La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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sabato 16 marzo 2013

CONDANNATO A OTTO ANNI DI RECLUSIONE PER ASSOCIAZIONE CAMORRISTICA - SIGISMONDO DI PèUOTO ERA IL FIDATO DELLA FAMIGLIA SCHIAVONE

Ieri, in sede di giudizio immediato, è stata pronunciata sentenza di condanna, ad 8 anni di reclusione, per associazione mafiosa, nei confronti di DI PUORTO Sigismondo, alias Sergio, nato a S. Cipriano d’Aversa (CE) 02.03.1972, pregiudicato, detenuto. DI PUORTO Sigismondo, secondo le indagini della Squadra Mobile di Caserta, era diventato, sino al suo arresto, avvenuto il 20.12.2010, uno dei più fidati luogotenenti di SCHIAVONE Nicola, figlio di Francesco Sandokan, ereditando da questi la reggenza del clan dopo il suo arresto, avvenuto il 15.06.2010, in relazione al triplice omicidio di PAPA Giovanni Battista, MINUTOLO Modestino e BUONANNO Francesco.DI PUORTO Sigismondo, nel dicembre 2010, era stato arrestato, a San Cipriano d’Aversa (CE), dalla Squadra Mobile, dopo alcuni mesi di latitanza, in quanto destinatario di due O.C.C.C., emesse dal G.I.P. del Tribunale di Bologna per i reati di associazione di stampo mafioso ed estorsione continuata, aggravata dall’avere agito al fine di agevolare l’organizzazione camorrista denominata clan dei Casalesi-gruppo SCHIAVONE. Nell’occasione, il latitante veniva bloccato dopo un inutile tentativo di fuga attraverso i tetti. Le misure scaturivano dalle indagini condotte dalla Squadra Mobile di Modena e dal G.I.C.O. di Bologna sulle infiltrazioni dei Casalesi in Emilia Romagna ed in particolare sulle attività estorsive condotte da esponenti del gruppo criminale, tra cui appunto il DI PUORTO Sigismondo, nei confronti di imprenditori del casertano che vi si erano insediati da tempo. In seguito, ulteriori indagini della Squadra Mobile di Caserta avevano accertato, non solo la partecipazione di DI PUORTO al clan camorrista facente capo alla famiglia SCHIAVONE, ma anche la sua ascesa a ruoli verticistici dell’organizzazione.