La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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mercoledì 8 maggio 2013

SANTA MARIA CV - LA PROCURA SVELA UN INTRECCIO UN BISINESS DI NEONATI ANCHE CON L'AIUTO DI UNA SOCIOETà ONLUS CHE OPERA SUL TERRITRORIO SAMMARITANO

Nella mattinata di ieri, a conclusione di una complessa e accurata indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, la Squadra Mobile di Caserta - Sezione Reati contro i minori ha eseguito un’ordinanza cautelare emessa dal GIP del locale Tribunale nei confronti delle persone indicate nel separato elenco, in relazione ai reati di concussione per induzione, corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio e violazione della legge in materia di adozione e affidamento dei minori.

Secondo la ricostruzione dei fatti evidenziata dalle inda ini, che si sono avvalse anche di intercettazioni telefoniche, tale COZZOLINO Andrea, di Scafati, medico ginecologo presso le cliniche convenzionate S. Arma di Caserta e Santa Lucia di San Giuseppe Vesuviano, aveva chiesto a una giovane paziente, minore degli anni diciotto — che si era rivolta a lui per un aborto illegale presso la clinica S Arma, dove aveva saputo che il dottore praticava interruzioni di gravidanza oltre i termini consentiti dalla legge — la somma di seimila euro.

Poiché, peraltro, la ragazza aveva fatto presente che non aveva la disponibilità di una simile somma di danaro, stante, oltre tutto, la situazione economica disagiata della propria famiglia, il COZZOLINO l’aveva convinta a partorire, presso altra clinica, la S. Lucia di San Giuse e Vesuviano, assicurandole che l’avrebbe aiutata a "disfarsi” del bambino e le avrebbe evitato il riconoscimento del neonato. ll ginecologo intendeva, infatti, far apparire il nascituro figlio di una donna del salemitano, tale GIORDANO Carmela, e del suo compagno, MIRANDA Elio, aspiranti genitori, i quali, qualche tempo prima, per coronare il loro sogno di avere un tiglio, gli avevano consegnato, per l’ "acquisto" di un neonato, la somma di venticinquemila euro.

La giovane, dopo il parto, era stata accudita, presso una stanza della clinica S. Lucia, dalla madre “fittizia" del neonato, GIORDANO Carmela appunto, presentatale il giorno prima dal dottor COZZOLINO, e fatta ricoverare anch’essa nella medesima stanza della clinica occu ata dalla aitoriente. Quest’ultima, dopo il paito, nel1’all0ntana.rsi dalla clinica, aveva lasciato il bambino alla GIORDANO, come convenuto. Nel Corso delle indagini, grazie all’attività di intercettazioni telefoniche, si apprendeva che il dottor COZZOLINO aveva premesse alla coppia MIRANDA/GIORDANO il proprio interessamento anche per procurare la certificazione anagrafica attestante falsamente la maternità naturale della GIORDANO, circostanze di fatto non realizzatasi, in quanto, subite dopo la nascita del bambino, avvenuta nell’ottobre 2011 1l, la direzione sanitaria della clinica S. Lucia, evidentemente estranea all’illecito accordo, aveva trasmesso al comune di residenza della madre minorenne i dati relativi alla nascita, ufficializzando cosi la maternità prima che il COZZOLINO riuscisse ad alterare tali dati.

La vicenda era venuta a galla proprie perché, qualche mese dopo la nascita, la Madre minorenne aveva rilevato, con preoccupazione, che il bambino risultava inserite nelle state di famiglia dei propri genitori, con i quali essa conviveva. Pertanto, aveva decise di rivolgersi al centro antiviolenza E.V.A.ubicato a S. Maria Capua Vetere (che si occupa della prevenzione e del contrasto alla Violenza di genere), che l’aveva assistita (anche sotto il profilo legale) e aveva operatO per togliere il bambino alla coppia e affidarle a una casa famiglia, occupandosi anche di denunciare l’intera vicenda. Venivano cosi rapidamente avviate le indagini, all’esito delle quali il Gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha disposto nei confronti del medico la misura della custodia cautelare in carcere, in relazione a tutti i reati sopra indicati , e, mei confronti della coppia “acquirente ", l’0bbligo di presentazione alla alla P.G., in relazione ai reati di corruzione e di violazione della legge in materia di adozione ed affidamento dei minori , come da richieste della Procura. Anche nei confronti della giovane madre naturale del bambino sono state svolte indagini in relazione al reato di violazione della legge in materia di adozione ed affidamento dei minori , ma nei confronti della stessa la Procura non ha ritenuto di chiedere alcuna misura cautelare.