La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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lunedì 10 marzo 2014

GUARDIA DI FINANZA E POLIZIA DI STATO. SUD PONTINO: ARRESTATI SETTE SOGGETTI PER ASSOCIAZIONE A DELINQUERE CON L’AGGRAVANTE DI AVER FAVORITO IL CLAN DI CAMORRA DEI CASALESI E SEQUESTRATI BENI PER 1,4 MILIONI DI EURO.


A conclusione delle indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia, nella mattinata odierna i finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Roma e gli agenti della Polizia di Stato della Squadra Mobile di Latina hanno dato esecuzione a due ordinanze di custodia cautelare, disposte dal Giudice delle Indagini Preliminari del Tribunale di Napoli, nei confronti di sette persone, indagate per il delitto di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di più reati di appropriazione indebita, con l’aggravante di aver agito al fine di agevolare l’associazione camorristica denominata dei Casalesi-fazione SCHIAVONE, nelle cui casse finivano parte dei proventi dell’attività associativa.
Contestualmente sono state eseguite decine di perquisizioni a San Cipriano d’Aversa (CE), Casal di Principe (CE), Cancello ed Arnone (CE), Bonito (AV), Calvi Risorta (CE), Castel Volturno (CE), Formia (LT), Santi Cosma e Damiano (LT), Minturno (LT).
Sono stati inoltre sottoposti a sequestro preventivo beni del valore complessivo di circa 1,4 milioni di euro.
In particolare, all’esito di complesse investigazioni - condotte anche attraverso intercettazioni telefoniche, finalizzate al riscontro di convergenti dichiarazioni di collaboratori di giustizia - sono state tratte in arresto persone ritenute di rilievo del sodalizio dei Casalesi: i fratelli IANUARIO Salvatore e Antonio, il primo già detenuto, e DI PUORTO Salvatore, già colpito da ordinanza cautelare per vicende connesse a reati di riciclaggio posti in essere da esponenti del clan dei casalesi in Emilia Romagna e nella Repubblica di San Marino.
L’operazione - denominata dagli investigatori “FUORI GIRI” in quanto ha accertato la commissione, in Italia, di plurime condotte di appropriazione indebita di autovetture di grossa cilindrata, poi esportate in Germania, ove venivano immatricolate dopo la falsificazione dei numeri identificativi (la cd punzonatura) e dei documenti di circolazione – appare significativa non solo per l’elevata caratura criminale delle persone colpite dalle misure restrittive, ma anche perché delinea in maniera netta e precisa gli interessi dell’organizzazione dei Casalesi nel sud pontino, attraverso il reinvestimento degli ingenti profitti derivanti dalle criminali attività perpetrate.



CASANDRINO (NA): LA GUARDIA DI FINANZA SCOPRE DUE OPIFICI CHE IMPIEGAVANO 22 LAVORATORI A NERO, DI CUI 7 PRIVI DEL PERMESSO DI SOGGIORNO.
NEL QUADRO DELL’INTENSIFICAZIONE DEI SERVIZI DI PREVENZIONE GENERALE E CONTROLLO ECONOMICO DEL TERRITORIO, PARTICOLARE ATTENZIONE VIENE RIVOLTA AL FENOMENO DELL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, QUALE SERBATOIO DI MANOVALANZA PER LE ATTIVITÀ ILLECITE E L’ECONOMIA SOMMERSA - LAVORO NERO E/O IRREGOLARE, SOMMERSO D’AZIENDA. IN TALE CONTESTO, FINANZIERI DEL COMANDO PROVINCIALE NAPOLI HANNO INDIVIDUATO NEL COMUNE DI CASANDRINO (NA) DUE OPIFICI DI ABBIGLIAMENTO, UNO DEI QUALI TOTALMENTE SCONOSCIUTO AL FISCO, CON ALL’INTERNO NUMEROSI LAVORATORI EXTRACOMUNITARI, INTENTI AL CONFEZIONAMENTO DEI CAPI.
L’ATTIVITÀ ISPETTIVA, ESEGUITA DAI MILITARI DELLA COMPAGNIA DI AFRAGOLA, HA CONSENTITO DI INDIVIDUARE 22 LAVORATORI “IN NERO”. PER SETTE DI QUESTI, SPROVVISTI DI PERMESSO DI SOGGIORNO, SONO STATE AVVIATE LE PROCEDURE PER L’ALLONTANAMENTO DAL SUOLO ITALIANO.
SIA I TITOLARI DELLE IMPRESE, UN ITALIANO ED UN CITTADINO EXTRACOMUNITARIO DI NAZIONALITÀ BENGALESE, SIA I LAVORATORI SONO STATI DENUNCIATI ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI NAPOLI NORD PER VIOLAZIONE DELLA LEGGE BOSSI-FINI E, IN PARTICOLARE, PER FAVOREGGIAMENTO ALL’IMMIGRAZIONE CLANDESTINA, I PRIMI, E PERCHÉ LAVORATORI NEL TERRITORIO ITALIANO SENZA PERMESSO DI SOGGIORNO, I SECONDI.
SONO IN CORSO ACCERTAMENTI DI NATURA FISCALE DIRETTI A QUANTIFICARE I REDDITI CONSEGUITI E NON DICHIARATI DALLE CITATE IMPRESE.