La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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domenica 13 luglio 2014

Operazione Anticrimine della Squadra Mobile di Caserta – operati due arresti, dalla squadra del vice questore ALESSANDRO TOCCO.



Nei giorni scorsi, la Squadra Mobile di Caserta, diretta dal V.Q. dr Alessandro TOCCO, impegnata in servizi anticrimine finalizzati a contrastare i reati contro il patrimonio, in due distinte operazioni, ha arrestato due pregiudicati, uno dei quali straniero.
In particolare, nella serata di Giovedì 10 giugno, gli uomini della Sezione Distaccata di Casal di Principe, coordinati dal dr Mario GRASSIA, arrestavano il pluripregiudicato FONDINO Giovanni, classe 74, colpito da ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso dall’Ufficio Esecuzioni Penali della Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello, dovendo espiare una pena di anni 3, giorni 24 di reclusione, in quanto riconosciuto colpevole del reato di estorsione commesso nel territorio di Marcianise.-
In particolare il FONDINO si è reso responsabile, unitamente ad altre persone, del c.d. “cavallo di ritorno”, reato molto diffuso nelle province di Napoli e Caserta, che consiste nell’estorcere denaro alla vittima di un furto, in genere di autovettura, per ottenerne la restituzione.
La cattura del FONDINO è avvenuta presso la sua abitazione, munita di porta blindata e sistema di videosorveglianza, istallato per eludere i controlli da parte delle Forze di Polizia, sita in Gricignano di Aversa alla via S. Antonio Abate

Nelle stesse ore, gli investigatori della Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile sottoponevano a fermo di p.g., per il reato di ricettazione, il cittadino ucraino KOTSYUBACH Oleksandr, nato in Ucraina il 14.03.1979, res. a S. Antimo (NA).
In questo caso, una pattuglia in borghese, impegnata in servizi anticrimine nell’agro aversano, a Trentola Ducenta (CE), notavano lo straniero che parcheggiava all’esterno di un noto bar una nuovissima vettura VW Golf e disceso dalla stessa si avvicinava a due noti pregiudicati del luogo.
Insospettiti dalla scena, i poliziotti decidevano di operare un normale controllo riuscendo però solo a bloccare lo straniero, che non riusciva neppure a discendere dal veicolo ancora in moto, mentre gli altri sospetti, alla loro vista, si allontanavano repentinamente a piedi.
Le successive verifiche permettevano di accertare che KOTSYUBACH Oleksandr annoverava precedenti penali per contraffazione di sigilli ed uso di sigilli contraffatti, essendo stato sorpreso alla guida di una vettura a cui erano state apposte targhe false.
Inoltre, nei suoi confronti risultavano alcuni controlli effettuati all’estero, in Polonia ed in Ungheria, a bordo di vetture immatricolate in Italia di cui era stato denunciato il furto o la rapina.
Pertanto, gli investigatori estendevano le verifica anche al veicolo alla cui guida si trovava il sospetto, appurando che, pochi giorni prima, il 29 giugno, ne era stato denunciato il furto a Casagiove (CE).
Pertanto l’uomo veniva sottoposto a fermo di P.G. per ricettazione.
Verosimilmente, KOTSYUBACH Oleksandr si accingeva a trasferire all’estero la vettura trafugata poco prima, sulla quale erano apposte ancora le targhe originali. Sono in corso ulteriori indagini finalizzate ad accertare il coinvolgimento del cittadino ucraino in organizzazioni criminali attive in Campania dedite al furto, alla ricettazione ed al riciclaggio di vetture che, poi, vengono immesse sui mercati del Nord Europa.
Infatti, tali attività criminali si sono rivelate particolarmente remunerative e poco rischiose, soprattutto per la facilità di immatricolazione dei veicoli rubati negli altri paesi europei, poco inclini ad effettuare rigorosi controlli sulla documentazione allegata alle vetture esportate dall’Italia che, spesso, è abilmente falsificata proprio per dissimularne la provenienza illecita.