La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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sabato 17 maggio 2014

CAMORRA ALLA CAMERA DEI DEPUTATI E ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO - LA DDA DI NAPOLI E IL SERVIZIO CENTRALE OPERATIVO DELLA POLIZIA METTE LE MANI SUI UN TRAFFICO DI NOTIZIE RISERVATI A POLITICI E AFFARISTI CHE LE UTILIZZAVANO PER COMPIERE ATTI INIDONEI AL RUOLO CHE SVOLGEVANO

Ieri mattina  le Squadre Mobili delle Questure di Caserta e Firenze, coordinate dal  Servizio Centrale Operativo delle Polizia  di Stato, a seguito di una articola e complessa aniviei di indagine , hanno eseguito 18 ordinanze di custodia cautelare di cui 13 in carcere  e 5 egli arresti domiciliari i emesse dall’ufficio  GIP del Trlbunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia. di Napoli nei confronti di soggetti, affiliati anche  al clan camorristico  dei casalesi ed in particolare alle famiglie SCHIAVONE  IOVINE -RUSSO.
L’attivita’ di indagine ha consentito  di ricostruire  dettagliatamente le estorsioni commesse in im primo momento della famiglie IOVINE e successivamente dalla famiglia RUSSO, tant'é che gli imprenditori  vessati hanno indicato in modo sarcastico gli emissari ed i referenti del clan camorrista come la Russia e la Germania
Oltre le estorsioni il clan dei casalesi gestiva un traffico di sostanze stupefacenti del tipo cocaina  nonostante l’iniziale avversitò dei capi storici e carismatici, servendosi di galoppini casertani che  partendo dal territorio casertano con ingenti quantitativi di droga  trasportavano  con cadenza settimanale nelle diverse province della toscana dove la distribuzione avveniva con l’autorizzazione  degli affiliati  al vertice del sodalizio attraverso la supervisione di soggetti organici nel sodalizio che controllavano il territorio .
Le   indagini hanno consentito  di accertare il convolgimento di alcuni degli indagati anche in un una rapina perpetrata in  Pontedera il 18 giugno 2012 in danno di un furgone della Securpol Group con  conseguenze gravi per il ferimento di un testimone postosi all’inseguimento dei rapinatori  Tra i destinatari del provvedimento cautelare emesso dal GIP del Tribunale di Napoli vi sono anche
due appartenenti alla Polizia di Stato in servizio presso la Presidenza del Consiglio dei ministri i e la Camera dei Deputati , i quali, violando i doveri inerenti alle funzioni, rivelavano, in tempi diversi, informazioni riservate e coperte da segreto  istruttorio. In particolare, il pubblico ufficiale in servizio presso l'Ispettorato Generale  di P.S. presso la Camera dei Deputati, interrogando indebitamente la banca dati  (C.E.D.)` per  verificare  i precedenti penali di una persona e per acquisire le informazioni su eventuali procedimenti penali ed indagini, si introduceva abusivamente nel citato sistema informatico protetto da misure cli sicurezza. Il pubblico ufficiale in servizio presso l’ufficio  tecnico logistico gestionale terzo settore sanitario della Presidenza del Consiglio dei Ministri risultava in stretto contatto con affiliati di spicco del clan dei casalesi operanti sia in territorio casertano che toscano e comunicava le  loro informazioni riservate e coperte da segreto istruttorio ricevute  dagli investigatori  circa attività di intercettazione telefoniche ed ambientali in corso su numerosi affiliati del sodalizio. L’attivita’  d’indagine ha, inoltre, consentito  di accertare come il funzionario di polizia, in una girandola di rapporti, tutti o quasi, finalizzati a  rendere servigi a politici, imprenditori  o alte cariche  di apparati  pubblici, violando i doveri inerenti alla funzione ed al servizio, si rendeva protagonista di altre  rivelazioni di notizie da ` mantenere segrete. La frequenza, il numero e la natura dei rapporti, inoltre, lasciavano intuire  che il  pubblico ufficiale operasse costantemente con la finalità di acquisire informazioni anche da altri uffici e da colleghi al fine di comunicarle  all’esterno e, dunque, piegando la sua funzione di servitore dello Stato ad altre  finalità  in contrasto con i doveri di lealtà e di segretezza.