La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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mercoledì 9 luglio 2014

GUARDIA DI FINANZA DI CASERTA: RECUPERATI A TASSAZIONE OLTRE 200 MILA EURO DI “PROVENTI ILLECITI” DERIVANTI DA UNA TRUFFA

I militari della Tenenza della Guardia di Finanza di Piedimonte Matese hanno passato al
setaccio i conti correnti riconducibili ad un ex dipendente delle Poste Italiane e a conclusione di
un’attività di verifica, dai riscontri ottenuti, hanno recuperato a tassazione oltre 200 mila euro di
“proventi illeciti”.
L’accertamento fiscale è scaturito da una pregressa, complessa e articolata indagine di polizia
giudiziaria, coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, che ha
avuto origine da diverse denunce presentate presso gli uffici delle Fiamme Gialle matesine da
persone che accusavano il predetto dipendente delle Poste ed un professionista di aver estorto
alle stesse somme di denaro, dietro la promessa di contributi statali, nonché di posti di lavoro
presso noti Istituti di Credito.
In particolare, i due soggetti, a fronte del pagamento in contanti di 6 mila euro come acconto,
promettevano ad ignari malcapitati l’ottenimento di finanziamenti dalla Regione Campania e/o
dalla Comunità Europea per la ristrutturazione di fabbricati rurali, nonché posti di lavoro presso
diverse banche, vantando legami e conoscenze con importanti funzionari regionali.
La complessa indagine di polizia giudiziaria, effettuata anche con l’ausilio di intercettazioni
telefoniche ed ambientali, si concludeva con l’arresto, in flagranza di reato, del professionista,
S. G. originario di Caserta, che ufficialmente svolgeva il lavoro di geometra ma di fatto faceva il
procacciatore di affari illeciti, per millantato credito e truffa, nonché con l’esecuzione di
un’ordinanza di custodia cautelare, nella misura degli arresti domiciliari, nei confronti dell’ex
dipendente pubblico, I. A. originario di Alife (CE), responsabile dei medesimi reati.
Fondamentale per la scoperta del raggiro è stato il contributo fornito da una delle vittime, la
quale, collaborando con la Guardia di Finanza, si prestava a svolgere un ruolo di finta
accondiscendenza alle pretese estorsive dei due truffatori, recapitando banconote,
precedentemente fotocopiate per il successivo riscontro, ad uno degli indagati. La consegna del
denaro, avvenuta in un bar di Alife, veniva abilmente registrata dai Finanzieri mediante
intercettazioni ambientali e l’utilizzo di microspie ed utilizzata come prova schiacciante della
truffa perpetrata.
Le successive indagini consentivano di individuare complessivamente oltre quaranta vittime del
raggiro posto in essere dai due indagati, nei confronti delle quali veniva applicato un vero e
proprio piano tariffario che variava in base all’importo del contributo da ottenere, nonché al
posto di lavoro offerto: per la categoria di impiegato corrispondeva una tariffa di circa 15 mila
euro, mentre per quella di usciere la cifra si aggirava intorno agli 8 mila euro.
I proventi derivanti dalle attività illegali producono ricchezza che costituisce la causa del
pagamento dei relativi tributi. La non tassabilità dei guadagni illeciti determinerebbe una grave
discriminazione tra i cittadini-contribuenti, in contrasto con i principi costituzionali, favorendo per
assurdo i “disonesti” piuttosto che gli “onesti”.