La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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sabato 20 aprile 2013

ELEZIONI DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA - BERLUSCONI CI SCRIVE .....

Caro Prospero,
partendo dallo spirito e dalla lettera dell'articolo 87 della Costituzione, ci eravamo resi disponibili ad una candidatura condivisa, non espressione del nostro Partito. L'onorevole Bersani ci ha sottoposto una rosa di cinque candidature gradite al Partito Democratico.

Tra queste candidature abbiamo individuato di comune accordo la candidatura di Franco Marini. Una candidatura che abbiamo lealmente sostenuto, votando Franco Marini nella prima votazione.

Tale candidatura è stata invece successivamente accantonata, con palese violazione della parola data, degli impegni assunti con noi dal Partito Democratico, a causa delle faide e delle divisioni interne allo stesso PD. Oggi abbiamo appreso con sconcerto che il PD candida Romano Prodi per 'salvaguardare l'unita' del Partito': come si vede, sacrificano il valore superiore della rappresentanza di tutti gli italiani per tutelare il loro interesse di parte e di Partito.

Come è tra l'altro nella tradizione del Partito Comunista italiano, il Pd ha quindi cambiato le carte in tavola, non ha mantenuto i patti, si è dimostrato assolutamente inaffidabile e sta paralizzando il Paese da 53 giorni. Pretende di occupare tutte le istituzioni sulla base di uno 0.3 per cento di voti in più, probabilmente recuperati grazie alla antica "professionalità" della sinistra in sede di scrutinio.

L'Onorevole Bersani affermò in campagna elettorale che, se anche avesse ottenuto il 51% dei voti, si sarebbe comportato come se avesse avuto il 49%, ma non ha ottenuto il 51% e neppure il 49%, ma solo il 20%, eppure pretende di sequestrare tutte le prime cinque cariche dello Stato e di bloccare il Paese, mettendo sotto i piedi la democrazia.

Noi riteniamo che l'Italia, il nostro Paese, sia più importante degli interessi di fazione della sinistra. Non riconosciamo democraticità e limpidità a questo voto e al comportamento del Partito Democratico. Dinanzi a questa situazione, invito i nostri deputati e senatori, e anche gli altri parlamentari e rappresentanti regionali della nostra coalizione, a non partecipare al voto in questa quarta votazione.