La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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lunedì 7 ottobre 2013

SANTA MARIA CV - QUOTE ROSA L'INTERVENTO DELL'AVV.PROCURATORE ANGELA CIPULLO

Quale cittadina politicamente attiva nonché partecipante nelle fila delle liste civiche che hanno supportato e portato alla vittoria la coalizione di Di Muro, ma soprattutto come donna, sento il dovere di intervenire nel dibattito seguito all’avviso pubblico per la nomina della quota rosa sammaritana,il cui scopo è solo quello di acquisire la disponibilità da parte di appartenenti al gentil sesso a ricoprire un ruolo in seno all’esecutivo della città del foro.
Una polemica sterile e strumentale quella posta in essere da donne con cui condivido il genere ma non il pensiero.
Ritengo, e credo di rappresentare il diverso punto di vista di moltissime altre donne, che quella sulle quote rosa sia una legge ipocrita, che sotto l’egida delle pari opportunità e del rispetto dell’uguaglianza sancita dalla nostra Carta Costituzionale, finisce per trattare le donne come portatrici di un handicap (forse da ricercare nel diverso organo riproduttivo) bisognose di avere a disposizione posti riservati per trovare affermazione.
Inoltre tra le firmatarie del comunicato vi sono donne ai vertici di partiti politici che hanno avuto la possibilità all’interno della coalizione di maggioranza di fare una scelta politica sulla persona che rappresentasse il loro partito. Tale scelta, per non sconvolgere equilibri interni è ricaduta su uomini (Carlo Russo in quota socialista e Antonio Scirocco in quota PD) ed è evidente che ancora oggi ricade su uomini se non è stato consegnato al sindaco il nome di una donna da parte di tali gruppi della maggioranza, che hanno preferito adottare criteri diversi basati sul consenso popolare e sulla capacità di convinzione in cui le “femmine” non sono riuscite ad avere la meglio.
Sarebbe stato più coerente mettere in discussione, all’interno della propria formazione politica, i criteri utilizzati piuttosto che attaccare la scelta operata dall’amministrazione, dettata da una norma penalizzante oltre che discriminatoria.
Non condivido dunque la battaglia femminista che si vuole mettere in piedi e non mi sento per niente discriminata o offesa dall’avviso pubblico, che potrebbe essere un segno di un nuovo modo di rendere la politica e il governo della città più trasparente e vicino ai cittadini.
                                                                                                         
                                                                                                                       Avv. p. Angela Cipullo