qualità.
Il professionista, abusando del rapporto lavorativo in essere e della fiducia confinatagli anche
in virtù di dimostrate elevate capacità professionali, si impossessava di documentazione e di
materiale genuino attestante la D.O.C.G. (contrassegni di Stato, documenti di trasporto,
fatture etc.) ovvero ne riproduceva di ulteriore in maniera artefatta.
I documenti contabili gli consentivano di accompagnare partite di uva e di vino comune -
acquistate, presumibilmente in nero – che vendeva alle cantine durante la fase della
vendemmia e dell’invecchiamento, mentre i contrassegni gli avrebbero permesso, invece, di
“vestire” da Brunello - in modo perfetto e impossibile da scoprire - bottiglie di
qualunque vino rosso.
Una parte del vino sequestrato all’esito delle delegate perquisizioni, infatti, era ancora nella
fase dell’invecchiamento in botte: in quei casi l’acquirente avrebbe conservato per anni quel
prodotto convinto di ottenere, alla fine del ciclo previsto dal disciplinare, un prodotto
eccellente.
Il meccanismo risultava poi ineffabile grazie alle straordinarie abilità informatiche del
soggetto, che è riuscito perfino ad inserire dati falsati nella banca dati A.R.T.E.A. della
Regione Toscana (Agenzia Regionale Toscana per le Erogazioni in Agricoltura), creando
perfetta corrispondenza tra la documentazione amministrativa mendace ed i dati telematici
consultabili dagli organi di controllo.Dalle indagini – delegate dal Sost. Procuratore di Siena dott. Aldo Natalini al dipendente
Nucleo di Polizia Tributaria del capoluogo – è emerso in effetti che l’abile truffatore aveva
eseguito ripetuti accessi telematici al citato sistema informatico ARTEA, falsificando i dati
delle dichiarazioni di produzione delle vendemmie, delle giacenze contabili e delle cessioni di
vino sfuso.
Le indagini delle Fiamme Gialle, svolte con la preziosa e determinante collaborazione del
personale dell’Ispettorato Repressione Frodi del Ministero delle Politiche Agricole, sede
di Firenze, sono partite in seguito ad una segnalazione da parte dall’Ente che si occupa
della tutela del prestigioso marchio, famoso in tutto il mondo, il Consorzio del Vino
Brunello di Montalcino, il quale, anche attraverso il dipendente Ente di certificazione
Valoritalia Srl, ha poi fornito agli inquirenti preziosa e costante collaborazione.
Le investigazioni finora svolte hanno consentito di rinvenire, a seguito di plurime
perquisizioni, e sottoporre a sequestro probatorio 165.467 litri di vino - pari a circa nr.
220.600 bottiglie del formato da 0,75 cl. - di cui litri 75.620 di Brunello di Montalcino e
litri 89.847 di Rosso di Montalcino, per un valore di almeno un milione di euro, ed
inoltre di numero 2.350 contrassegni di Stato e copiosa documentazione e materiale
contraffatto.
Le particolari abilità informatiche del “truffatore seriale” gli hanno consentito, altresì, di
introdursi all’interno del sistema “home banking” personale di due imprenditori, tentando di
trasferire a suo nome fondi su istituti di credito esteri e di impossessarsi, con operazioni di
sportello, di ben 350.000 euro dai conti correnti di uno di essi su conti propri.
Il consulente è stato denunciato per frode in commercio, accesso abusivo ad un sistema
informatico, appropriazione indebita aggravata e continuata e reati di falso.
Lo stesso – su richiesta dal P.M. titolare e su disposizione del GIP di Siena, confermata dal
Tribunale del Riesame di Firenze – è sottoposto alla misura cautelare del divieto di dimora
nel Comune di Montalcino. Inoltre, nei suoi confronti è stato disposto il sequestro
preventivo delle disponibilità finanziarie acquisite grazie alle truffe perpetrate, fino alla
concorrenza della somma di € 350.000,00, a titolo di profitto del reato ad oggi
provvisoriamente quantificato.
Le indagini - tuttora in corso per meglio definire il quadro probatorio e la rete di
corresponsabilità di eventuali altri soggetti coinvolti – costituiscono un esemplare caso di
perfetta sinergia e collaborazione, non solo tra uffici investigativi (Autorità Giudiziaria,
Guardia di Finanza e Ispettorato Antifrode del Ministero Politiche Agricole), ma
soprattutto, tra questi e l’Ente (Consorzio del Vino Brunello) che ha la grande
responsabilità di tutelare l’immagine di uno dei prodotti eno-grastronomici italiani più
importanti e rinomati nel mondo, vera e propria “copertina” del nostro sistema-Italia.
Le investigazioni svolte hanno, in questo senso, contribuito a tutelare il consumatore al
momento dell’acquisto del prodotto ed a garantire, nel contempo, la trasparenza del mercato
del vino, settore di primaria importanza per l’economia nazionale e l’immagine del
“Made in Italy”.