La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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domenica 22 dicembre 2013

L'ANGOLO DELLE FAVOLE DELL'OSSERVATORE SAMMARITANO

LA FAVOLA DI MASTRO DANNI E DEGLI AMICI DEL CASALE

C’era una volta… “Un Re”, diranno i miei giovani lettori…
No, non un Re… C’era una volta un falegname che aveva un chiodo fisso.
Il suo nome era Mastro Danni e il chiodo fisso era fare dispettucci al suo rivale, il Borgomastro.
Il problema è che Mastro Danni, grande maestro della sega dentellata, era ormai affetto da una cecità sempre più grave, che gli ottenebrava la vista e gli impediva di guardare la realtà.
Cosa fece un giorno Mastro Danni?
Sono qui a spiegarvelo, cari lettori: c’è stata un’epoca buia, in cui Mastro Danni aveva grande potere e ne approfittava, in tutti i modi, per favorire i suoi amici provenienti dal Casale, uomini della corte del Principe.
Fu il caso, per esempio, dei lavori per rimettere a posto il Palazzo dove aveva dormito un celebre Eroe.
Quando Mastro Danni cadde in disgrazia, non riusciva a rassegnarsi alla sconfitta e meditava vendetta. Il suo obiettivo era riuscire a favorire, anche da perdente, i suoi amici del Casale.
Andò quindi dal Capo Ingegnere, pretendendo di vedere “in anteprima” i documenti che sarebbero serviti per la scelta dei Costruttori che avrebbero lavorato nel Palazzo dell’Eroe.
Ma il Capo Ingegnere si rifiutò, argomentando che trattavasi di una richiesta illecita.
E allora Mastro Danni, mai domo,  pur di screditare i rivali Costruttori  che potevano danneggiare i suoi  amici del Casale, decise di utilizzare   i cantastorie disponibili, nella convinzione che, screditando loro, avrebbe favorito i suoi
Come finì la storia?

Cari amici lettori, la storia non è ancora finita. Ma una cosa è certa: Mastro Danni continua a dimorare nelle stanze del Potere Romano e cercherà di distruggere il villaggio difeso dal Borgomastro e da tutti coloro che hanno capito da tempo che nella frustrazione degli sconfitti alberga solo la rabbia cieca e vendicativa.