La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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venerdì 28 giugno 2013

SANTA MARIA CAPUA VETERE - SALVATE IL SOLDATO RYAN!!!!


Come spesso accade nella realtà quotidiana, a volte poche parole messe insieme a caso o per scelta voluta da parte di personaggi di spicco, diventano modi di dire che vanno ben al di là del loro intrinseco significato.
E’ ciò che è accaduto negli ultimi tempi nel nostro ambiente attento e fervente di queste associazioni apartitiche, che hanno sostenuto la carica di Biagio Di Muro a sindaco di questa città.
Le poche parole del titolo del romanzo di Max Allan Collins, assurto all’attenzione mondiale nella rappresentazione scenico cinematografica dal grande regista Steven Spielberg “Salvate il soldato Ryan”, hanno assunto per tutti noi un significato ben preciso;  è indispensabile, in questo particolare e delicato momento di politica locale, che il sindaco (soldato Ryan) sia salvato. Salvato dai tanti pericoli che sta correndo nelle mani di quanti tramano sulla sua ingenuità e nella sua ormai decisa convinzione di dover comunque ”salvare la patria” da solo.
 Ciò che egli pensa di fare con il suo tono passivo è mera utopia, perché il soldato Ryan resta sempre più solo, perché tutti intorno a lui dormicchiano volutamente o non volutamente sui problemi della città, che, comunque, spuntano da ogni parte. Costoro non riescono nemmeno ad accorgersi che la causa del loro insuccesso complessivo, che dura ormai da due anni, non è la mancanza di finanziamenti e le difficoltà finanziarie, non sono le beghe amministrative, non è il dominio sistematico nelle scelte della burocrazia comunale; la verità è ben altra il soldato Ryan è circondato da compagni di avventura che non hanno alcuna intenzione di voler ben amministrare o per incapacità obbiettiva o per pochezza di idee o per motivi che vanno ben al di là di ogni possibile immaginazione.
Negli ultimi giorni gli avvenimenti che denunciano tale incapacità si sono susseguiti a raffica ed è ben difficile capire dove prevalga l’incompetenza o la mala fede da parte di alcuni amministratori. Gli eventi di questi ultimi giorni che hanno destato maggiormente l’interesse dei cittadini sono stati molti e vanno dalla crisi del servizio di N.U., allo spuntare spontaneo di un “monolite fumoso” dinanzi all’anfiteatro campano; ma purtroppo dietro questi casi, che, in verità, sono solo episodi di normale cattiva amministrazione, che possono essere risolti, comunque, con i mezzi a disposizione e con la necessaria esperienza amministrativa, ve ne sono altri che fanno profondamente riflettere.
Infatti gira negli ambienti comunali una proposta di deliberazione, che riesuma una vecchia iniziativa, che va indietro nel tempo: la riduzione della distanza cimiteriale da 200 a 50 metri. La bozza di deliberazione, che è stata imbastita certamente in fretta e da qualche funzionario sprovveduto, porta avanti un discorso equivoco che vorrebbe indirizzare il lettore verso un giudizio positivo sulla bontà del provvedimento, in sostanza resta un atto equivoco, dubbioso e fumoso, peggiore di un auspicio funesto della “Sibilla Cumana”.
Pertanto, rinviando questo argomento e tanti altri ad altre pubblicazioni, ci preme di chiedere subito e prima che sia troppo tardi, indistintamente a tutte le forze politiche presenti in consiglio di maggioranza e di minoranza, a tutti coloro che coprono cariche politiche importanti, a tutti i funzionari comunali ed al corpo impiegatizio di salvare il soldato Ryan, perché salvando lui salveremo la nostra città.
Gli ultimi due anni sono andati ormai perduti e l’insuccesso dell’intera amministrazione non può essere addebitata solo al soldato Ryan, che viene ormai usato come scudo o capro espiatorio per tutto quello che hanno promesso e non mantenuto. Il soldato Ryan non rappresenta alcun partito, ma la reazione di un popolo, sfruttato e venduto per venti anni; un popolo che aspettava un cambiamento, una rinascita.
Dove sono il P.D., il Rinnovamento, che fa la “zavorra” di fronte ad un programma elettorale, che indica chiaramente gli indirizzi più sani per questa città? In questi ultimi due anni vi era tutto il tempo di impostare e programmare cose veramente serie per l’interesse comune, per ritornare alla grande nello scenario provinciale; al contrario si sono inventate la città di cinquanta o sessantamila abitanti, che ci costringerà a vivere in un habitat che non è auspicabile nemmeno per gli animali.
Abbiamo ancora il tempo di riscattarci, di ritornare alla grande e ricoprire il  ruolo che ci meritiamo. Non devono essere più commessi gli errori, perché di errori si tratta, che hanno portato al trasferimento di parte del tribunale ad Aversa. Dobbiamo risvegliarci tutti ed in particolare devono assumere le loro responsabilità coloro che vivono di politica nel nostro scenario comunale.
Per questi motivi se siamo veramente pronti a cambiare indirizzo di governo alla nostra città, per la quale siamo disponibili a dare qualunque forma di contributo, con il presente intervento vogliamo invitare in particolare la prof.ssa Camilla Sgambato, il cui risultato elettorale ottenuto nelle ultime elezioni è di assoluto significato e rispetto, di farsi promotrice e ambasciatrice di una rinascita a favore della classe dei lavoratori, dei socialmente deboli e di quanti credono nel vero bene della città, che non è certamente la speculazione edilizia.
Noi crediamo nel suo programma e siamo sicuri che nei prossimi tre anni si possa attuare quello che la città si aspetta per risollevare  e far risorgere questa povera, vecchia, gloriosa, storica Capua Antica.
Solo così finiranno i saccheggiamenti.

Per le associazioni Nicola Cantone

giovedì 27 giugno 2013

CAMORRA E BINGO - LA DDA DI NAPOLI CHIEDE ED OTTIENE 57 ORDINANZE DI CUSTODIA CAUTELARE


Nelle prime ore della mattinata odierna, nell’ambito di una articolata indagine coordinata dai magistrati della Procura della Repubblica di Napoli — Direzione Distrettuale Antimafia, sviluppatasi su tutto il territorio nazionale ed in particolare nelle province di Caserta, Napoli, Frosinone, Modena, Reggio Emilia, Catania, é stata data esecuzione ad un’Ordinanza di Custodia Cautelare emessa dall’Ufficio G.I.P, presso il Tribunale di Napoli, nei confronti di 57 persone (per 56 delle quali con custodia cautelare in carcere e per l con arresti domiciliari), gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di partecipazione e concorso esterno in associazione a delinquere di stampo camorristico, associazione per delinquere finalizzata all’esercizio abusivo dell’attività di gioco e scommesse, illecita concorrenza con violenza e minacce, truffa aggravata ai danni dello Stato, frode informatica, riciclaggio e reimpiego, intestazione fittizia di beni, estorsione, ed altri delitti aggravati dalle finalita mafiose. Nello stesso ambito, é stata altresì data esecuzione ad un provvedimento di sequestro preventivo, ex artt. 321 co. 2 del c.p.p. e 12 sexies L. 356/1992, di beni mobili ed immobili nella disponibilità di appartenenti all’organizzazione 0 intestati a prestanome e società di riferimento del Clan dei Casalesi, valutati ad una prima stima in circa 450 milioni di euro.

L’operazione ha assunto il nome di "RlSCHlATUTTO".

Le misure cautelari costituiscono l’esito di tre articolate indagini di P.G. - delegate al R.O.S. dei Carabinieri di Napoli, alla Squadra Mobile e al Nucleo Polizia Tributaria di Frosinone e al Gruppo della Guardia di Finanza di Aversa - aventi quale comune denominatore il capillare controllo operato, con il metodo mafioso, nel settore dei giochi pubblici dal “Clan dei Casalesi" ed i notevoli investimenti realizzati in questo comparto, con la compiacenza di imprenditori collusi del medesimo cartello camorristico. Le risultanze investigative delle tre attivita, intersecandosi e completandosi a vieenda, hanno fomito un ampio quadro probatorio e rilevanti riscontri oggettivi alle dichiarazioni di numerosi Collaboratori di Giustizia.

Gli odiemi provvedimenti si inquadrano nell’azione di contrasto posta in essere, da tempo, da questo Ufticio, nei coniionti di quello che rappresenta uno degli "affari” illeciti piu redditizi della camorra campana - ovvero la gestione della distribuzione degli apparecchi da gioco e da intrattenimento, delle sale bingo, della raccolta delle scommesse su eventi sportivi e non, e del gioco d’azzardo "on line" - e che pub detinirsi una vera e propria piaga dei nostri tempi,

nell’ambito di un settore che, facendo leva sulla propensione di tanti cittadirii al gioco d’azzardo, consente, tra l’altro, di riciclare con estrerna semplicita il denaro della camorra. La continua attivita di contrasto ha gia consentito, nel 2009, di disarticolare una delle principali holding criminali del settore, il cd. “Grupp0 GRASSO"; non a caso, tra i destinatari delle misure cautelari oggi eseguite,vi sono ancora una volta GRASSO Renato, il fratello Tullio e IOVINE Mario che gia tiguravano tra i principali indagati delle precedenti inchieste.

Sono state oggetto di sequestro le seguenti sale bingo:

- il CENTER GAMES NORMANNO S.R.L., in Aversa (Ce);

- la BINGO BOYS S.R.L. di Teverola (Ce);

- la JACKPOTALTO S.R.L. sala bingo di Napoli, Parco San Paolo;

- la MONTECARLO S.R.L. sala bingo di Casoria (NA);

- la FIGLI DELLE STELLE 3 S.R.L. e la GALLETTO FORTUNATO S.R.L. titolari della sala

bingo di Ferentino (FR).

L’attivita investigativa dei Carabinieri del ROS di Napoli, che si concretizza con l’esecuzione di 51 Ordinanze di Custodia Cautelare in Carcere ed il sequestro di ingenti beni mobili ed immobili, costituisce la seconda ed ultima tranche dell’attivita investigativa "N0rmar1dia 2” condotta contro la compagine criminale allora capeggiata da SCHIAVONE Francesco detto Sandokan – condannato a lunga pena detentiva per associazione mafiosa, omicidio ed altro - e successivamente sotto l’egemonia del primogenito SCHIAVONE Nicola, anch’egli colpito dall’odiemo provvedimento.

La precedente indagine ha gia documentato nel 2010 - con l’3.1’1'€StO di 16 indagati per associazione di tipo maiioso riciclaggio, turbativa d’asta, truffa, abuso di ufficio ed altri reati noriché il sequestro preventivo, ex artt. 321 co. 2 del C.P.P. e 12 sexies L. 356/1992, di beni mobili ed immobili – la complessa ed articolata attivita criminale dell’0rganizzazione iinalizzata soprattutto al controllo di appalti pubblici e privati. In quella occasione si procedette per l’individuazione delle imprese facenti parte del cartello di imprese che con il sistema delle cd. buste d’appoggio controllava l’assegnazione degli appalti pubblici in provincia di Caserta, con la collusione di funzionari e politici locali.

Le risultanze investigative, avvalorate ulteriormente dagli esiti di altre distinte attività del ROS, già denominate "Albanova" ed "Overlord condotte soprattutto per l’accertamento dei numerosi investimenti immobiliari effettuati nelle province dell’Emilia Romagna, hanno permesso di individuare i flussi di reimpiego di capitali di origine illecita, soprattutto fuori dalla provincia di Caserta, documentando:

• l’interesse dell’organizzazione criminale nella gestione di circoli privati ove erano installate anche slot machine modificate, nonché di siti per l’esercizio del gioco d’azzardo on-line. In particolare é stato accertato come NOVIELLO Antonio, responsabile della gestione delle sale da gioco e di alcuni investimenti in Emilia Romagna, era il gestore del circolo privato MATRIX sito in Castelfranco Emilia (MO), ove si praticava principalmente il gioco d’azzardo tramite apparecchiature omologate ed opportunamente modiiicate al fine di eludere i controlli. Per l’installazione delle apparecchiature e la loro moditica, gli indagati avevano coinvolto l’impresa modenese "G.A.R.I. S.r.l.", il cui amministratore unico, PADOVANI Antonio, destinatario fra gli altri della misura restrittiva personale e reale, e risultato contiguo alla famiglia mafiosa capeggiata da Nitto SANTAPAOLA. Inoltre, attraverso postazioni telematiche installate per l’attività di "internet p0int", sono stati realizzati collegamenti clandestini con siti per la gestione del gioco 0n—line (www.europagraricasino.com e www.dollarocasino.com) i cui server erano fisicamente dislocati in Romania e nella disponibilità di società costituite dagli stessi indagati. Sono stati documentati poi i rapporti tra il "Grupp0 SCH1AVONE" e la società di scommesse "BETTING 2000", titolare di concessione del Ministero delle Finanze e riconducibile ai fratelli GRASSO Renato e Tullio, imprenditori nel settore dei videogiochi, i quali si erano garantiti una condizione di monopolio per la fornitura di apparecchi elettronici nella maggior parte dell’ area campane, nonché il basso Lazio e la Capitale, finalizzati all’apertura di nuovi centri scommesse gestiti dal sodalizio, utilizzando le credenziali della citata societa;

• il reinvestimento di capitali illeciti in attivita imprenditoriali ed acquisizioni di complessi immobiliari in Emilia Romagna attraverso SOLA Carmine e ARDENTE Antonio, personaggi perfettamente integrati nel contesto emiliano e particolarmente abili nella gestione di capitali riconducibili all’organizzazi0ne;

• il controllo e la gestione di un ingente commercio di autovetture, effettuato siiuttando le garanzie commerciali e bancarie di un numero considerevole di personaggi del settore. In tale contesto, le responsabilità trovano origine e fondamento in atti giudiziari e controlli relativi al sequestro antimafia della concessionaria "TRIDENT Motor Group" e del contestuale rinvio a giudizio di

SCHIAVONE Nicola per aver reinvestito denaro, illecitamente accumulato, dall’organizzazione camorrista;

• il commercio di orologi preziosi quale valida scelta per riciclare proventi illeciti. Ciò attraverso la compiacenza di professionisti di settore, titolari di rivendite di preziosi in collegamento diretto con SCHIAVONE Nicola, in grado di garantirne l’approvvigionamento e la successiva re-immissione in commercio della merce.

Il Ros di Napoli ha eseguito il sequestro preventivo di 218 veicoli, 2 imbarcazioni da diporto, 176 beni mobili fra ville, appaitamenti, locali commerciali e terreni, 117 societa e imprese individuali nonché numerosi conti coxrenti e prodotti rinanziari.

Le ulteriori risultanze scaturite dalle connesse attivita, comunque riconducibili al contesto investigate hanno, inoltre documentato:

• l’escalati0n criminale ai vertici del clan di SCHIAVONE Nicola, figlio di Francesco "Sand0kan", che gia dal 2004 aveva la direzione di un autonomo gruppo delinquenziale composto da fidati sodali, dimostrando progressivamente notevoli capacita di gestione e di organizzazione (con il benestare dell’allora latitante IOVINE Antonio, inteso “0’Ninn0"), imponendosi quale elemento più rappresentativo dell’organizzazione casalese;

• la complicita di un funzionario di banca che per un periodo ha ricoperto anche la carica di direttore pro tempore della filiale di Casal di Principe dell’ex Banco di Napoli, presso cui confluivano numerosi assegni provenienti dall’attività delle società "Auto F—l s.a.s di CORVINO Giancarlo & C." operanti nel settore del mercato automobilistico riconducibili a SCHIAVONE Nicola;

• il sorgere di contrasti nei rapporti, iino ad allora di non belligeranza, tra le famiglie SCHIAVONE e BIDOGNETT1, scaturiti a seguito di una rissa per futili motivi, nella quale veniva coinvolto il figlio minore di SCHIAVONE Francesco, Ivanhoe, e ad alcuni successivi episodi di devastazione di locali pubblici - bar "PENELOPE" di Parete e "Caffé MATTEOTTI" di Casal di Principe - collegati alla medesima vicenda e riconducibili al patrimonio sommerso delle due famiglie.

Sono state inoltre riscontrate le dichiarazioni rese da vari Collaboratori di Giustizia che con le loro propalazioni hanno confermato :

• le posizioni ricoperte, in seno al1’organizzazione, da CACCIAPUOTI Bartolomeo, CIERVO Bemardo e DELLA CORTE Nicola, ritenuti gli elementi pii1 rappresentativi e uomini di fiducia di SCHIAVONE Nicola;

• quanto gia emerso nell’attivita investigativa in ordine al triplice omicidio di BUONANNO Francesco, PAPA Giovarmi Battista e MINUTOLO Modestino, afiiliati al Gruppo SCHIAVONE, commesso nel maggio 2009, quale epurazione intema decisa da SCHIAVONE Nicola.

Le indagini condotte, congiuntamente, dal Nucleo Polizia Tributaria della Guardia di Finanza e dalla Squadra Mobile della Questura di Frosinone hamro invece avuto origine a seguito di fatti cruenti ed attentati compiuti, nel 2008, ai danni della sala bingo di Ferentino (FR) che hanno portato soggetti contigui alla criminalità organizzata ad assumere il controllo dell’impresa. Si e potuto cosi ricostruire, mediante intercettazioni telefoniche, accertamenti patrimoniali e bancari, servizi di appostamento e pedinamento ed esame di copiosa documentazione amministrativo-contabile una vastissima e rilevante attivita di acquisizioni societarie, in diverse citta italiane, da parte di soggetti che, a vario titolo, rappresentavano una convergenza di interessi tra diverse consorterie criminali di stampo mafioso e di stampo camorristico. In particolare, e stato possibile individuare alcuni faccendieri scaltri e spregiudicati, che hamio fatto da raccordo con il crimine organizzato, consentendo ima costante e progressiva iniiltrazione anche in aree territoriali apparentemente non interessate dal fenomeno mafioso. Rilevante in questo segmento di indagine il ruolo di LA VENTURA Vincenzo, capace di interfacciarsi fra la camorra e gli imprenditori del settore ed assumere il controllo di alcune sale bingo pur senza disporre apparentemente dei necessari capitali di partenza e di PADOVANI Antonio, riferimento nel settore della criminalità organizzata siciliana. Questo filone delle indagini patrimoniali ha consentito di individuare e sottoporre a sequestro beni dislocati nelle province di Frosinone, Roma, Latina, Caserta, Napoli, Lucca, Grosseto, Sassari, Catania e Firenze, distinti in 18 complessi aziendali, 153 immobili tra terreni e fabbricati, 86 quote di partecipazione in 41 società, 59 veicoli, 230 rapporti bancari per un valore stimabile in circa 200 milioni di euro.

L’attivita d’indagine dei finanzieri del Gruppo di Aversa, inline, ha tratto spunto dal monitoraggio degli imponenti lavori di allestimento di una importante sala giochi di Aversa, che conduceva gli investigatori a concentrare la loro attenzione su fratelli Mario e Luciano CANTONE, gia emersi in precedenti indagini quali imprenditori che operavano nell’interesse dei fratelli Massimo e Giuseppe RUSSO, esponenti della fazione "SCHIA VONE" del "Clan dei Casalesi" . Le indagini tecniche, corroborate dagli accertamenti patrimoniali, consentivano di accertare che i fratelli CANTONE, avvalendosi di numerosi prestanome che venivano periodicamente avvicendati, erano gli effettivi proprietari di quote di partecipazione in diverse societa - in alcune delle quali per l’intero capitale sociale - aventi sede nell’agro aversano e a Napoli, operanti nei settori del bingo e dell’intrattienimento.

Nei confronti dei CANTONE e dei loro prestanome, sono stati sottoposti a sequestro 4 appartamenti del valore commerciale di circa 500.000,00 euro; 3 complessi aziendali (consistenti nella sala bingo e nella sala giochi piu grandi dell’Agro aversano) del valore di circa 10 milioni di euro, 14 quote di partecipazione in 9 societa, per un valore nominale pari a complessivi 90.000 euro. Nella loro totalità, i beni costituenti il patrimonio illecito sottratto a quella propaggine del "Clan dei Casalesi" riconducibile al "Gruppo SCHIA VONE" a seguito delle attivita investigative condotte dal ROS dei Carabinieri di Napoli, dalla Guardia di Finanza del Gruppo di Aversa e dal Nucleo di Polizia Tributaria e Squadra Mobile di Frosinone in esecuzione al decreto di sequestro preventivo emesso dal Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Napoli, ai sensi del combinato disposto degli am. 12 sexies Legge 356/92 e 321 c.p.p., sono cosi riepilogabili :

- 347 immobili tra terreni e fabbricati;

- 148 aziende;

- 280 autovetture (tra cui una Ferrari 5 50 Maranello ed una Ferrari F 355);

- 247 rapporti bancari;

- quote societarie per un valore nominale pari a complessivi euro 1.036.488;



ELENCO DELLE PERSONE ARRESTATE

1. ARDENTE Antonio, nato a Caserta il 03.04.1971;

2. BALDASCINI Umberto, nato a Casema il 20.02.1987;

3. BARALLO Mario, nato a Casal di Principe (CE) il 18.01.1983;

4. BARBATO Francesco, nato a San Cipriano d'Aversa (CE) il 21.11.1979;

5. BIANCO Massimo, nato a Caserta il 18.03.1975;

6. CACCIAPUOTI Bartolomeo, nato a S. Maria Capua Vetere (CE) il 23.06.1973;

7. CIERVO Bernardo, nato a Caserta il 28.06.1983;

8. CONTE Vincenzo, nato a Villa di Briano (CE) il 06.05.1967;

9. CORVINO Giancarlo, nato a Casal di Principe (CE) il 10.01.1976;

10. CORVH\IO Giuseppe, nato a Casal di Principe (CE) il 29.09.1955;

11. CORVH\IO Paolo, nato a Casal di Principe (CE) l’11.03.1965;

12. CORVINO Rodolfo, nato a Caserta il 23.04.1971;

13. DE MAGISTRIS Alfonso, nato a Napoli il 17.01.69;

14. DELL’AVERSANO Massimo, nato a Caserta il 19.08.1974;

15. DELLA CORTE Nicola, nato a Villa di Briano (CE) il 07.07.1970;

16. DI PUORTO Sigismondo, nato a San Cipriano d’Aversa (CE) il 02.03.1972;

17. FEMIA Nicola, nato Marina di Gioiosa Ionica (RC) il 01.02.1961;

18. GALLO Massimo, nato a Napoli il 22.01.1972;

19. GRASSO Renato, nato a Napoli il 09.08.1964;

20. GRASSO Tullio, nato a Napoli il 27.07.1973;

21. GRIFFO Cipriano, nato a S. Cipriano d’Aversa (CE) il 12.01.1967;

22. GURLUI Ancuta Ioana, nata a Bucarest il 21.08.84;

23. IACOLARE Alfonso, nato Villaricca (NA) il 09.08.1981;

24. IOVINE Mario, nato a San Cipriano d’Aversa (CE) il 18,09.1959;

25. LETIZIA Raffaele, nato a Casal di Principe (CE) il 15.04.1969;

26. MORZA Tommaso, nato a Napoli il 13.8.1975;

27. NIGRO Luigi, nato a Napoli il 22.07.1966;

28. NOVIELLO Antonio, nato a Casal di Principe (CE) il 05.09.1975;

29. NOVIELLO Epaminonda, di Vincenzo, nato a Casa] di Principe il 15.09.1959;

30. NOVIELLO Vincenzo, nato a Peterborouch (GB) il 05.02.1967;

31. OLIVA Cesario, nato ad Aversa il 08.12.1953;

32. PAGANO Antonio, nato a S. Cipriano d’Aversa (CE) il 10.03. 1968;

33. PAOLELLA Nicola, nato a Santa Maria Capua Veterc (CE) il 10.02.1981;

34. PARENTE Giuseppe, nato a Qualiano (NA) il 05.03.1954;

35. PASCALE Mario, nato a Casaluce (CE) il 13.10.1973;

36. PERRONE Alfonso, nato a Hehennemmingen (D) il 27.06.1965; .

37. PICAZIO Pietro, nato a Torre Annunziata (NA) il 19.03.1980;

38. PICCOLO Pasquale, nato a Reggio Emilia il 31.05.1974;

39. SALZANO Francesco, nato a Santa Maria la Fossa (CE) il 17.10.1973;

40. SALZILLO Bruno, nato a Casal di Principe (CE) il 19.01.1965;

41. SCARANO Ciro, nato a Portici (NA) il 24.04.1961;

42. SCHIAVONE Armando, nato a Capua (CE) il 7.12.1974;

43. SCHIAVONE Nicola, nato a Loreto (AN) il 11.04,1979;

44. SOLA Carmine, nato a Napoli il 05.09.1973;

45. '1`ANCRED1 Antonio, nato a Potenza il 13.07.1966;

46. TANCRED1 Luigi, nato a Potenza il 27.04.1965;

47. TEMPERATO Alfredo, nato a S. Maria Capua Vetere (CE) il 20.11.1980;

48. VANACORE Gennaro, nato a Napoli il 08.09.1972;



49. PADOVANI Antonio, nato a Catania il 18.03.1952;

50. CANTONE Luciano, nato a Lusciano (CE) il 05.03.1957;

51. CANTONE Mario, nato a Napoli il 12.09.1970;

52. LA VENTURA Vincenzo, nato a Napoli il 03.12.1955;

53. PELLEGRINO Vincenzo, nato a Villa di Briano (CE) il 12.10.196l.

AGLI ARRESTI DOMICILIARI

54. MATTU Lucia, nata ad Aversa (CE) il 13.07.1976.

OPERAZIONE NORMANDIA 2 LA DDA DI NAPOLI ESEGUE 57 ORDINANZE




I CARABINIERI DEL ROS E DEL COMANDO PROVINCIALE DI CASERTA, CONGIUNTAMENTE ALLA GUARDIA DI FINANZA E ALLA POLIZIA DI STATO, STANNO ESEGUENDO IN DIVERSE REGIONI D’ITALIA 57 PROVVEDIMENTI RESTRITTIVI, RICHIESTI DALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI NAPOLI, NEI CONFRONTI DI ESPONENTI DEL “CLAN DEI CASALESI”.

SONO IN CORSO SEQUESTRI DI BENI MOBILI ED IMMOBILI NELLA DISPONIBILITÀ DEGLI INDAGATI, VALUTATI IN DIVERSE CENTINAIA DI MILIONI DI EURO.

TRIBUNALE S.MARIA CAPUA VETERE- CARLO AMOROSO - LA VERA SCONFITTA E' QUELLA DEL PDL


In considerazione del particolare momento critico che vive la politica in ogni suo ordine e grado, dagli amministratori dei piccoli comuni, ai parlamentari ed ai partiti e gruppi politici di tutto l’arco costituzionale, era maturata in me la decisione di “disintossicarmi” dalla stessa dedicando la maggior parte del mio tempo tra famiglia e lavoro. Ma, purtroppo, quando nel tentativo di rilassarmi leggendo qualche giornale o curiosando su internet leggo ho letto di argomenti che riguardano la città in cui ho vissuto ed ho amministrato, la città in cui attualmente vivo ed il mio mondo lavorativo, istintivamente si è risvegliata in me una certa curiosità politica in cerca di capire alcune cose.
In primo luogo vorrei capire la vittoria politica della creazione ad Aversa del Tribunale del Tribunale di Napoli Nord, tanto ostentata dall’ex senatore Paquale Giuliano, attuale coordinatore provinciale del PdL, perché viene continuamente definito come uno “scippo” da parte del PdL sammaritano ? Mi sfugge qualcosa o ancora S. Maria C.V. si trova in provincia di Caserta? Diamo per buono che gli esponenti politici del centrosinistra in provincia di Caserta non sono stati all’altezza politica nel difendere il territorio e che la stessa amministrazione sammaritana non appartenendo ad una parte politica facilmente identificabile non ha trovato politici di alto livello in grado di sostenere la propria posizione a difesa della città del foro, ma cosa ha fatto il PdL sammaritano, che, mi risulta, ha ottimi rapporti con i vertici del partito e con i vertici della politica regionale in Campania per tutelare il buon nome della giustizia sammaritana ? Ho letto solo di interventi mediatici pieni di demagogia e populismo, volti solo a cercare di infangare l'amministrazione comunale sammaritana, ma senza mai essere propositivi sull'argomento (ai lettori l'ardua sentenza se per incapacità o per connivenza con l'ala aversana del partito).
La mia disamina a questo punto appare alquanto scontata. Infatti, l’unica parte politica realmente sconfitta a S. Maria C.V. rimane il PdL, in quanto totalmente non considerato dai propri vertici provinciali e ritenendoli meritevoli di un tale “scippo” sotto lo sguardo impotente di autorevoli politici dello stesso partito che in diverse occasioni sono venuti a S. Maria C.V. a proporsi come garanti del territorio, raccogliendo un migliaio di voti e che oggi si rifugiano in un silenzio sull’argomento poco “onorevole”.
Gli elettori del PdL sammaritano terranno bene a mente questo sgarro politico partorito all’interno del proprio partito e avranno il modo per manifestare tutta la loro gratitudine già dalla prossima tornata elettorale per le elezioni al parlamento europeo e per tutte le altre elezioni che verranno.
Carlo Amoroso

(ex assessore del Comune di Aversa e cittadino sammaritano)

mercoledì 26 giugno 2013

CASTELVOLTURNO - OMICIDIO CAROLINA MARESCA- ERGASTOLO A BIDOGNETTI E DELL'AVERSANO 13 ANNI PER I PENTITI


Castel Volturno, camorra, omicidio Maresca, 20 anni dopo l’arresto il tribunale di Santa Maria Capua Vetere condanna all’ergastolo Francesco Bidognetti e Giuseppe Dell’Aversano

Castel Volturno (Caserta) –  E’ stata la seconda corte di assise del tribunale di Santa Maria Capua Vetere a condannare  Francesco Bidognetti e Giuseppe dell’Aversano alla pena dell’ergastolo con isolamento diurno per l’omicidio di Carolina Maresca avvenuto il 4 luglio del 1992 . per i quattro collaboratori di giustizia Domenico Bidognetti , raffaele cantone, pasquale Giovanni Vargas e Verde Enrico la pena è stata di 13 anni di reclusione. Furono   gli agenti della squadra investigativa di Pubblica sicurezza di Castel Volturno (Caserta), diretti dal Vice Questore dr. Davide Della Cioppa, ad eseguire  le   ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti dei responsabili dell’omicidio di Carolina Maresca, la donna barbaramente uccisa il 4 luglio 1992 in Castel Volturno), colpevole solo di essere l’amante di Raffaele Venosa, nipote del ben più noto boss del clan dei casalesi Luigi Venosa, detto “ò cucchiere”, all’epoca latitante perché colpito da provvedimento restrittivo per associazione mafiosa.

Venti  anni da quel triste giorno, le indagini, condotte dagli investigatori della polizia locale e dirette dal sostituto procuratore presso la DDA di Napoli d.ssa Anna Maria Lucchetta, e dal procuratore aggiunto dr. Federico Cafiero de Raho, hanno consentito di far luce sulle modalità e sulle ragioni di quell’efferato delitto, consumato in pieno giorno, in estate avanzata, nell’’affollatissima strada Domitiana. I provvedimenti sono stati possibili anche grazie all’importante apporto informativo di alcuni collaboratori di giustizia.

La storia

L’omicidio di Carolina Maresca avvenne il 4 luglio 1992 alle 17 circa, presso l’esercizio commerciale “Alimentari Sangermano”, sito al Km 32+400 della SS. Domitiana. All’arrivo sul posto, dopo pochi minuti, degli agenti del commissariato di Castel Volturno, trovarono uno scenario da brivido: la giovane giaceva a terra senza vita, in una pozza di sangue, colpita alla testa da un colpo si pistola sparato a bruciapelo, un proiettile, come provato dai due bossoli cal. 9 Parabellum e dall’ogiva sequestrati dagli agenti sul luogo del delitto.
A sottolineare la chiara matrice camorristica dell’esecuzione, fu il rinvenimento sotto il corpo della donna di una foto che ritraeva il suo amante Raffaele Venosa, lasciata dai killer come messaggio per il latitante la sfortunata aveva in qualche modo, anche indirettamente, favorito o agevolato, Luigi Venosa detto ‘O Cucchiere.

In quel periodo, infatti, nell’intero Agro aversano era un atto una vera e propria faida di camorra, che vedeva contrapposte due diverse fazioni del clan dei casalesi. Da una parte il gruppo facente capo ai boss Schiavone Francesco detto “Sandokan” e Bidognetti Francesco detto “cicciotto e mezzanotte”, dall’altro il gruppo facente capo alle famiglie De Falco– Venosa – Quadrano – Esposito e La Torre.

E nello stesso tempo, il territorio di Castel Volturno, vedeva contrapporsi, a colpi d’arma da fuoco, il gruppo facente capo all’emergente boss Giulio Luise, poi assassinato nel marzo del 2001, aderente al gruppo Venosa –De Falco e Pasquale Morrone, deceduto in carcere nel 2006, affiliato al gruppo Schiavone –Bidognetti.

Maresca Carolina era stata arrestata, qualche anno prima, in flagranza di reato perché trovata in possesso di circa 1,5 Kg. di hashish, inoltre la donna, ea conosciuta perché appartenente ad una nota famiglia malavitosa napoletana, proveniente dai “quartieri spagnoli”, tutta decimata in agguati camorristici.

Ultimo, in ordine di tempo, il fratello Giuseppe Maresca, soprannominato “Babà”, considerato il re indiscusso del contrabbando in quel quartiere, assassinato in un agguato verificatosi a Napoli, alla Salita Pontecorvo, il 19 settembre 1987.

L’omicidio della Maresca fece allora scalpore perché a cadere vittima della camorra, era una madre, ed era la seconda donna a rimanere vittima di un agguato mafioso in “Terra di Lavoro”.
La prima, infatti, fu Caterina Mancini, uccisa in un agguato camorristico il 5 marzo 1992 ed il cui cadavere, crivellato da numerosi colpi, unitamente a quello di De Falco Giuseppe, detto “barbacane” e fratello dei boss De Falco Vincenzo, detto “ò fuggiasco”e De Falco Nunzio detto “ò lupo”, venne rinvenuto all’interno di una Fiat Uno, alla cui guida vi era proprio la Mancino, lungo l’asse mediano in direzione di Castel Volturno.

Le indagini condotte all’epoca, pur delineando il quadro all’interno del quale l’omicidio era da inquadrarsi, non consentirono di acquisire elementi probatori riguardo ai mandanti ed agli esecutori materiali del barbaro assassinio anche per il clima omertoso che interessava, e purtroppo interessa tuttora, l’agro aversano.

Le indagini, l’arresto

La d.ssa Anna Maria Lucchetta, p.m. presso la Direzione Distrettuale antimafia di Napoli, assumeva, nello scorso agosto, la direzione delle indagini relative all’omicidio della Maresca, e, sollecitati dal Magistrato, alcuni collaboratori di giustizia rendevano interessanti dichiarazioni che, opportunamente suffragate da riscontri investigativi, consentivano, seppur a distanza di venti anni, di fare giustizia per quell’efferato delitto.

Nonostante il lungo lasso di tempo trascorso, che avrebbe potuto vanificare l’attività di Polizia Giudiziaria, per l’omicidio Maresca il Gip, presso il Tribunale di Napoli d.ssa Giuliana Pollio, ha emesso ordinanze cautelari, eseguite dagli uomini della pubblica sicurezza di Castel Volturno e la squadra mobile di Caserta nei confronti di:

Bidognetti Francesco, alias “cicciotto è mezzanotte”, Schiavone Francesco, alias “cicciariello”, posizione stralciata Dell’Aversano Giuseppe, alias “peppe ò diavolo” e Vargas Pasquale Giovanni.




 

DEDICATO A CHI MI VUOLE INTIMIDIRE , E HA SBAGLIATO PALAZZO



Non teng paura


No teng paura e scrivere chell’ che penze

Non teng paura dà cuscineza mia

Non teng paura e parlà , raccuntà e fa capi chi vo sapè, pe’ nun sbaglià

Nun teng paura e ricere a verità

Non teng paura ri prufessionist che s’ piglien i sord’ ra i mangiafranc e chi fravc u cemento

Nun aggi avut paura ri signori magistrati perché so comm a nui e comm a tutt quant sentn , fann funziona’ a cervell e con u liber convincimento scrivono i provvedimenti

Non agg avut paura di scrivere i pruciessi e camorra che s so fatt int a città dove camp’ e fatic

Nun agg avuto paura e abbiaà ru cap a scrivr ccomp’ o carteceo ra Freccia int o ciang, chell che succer inta a città e Santa Maria Capua Vetere e paisi atturn

Non teng paura ri forz meie pecchè sacc arò pozz arriva’

Ma invece agg paura di chi non vò tutelare gli interess ra povera gente, a rò a Costituzione talian’ c’à fatt’ uomini e donne, pecchè e lobbi ri signuri e femmene  appezzutat e mez tacca, compres e sindacati, s fann semp e fatt lloro e ammiscn’ semp e’ carte .

QUESTIONE TRIBUNALE - ECCO COSA NON HANNO DETTO I POLITICI SAMMARITANI , PROVINCIALI E REGIONALE - NON SANNO UNA MAZZA - SVEGLIATI SOLDATO RAYN !!


Il destino della città di Santa Maria Capua Vetere sarebbe legato soltanto a 4 lunghissimi giorni . Non a caso il 2 luglio 2013 si svolgerà l’udienza davanti ai giudici della Consulta della Corte Costituzionale l’ordine del giorno – la nuova giurisdizione degli uffici giudiziari in relazione ai provvedimenti emanati dal ministero della giustizia e dai provvedimenti dettati dagli organi amministrativi quali tribunali amministrativi regionali per i quali è in corso un giudizio, come quella instaurata anche da alcuni avvocati matesi che hanno ottenuto una sospensiva dal Tar Campania in seguito all’accorpamento della strutture giudiziarie delle sezioni staccate come quella di Piedimonte Matese con il tribunale di Santa Maria Capua Vetere   .

L’assemblea consiliare che si è svolta ieri non ha portato nulla di buono all’orizzonte, solo chiacchere e distintivo e richieste di incontri che non servono a niente, poichè adesso è tutto inutile.

Santa Maria Capua Vetere si lecca le sue ferite, poiché sembra essere un cane bastonato, dove tutti desiderano fare qualcosa , ma le sole richieste vengono soltanto da ordini professionali e più precisamente dall’ordine degli avvocati di Napoli di cui è presidente l’avvocato Francesco Caia. L’organo istituzionale, già prima della firma della nuova giurisdizione degli Uffici Giudiziari, iniziò la sua battaglia contro l’apertura del tribunale di Napoli di Nord ,portandosi appresso anche le carenze che vi erano per la nuova istituzione di un nuovo palazzo giustizia basate soprattutto su un dispendio di risorse sul territorio napoletano e più precisamente in provincia di Napoli, cosa che a Santa Maria Capua Vetere non è avvenuta o addirittura in sordina senza che nessuno sapesse in questo frangente cosa . A questo aggiungiamo che la classe politica che ha amministrato la città dal 1998 ad oggi non è stata in grado di provvedere e soprattutto di puntare i piedi e i pugni sui tavoli importanti di farsi rispettare ecco che la giurisdizione degli uffici giudiziari per la città diventa un miraggio in deserto pieno di insidie.

Sarebbe il caso che l’amministrazione comunale di Santa Maria Capua Vetere si affiancasse agli organi istituzionali di Napoli , poiché all’uopo, mentre scriviamo. Il provvedimento del ministero ha delle carenze organizzative : alcune di queste sono l’istituzione di Corte di assise e il conseguente trasferimento di alcune di esse , forse, al nuovo tribunale di Napoli Nord. Alcuni giurano che di questa organizzazione, nel nuovo provvedimento non c’è traccia, anzi sembra che le stesse non siano state neanche menzionate . Ed allora ?? Cosa si aspetta ad unire le forze contro uno smembramento che assume sempre di più le tesi di una disfatta politica ed imprenditoriale , dove Santa Maria capua Vetere raccoglierà soltanto debiti fischi e pernacchi !!!

martedì 25 giugno 2013

SANTA MARIA CAPUA VETERE – QUESTIONE TRIBUNALE ……. E TUTTO FINI’ A TARULLUCCI E VINO .

Da Roma :Gli amministratori locali , provinciali e regionali sono degli incapaci
Siti munnezza!!!
C’è un vecchio detto napoletano che recita “ Santa Chiara  Dopp’ arrubbat’ mettett e port e fierr “. Più di un consiglio comunale sembrava, per la verità, un vero e proprio funerale ad una città che ha sempre combattuto a denti stretti la sua autonomia di centro culturale , professionale ed imprenditoriale , ma soprattuto politico ma che  oggi, invece ha , per certi versi, fatto vedere il rovescio della medaglia con personaggi politici locali, provinciali e regionali che non sono stati neanche presi in considerazioni dalle alte cariche dello stato. Santa Maria Capua Vetere e il suo tribunale è diventato di serie B. Stasera si è assistita  alla vendita di una città . E’ inutile che l’avvocato Stellato, L’avvocato Simoncelli , il presidente dell’ordine degli avvocati Alessandro Diana , il consigliere Antonio Mirra si  sono alternati per far capire agli intervenuti che c’è ancora uno spiraglio – non è vero – non si può andare contro un provvedimento  del Ministro della Giustizia, quando poi si afferma che non  un problema campanilistico , non è un problema politico ,ma allora spiegatemi una cosa perché avete convocato un consiglio comunale?? La storia la sappiamo , ma voi cosa avete fatto in tutti questi anni e più precisamente dal 2005 ad oggi quando si avanzò l’idea di costruire la cittadella giudiziaria ?? la verità è un’altra, ed adesso ve la diciamo . Il tribunale si sa per gli amministratori locali provinciali e regionali è una cosa scomoda quindi è meglio pensare al mattone. Infatti  non a caso, tutti gli amministratori che si sono succeduti nell’assise comunale di Santa Maria Capua Vetere tutti hanno cercato di alzare palazzi  , furchè  di interessarsi alla questione tribunale . In realtà hanno pensato bene a cercare di costruire palazzi e case nell’ex tabacchificio , nella ex Siemens, a dare due milioni di euro a Mastrominico per costruire una scuola , a formulare delibere in favore della Stu , per ben due volte hanno dato mandato ad un professore universitario per il piano regolatore  daccordo con Mazzetta, attuando poi successivamente la curva Mazzotti dulcis in fundo  lo scempio in piazza Padre Pio, tutto in  funzione di un  laterizio che si chiama mattone . Hanno speso più di quanto hanno speso in quarant’anni di giunte municipali della prima repubblica, come i  lavori al Santa Teresa, tutti in favore di  personaggi poco chiari e sanzani  non pensando al vero problema quello  della cittadella giudiziaria e degli uffici giudiziari che oggi hanno soltanto un lontano ricordo . Gli amministratori locali hanno pensato soltanto a concedere a pioggia denari senza fine e conto a dirigenti comunali che hanno allargato soltanto il loro portafoglio a descapito delle famiglie bisognose che non possono mettere il piatto a tavola. Le amministrazioni che di sono succedute dal 1998 ad oggi, hanno confermato che la maggior parte  dei componenti dell’assise   sono sempre gli stessi dove non vi è una maggioranza e opposizione , ma vi è un trasversalismo non solo politico , ma anche imprenditoriale dove tutto che si fa per soldi, ed adesso ci provano anche cimitero. Questi personaggi hanno buttato al vento anni di storia della città pensando soltanto al business dei palazzi ed anche delle licenze date per costruire supermercati e far entrare la camorra casalese. Questi personaggi che siedono fra i banchi dell’assise hanno voluto la morte di una città dove stasera si è assistito al suo funerale . A nulla possono avvalersi i proclami e i documenti per inviarli a Roma al Ministro  della giustizia ed una manifestazione con sindaci con in testa il primo cittadino che ha minacciato dimettersi.  Evidentemente quei documenti già inviati sono serviti come carta igienica così come in un film di Totò .Ma la cosa che fa pensare ancor di più e quella di come i dirigenti nazionali di un partito come il Pd hanno burlato i rappresentanti locali, provinciali e regionali .

CARABINIERI IN AZIONE - LE OPERAZIONI DEL GIORNO IN PROVINCIA DI CASERTA


  1. I Carabinieri di Cesa hanno tratto in arresto D’AGOSTINO Michelangelo, cl. 84 del posto per resistenza a pubblico ufficiale. L’uomo, nella tarda serata di ieri, alla guida di un ciclomotore poi risultato privo di copertura assicurativa, forzava un posto di controllo dei Carabinieri, in via Atellana, dandosi alla fuga. Prontamente inseguito dai militari dell’Arma è stato dapprima raggiunto e poi, dopo breve colluttazione, bloccato. L’arrestato, è stato sottoposto alla misura degli arresti domiciliari in attesa della celebrazione del rito per direttissimo previsto per l’odierna mattinata. Il ciclomotore, invece, è stato sottoposto a sequestrato.

  1. Decorsa notte, in Caivano (NA), i carabinieri del Comando Stazione di Marcianise hanno tratto in arresto, in flagranza del reato, ESPOSITO Felice, cl. 91 di San Vitaliano (NA) e SCOGNAMIGLIO Giuseppe, cl. 91 di Marigliano. I due sono stati bloccati dai militari dell’Arma mentre transitavano in quella via Pascoli bordo autovettura Citroen C3. Nel corso di una perquisizione personale e veicolare, il citato ESPOSITO, è stato trovato in possesso di un involucro in plastica contenente gr. 1,5 di “marijuana”, nonché nr.10 semi da coltivazione, mentre nel sottofondo del bagagliaio dell’autovettura sono state rinvenute due buste in plastica contenenti complessivamente gr.148 della medesima sostanza stupefacente. Gli arrestati sono stati associati presso Casa Circondariale di Napoli – Poggioreale.

In Gricignano di Aversa, i Carabinieri della locale stazione sono intervenuti, congiuntamente a personale medico del servizio 118 e personale della locale ASL, dipartimento di prevenzione servizio SPSAL di Caserta, presso il deposito “R.G. Eco Transider s.r.l.” (stabilimento di tritovagliatura ed imballaggio materiale ferrosi), già sottoposto ad amministrazione controllata per infiltrazione camorristica, su provvedimento del G.I.P. presso il Tribunale di Napoli, sito in zona ASI, ove, poco prima, Lauria Rocco, cl. 1995, di Potenza, studente, sprovvisto di documenti di lavoro, è deceduto a causa di un incidente sul lavoro. Nella circostanza si è accertato che la vittima, mentre si trovava, nell’area di scarico dei materiali ferrosi, intenta ad aprire la sponda posteriore di un camion di proprietà e condotto dal titolare della ditta autorizzata al trasporto materiali ferrosi, veniva violentemente colpito all’altezza della base del cranio, dalla leva di apertura della predetta sponda, azionata da un malfunzionamento della molla del sistema di bloccaggio. Immediatamente soccorso da personale medico, il Lauria decedeva poco dopo. Il decesso è stato constatato dal personale medico del servizio 118, intervenuto sul posto. Il mezzo, invece, è stato posto sotto sequestro. La salma, sarà traslata presso l’istituto di medicina legale dell’ospedale civile di Caserta per il successivo esame autoptico. I rilievi del caso sono stati eseguiti dalla sezione operativa del Reparto Territoriale Carabinieri di Aversa. Ulteriori accertamenti sono in corso da parte del servizio prevenzione ASL di Caserta.


TRIBUNALE DI SANTA MARIA CAPèUA VETERE - IL PUNTO DEL CONSIGLIERE UDC GAETANO RAUSO


E’ ora di avere coraggio!!!
Tanto tuonò che venne giù il temporale.
Le avvisaglie del depauperamento del Tribunale di S. Maria a vantaggio di quello Aversa (Napoli nord era solo un nome di facciata)erano nell’aria da tempo e le chiacchiere , le effimere manifestazioni di protesta non sono servite a far ritirare un provvedimento che tanti si erano impegnati a far modificare.
TUTTE CHIACCHIERE SENZA UN COSTRUTTO!!!
Tanto chi ci rimette è la città. Il gioco degli intrallazzi e degli interessi convergenti, i trasversalismi di politicanti che per vent’anni hanno solo badato a propri interessi senza un po’ di rispetto di una città che per più di duecento anni ha avuto il privilegio di essere la sede del Tribunale della Provincia di Caserta ed ha sopportato tanti oneri come quello di un credito di 10 milioni di € e più che impediscono all’amministrazione di offrire servizi miglio alla popolazione.
Ora a che serve convocare un’altra riunione, chiamare all’appello sindaci e parlamentari che verranno solo a fare passerella come altre volte. Come possono gli esponenti del PdL andare contro ad desiderata del proprio coordibnatore?
Ci si dimetta in massa per dimostrare che si vuole bene alla città e non alla poltrona o ci si rifiuti di anticipare altre spese e si ponga direttamente a carico del Ministero la gestione del Tribunale o, addirittura, vi si rinunci. Tanto la città, in questo modo casa ci guadagna? Solo così potremo dimostrare di saper rivendicare i diritti di una città millenaria, piena di storia e di tradizioni fulgide che ed ora è mortificata da incapaci ed intrallazzatori che non guardano al bene della collettività e della Giustizia per avallare interessi campanilistici.
Gaetano Rauso

CALCIO- GATE - TRENTADUE SOCIETA' SOTTO LA LENTE DI INGRANDIMENTO DELLA FINANZA


La Procura della Repubblica di Napoli ha delegato al Nucleo di Polizia Tributaria del Comando Provinciale di Napoli della Guardia di Finanza l’esecuzione di un’articolata attività di acquisizione documentale presso società di calcio professionistico, ne1l’ambito di indagini in corso per i delitti di associazione per delinquere finalizzata all’evasi0ne fiscale mediante sistematica fatturazione di operazioni negoziali inesistenti. Allo stato delle attività, infatti, é emersa la necessità di procedere alla verifica di modalità ed estensione pratica di alcuni meccanismi di aggiramento delle regole di tassazione dei contratti, prescelti per sottrarre al fisco ingenti quantita di denaro in relazione a ciascuna operazione di trasferimento di tesserati della Federazione Italiana Giuoco Calcio. E altresì in via di accertamento il trattamento fiscale applicato ai rapporti di lavoro di numerosi calciatori, sia con riferimento ai compensi qualificati come ‘friget benefit", sia in relazione ai profili di fiscalità interazionale.
La documentazione acquisita mira ad una completa ricostruzione dei rapporti professionali fra società di calcio ed i calciatori cui, direttamente o indirettamente, si riferiscono le attività dei procuratori sportivi Alejandro Mazzoni ed Alessandro Moggi, attraverso:
le modalità di trasferimento dei calciatori e la sottostante attività di intermediazione da parte dei relativi agenti;
l’esame dei contratti, delle operazioni di compravendita e di rinnovo del rapporto di prestazioni sportive a livello nazionale e internazionale, eventuali diritti di opzione
la gestione del patrimonio aziendale e le modalità di inserimento in bilancio dei giocatori professionisti;
le modalità di utilizzo dei diritti pluriennali riguardanti le prestazioni oggetto di "rivalutazi0ne";
le eventuali transazioni intercorse tra le diverse società calcistiche con finalità cd. "spalma debiti";
l’attività cd. di "scouting”;
la gestione dei diritti di immagine e dei diritti televisivi;
il trattamento tributario delle operazioni di compravendita dei calciatori ed eventuali fenomeni di "estero-vestizione".
Le società di calcio interessate alle acquisizioni documentali oggi in esecuzione sono: Parma, Pescara, Napoli, Palermo, Atalanta, Lazio, Juve Stabia, Benevento, Genoa, Juventus, Milan,Catania, Spezia, Piacenza, Livomo, Genoa, Bari, Vicenza, Genoa, Siena, Reggina, Parma, Chievo, Cesena, Grosseto, Gubbio, Lecce, Ternana, Sampdoria, Triestina, Fiorentina, Portogruaro, Brescia, Mantova, Torino, Albinoleffe, ed alcune societa straniere.


LITORALE DOMIZIO. SABATO L’INAUGURAZIONE DELL’IMPIANTO DI GRIGLIATURA ALLA FOCE DEL CANALE DEI REGI LAGNI A CASTEL VOLTURNO





Sabato 29 giugno, alle ore 10,30, sarà inaugurato l’impianto di grigliatura realizzato dalla Provincia di Caserta nel Comune di Castel Volturno alla foce del Canale dei Regi Lagni. Il sistema avrà il compito di trattenere i rifiuti grossolani e surnatanti dalla corrente che verranno appropriatamente separati in impianto per poi essere periodicamente avviati a recupero e smaltimento. L’opera contribuirà a supportare il settore turistico ed economico locale che beneficia del risanamento del Litorale Domizio, con significativi tratti di costa balneabile recuperati negli ultimi due anni.

All’inaugurazione saranno presenti il presidente della Provincia di Caserta, Domenico Zinzi, l’assessore provinciale all’Ambiente, Paolo Bidello, il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, il presidente del Consiglio Regionale, Paolo Romano, il prefetto di Caserta, Carmela Pagano, il commissario prefettizio del Comune di Castel Volturno, Antonio Contarino, il procuratore capo di Santa Maria Capua Vetere, Corrado Lembo, e le massime autorità istituzionali regionali e provinciali.

La messa in funzione dell’impianto di grigliatura - ha dichiarato il presidente della Provincia, Domenico Zinzi – consentirà il recupero della balneabilità del mare e rafforzerà l’impegno da noi assunto per la rinascita e la promozione del Litorale Domizio”.

A TEANO IL FESTIVAL DELL'IMPEGNO CIVILE DOMENICA 30 GIUGNO CON IL COMITATO MILLE SCOPI IN PIU'


Per il secondo anno consecutivo il "Festival dell'impegno civile" fa tappa in terra sidicina. Il giovane gruppo del comitato "Mille Scopi più Uno", guidato da Diego Chece, con impegno e professionalità è riuscito a riportare a Teano un'importante vetrina di lotta civile e contrasto all'illegalità. La giornata di impegno e crescita culturale è in programma per domenica 30 giugno, presso il campo sportivo di Pugliano di Teano (via San Marco) dove, a partire dalle ore 9 del mattino, si partirà con "L'impegno dà i suoi frutti", un'escursione in compagnia dell'agronomo Roberto Fiorillo alla scoperta del campetto sportivo e del frutteto confiscati alla criminalità organizzata. Alle ore 18 si proseguirà, poi, con "Il Bene prima di tutto", un convegno sulla storia della struttura confiscata al clan Magliulo, con l'ausilio da un'audio mostra che ne sintetizzerà le fasi. Durante l'atteso incontro, moderato dall'attivista di "Libera" Alessandra Tommasino, interverranno Raffaele Magi (magistrato, giudice processo Spartacus), Roberto Fiorillo (agronomo coop. Le Terre di Don Peppe Diana), Simmaco Perillo (responsabile della coop." Al di là dei Sogni") e Ciro Corona (presidente di (R)Esistenza). La riappropriazione e il riutilizzo degli spazi, specie quelli sequestrati alla malavita nostrana, è proprio l'obiettivo in cui i ragazzi del "Mille Scopi" sono riusciti per il secondo anno; in un territorio in cui in questi anni si è parlato forse troppo poco di camorra, un luogo "dimenticato" si animerà, dando vita a uno spazio di cultura e confronto sociale e incarnando quella politica del riutilizzo dei beni confiscati tanto auspicato. Il merito di ciò va certamente agli attivisti teanesi, che grazie alla sinergia attuata con i referenti casertani di "Libera", hanno reso possibile la realizzazione di una nuova grande giornata di legalità e cultura a Teano, oltre a contribuire a resistituire ai cittadini informazione e verità sulla criminalità locale e sui tanti terreni che ora il territorio possiede. Insomma, perchè sia una vera e propria festa, oltre che momento di confronto, è necessario che siano i cittadini a partecipare alla manifestazione, in un unico grande spirito di svolta e sviluppo del microsistema sociale di Teano. L'accorata chiamata a residenti e a tutte le persone interessate è quindi per domenica 30 giugno presso il campo sportivo di Pugliano di Teano (via San Marco).

CASERTA - ECCO IL DOCUMENTO VERTENZA PER SALVARE L'INDUSTRIA DI TEVEROLA INDESIT



Premesso che:
  • lunedì 03\06\2013, l’Indesit Company ha presentato ai sindacati un piano di salvaguardia e di razionalizzazione che prevede un taglio di 1425 posti di lavoro sul territorio nazionale, di cui 540, interamente, per gli stabilimenti di Caserta;
  • al suindicato taglio occupazionale si aggiungono i gravi effetti sull’indotto di filiera, che coinvolge altri 400 addetti, circa, di decine di piccole e medie imprese fornitrici;
  • si tratta di un vero e proprio processo di deindustrializzazione e di desertificazione produttiva del territorio casertano, già in ginocchio sotto i colpi della grave recessione economica;
  • peraltro, la produzione a Teverola e Carinaro era un elemento centrale dell’accordo di programma stipulato nel novembre del 2001 tra il Ministero delle Attività Produttive e la Società Distretto Industriale dell’Elettrodomestico S.C.A.R.L;
  • tale Accordo prevedeva un articolato piano di investimenti e, precisamente, 121 milioni di Euro, di cui 27 a carico del ministero, 26 a carico della Regione Campania ed il resto a carico della parte imprenditoriale;
  • tale investimento era destinato sia ad innovare le produzioni realizzate in Campania e nelle Marche, sia a realizzare una occupazione aggiuntiva non inferiore a 387 addetti;
  • anche nel 2010 l’azienda ha presentato ai sindacati ed al governo un altro piano industriale, denominato “ Piano Italia”, con il quale l’Indesit Company si proponeva di riorganizzare la produzione in Italia;
  • esso prevedeva la chiusura degli stabilimenti di Brembate (BG), Refrontolo(TV) ed il trasferimento delle produzioni negli impianti di Teverola e Fabriano;
  • con tale piano l’azienda si impegnava con il governo, le parti sociali e gli enti locali a:
    1. Consolidare la presenza industriale dell’Indesit Company in Italia ed, in particolare, in Campania e nelle Marche;
    2. investire 120 milioni di Euro, con i quali realizzare produzioni ad alto contenuto tecnologico, onde rendere gli stabilimenti italiani del gruppo più competitivi;
    3. garantire la tutela del posto di lavoro di 510 lavoratori di Brembate, Refrontolo e None.
Ebbene, l’Indesit Company, non solo non ha onorato gli impegni assunti con i lavoratori e le istituzioni, ma ha la pretesa di ridimensionare l’occupazione e di chiudere gli stabilimenti di Melano, nelle Marche e di Teverola in Campania.
Tale decisione è stata confermata nella riunione del 21/6/2013, tenutasi a Roma con le parti sociali.
Difatti, i vertici della Indesit Company hanno confermato ai sindacati la loro volontà di procedere con il piano di ristrutturazione, che prevede 1425 esuberi.
L’atteggiamento dell’Azienda è inaccettabile sia dal punto di vista morale che economico. Un’impresa che, per anni, ha fatto profitto e che non è in perdita, non può, in alcun modo, tenere una tale posizione. Non solo. Non può neanche pensare e decidere di utilizzare gli utili prodotti dai lavoratori per fare investimenti in Turchia e in Polonia, chiudendo due stabilimenti in Italia e, precisamente, in Campania e nelle Marche. In questo contesto è necessaria un’azione sinergica da parte delle Regioni Campania, Marche ed Umbria nei confronti del Governo, a sostegno della battaglia che i lavoratori e i sindacati hanno intrapreso per la tutela e le salvaguardia di un intero comparto industriale del nostro paese.
L’Indesit Company deve comprendere che, tutto ciò, fa precipitare, ancora di più, nel baratro quel minimo di produzione industriale oggi esistente sul territorio della Provincia di Caserta e del Sud Italia.
L’amministrazione provinciale, unitamente a quella regionale, ai sindaci del territorio ed ai parlamentari, si impegna a sostenere le iniziative di lotta promosse dalle organizzazioni sindacali, dalle R.S.U. e dai lavoratori, per contrastare il piano. Sosterranno il proseguimento della mobilitazione locale e nazionale, delle lavoratrici e dei lavoratori, con l’obiettivo di convincere il gruppo e la famiglia Merloni a rivedere i propri progetti. L’Indesit Company deve ritrovare l’orgoglio di essere una grande azienda italiana. Tra l’altro, all’Italia deve le sue origini ed il suo stesso successo e, pertanto, deve modificare le proprie scelte industriali, continuando ad investire nel nostro Paese. Tutto ciò per il futuro dell’industria italiana e per un lavoro stabile, qualificato e radicato nel territorio. Il Consiglio Provinciale si impegna, altresì, a farsi promotore, presso i Parlamentari Nazionali e Regionali, di tutte le iniziative tese ad istituire il tavolo nazionale con il Ministro del Lavoro, della Coesione Sociale e dei Sindacati per risolvere le problematiche della Indesit Company. Tutto questo allo scopo di salvaguardare l’occupazione del gruppo Indesit in provincia di Caserta e per garantire, in particolare negli stabilimenti di Teverola e Carinaro, investimenti di innovazione e ricerca, a partire dalle attuali lavorazioni (lavaggio e freddo).

lunedì 24 giugno 2013

MADDALONI SCACCO AI BELFORTE LA DDA DI NAPOLI EMETTE 5 ORDINANZE DI CUSTODIA CAUTELARE


In data odierna è stata data esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa - su richiesta di questa Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli - dal GIP del Tribunale di Napoli
nei confronti di 5 indagati appartenenti ad un gruppo camorristico di Maddaloni, affiliato al clan "Selforte" operante nei comuni di Marcianise, Capodrise, San Marco Evangelista, San Nicola la Strada e comuni limitrofi, ritenuti responsabili, a vario titolo, del reato di tentata estorsione ed incendio, aggravati dal metodo mafioso.
Le ordinanze di custodia cautelare, che discendono da attività investigativa diretta dai magistrati della DDA di Napoli - condotte congiuntamente da personale della Squadra Mobile della Questura di Caserta e da militari della Compagnia Carabinieri di Maddaloni anche attraverso l'utilizzo di attività tecniche di intercettazioni telefoniche, ambientali e video - sono state eseguite nei territori di Maddaloni e Marcianise.
Le ordinanze riguardano in particolare:
· Tre persone, le cui ordinanze sono state eseguite dalla Polizia di Stato, le quali nel mese di novembre del 2011, tentavano di estorcere la somma contante di € 3000 ad un imprenditore di Marcianise. L'evento, nella circostanza, non si concretizzava per cause indipendenti dalla loro volontà poiché vi fu un netto rifiuto della persona offesa;
· Due persone - di cui una donna posta agli arresti domiciliari - arrestate dai Carabinieri, le quali nell'aprile del 2013, in Maddaloni, come conseguenza del rifiuto di sottostare alla richiesta estorsiva, incendiarono uno dei negozi della catena di esercizi commerciali riconducibili al medesimo imprenditore di Marcianise.