La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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martedì 15 gennaio 2013

NAPOLI CORRUZZIONE IN ATTI GIUDIZIARI- ORDINANZE PER AVVOCATI,CANCELLERI CONSULENTI E ISPETTORI DI POLIZIA


Nella mattinata odierna, personale del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Napoli, su delega della Procura della Repubblica di Napoli, ha eseguito 26 ordinanze cautelari, di cui tre di custodia in carcere, 22 di arresti domiciliari ed una misura interdittiva, per i reati di associazione a delinquere, corruzione in atti giudiziari, violazione del segreto istruttorio, occultamento di fascicoli processuali ed accesso abusivo ai sistemi informatici, commessi in Uffici Giudiziari di Napoli, in particolare presso la Corte d’Appello e presso il Tribunale di Sorveglianza.

Le indagini, consistite in intercettazioni telefoniche ed ambientali, acquisizione di documentazione e fascicoli processuali, assunzione di informazioni, pedinamenti e sopralluoghi da parte della Polizia Giudiziaria, hanno consentito di accertare un diffuso ed inquietante fenomeno di corruzione negli Uffici Giudiziari di Napoli, Tribunale di Sorveglianza e Corte d’Appello, di identificarne compiutamente i protagonisti, rappresentati da dipendenti pubblici, avvocati e faccendieri.

Il chiarissimo contenuto delle intercettazioni, in particolare di quelle ambientali e audiovisive, eseguite negli uffici giudiziari della Corte d’Appello di Napoli, ha permesso di individuare, oltre ad una rete corruttiva, anche singoli e specifici episodi di corruzione di personale di cancelleria, attraverso i riferimenti ai numeri di procedimento, ai nominativi dei soggetti interessati, riscontrati dalle attività di pedinamento svolte dalla Polizia Giudiziaria e all’esame degli atti, processuali e non, acquisiti.

Le condotte contestate ripercorrono, nelle linee essenziali, il medesimo schema: i dipendenti pubblici, funzionari o commessi degli uffici giudiziari, su sollecitazione di vari professionisti e faccendieri, intervenivano, illecitamente, su fascicoli processuali, occultandoli o sottraendovi atti, in cambio di denaro ed altre regalie, al fine di condizionare il normale iter giudiziario.

Il sistema, collaudato, ha permesso ai funzionari e dipendenti pubblici infedeli, di stabilire addirittura delle tabelle per determinare le somme di denaro da ricevere in relazione alle specifiche “prestazioni” svolte, nonché di assumere essi stessi la veste di sollecitatori delle attività illecite, proponendo agli avvocati o ai faccendieri, delle ipotesi “interessanti” per i loro clienti, stabilendo il prezzo per ciascuna attività illecita proposta.

Dalla lettura delle conversazioni, risultano chiaramente riferimenti a condotte illecite, dalle quali è dato desumere l’esistenza di una vera e propria organizzazione, con precisa distribuzione di ruoli tra i dipendenti pubblici, a seconda dell’incarico e della qualifica ricoperti.

La visione delle immagini delle telecamere installate negli uffici della Corte d’Appello di Napoli ha permesso di assistere agli accordi e agli scambi di denaro tra i cancellieri e gli avvocati coinvolti nelle attività illecite.

Dalle indagini emerge chiaramente che i dipendenti infedeli possono fare affidamento anche sui rapporti esistenti con altri dipendenti che, in qualche caso inconsapevoli, in altri casi coinvolti ma non ancora identificati, hanno permesso di portare a termine la condotta illecita con notevole danno per il corretto svolgimento dell’Amministrazione della Giustizia.

Alcuni episodi riguardano, poi, anche procedimenti a carico di imputati per reati di criminalità organizzata, anche detenuti, della cui posizione giuridica gli indagati sono ben consapevoli, e che non hanno esitato a favorire, nel tentativo, a volte riuscito, di far sparire fascicoli in attesa della decorrenza termini di custodia cautelare, o di fare in modo che, attraverso continui rinvii –ottenuti mediante sparizione del fascicolo processuale o di singoli atti- si prescrivessero i reati contestati.



L’ordinanza cautelare ha riguardato, oltre a 4 avvocati del foro di Napoli, 9 dipendenti pubblici, tra cancellieri, commessi e operatori giudiziari, 3 faccendieri che frequentano da anni gli uffici giudiziari, e intermediari e beneficiari delle condotte corruttive.

Un consulente tecnico iscritto all’albo della Procura e del Tribunale, è stato sottoposto a misura interdittiva, perché su incarico di un avvocato e dietro pagamento di somme di denaro, ha redatto perizie psichiatriche d’ufficio compiacenti a favore di un soggetto gravato di numerosi procedimenti penali.

E’ stato posto agli arresti domiciliari anche un ispettore di Polizia in servizio presso il Commissariato PS Vicaria Mercato che aveva il compito, per l’organizzazione, di sostituire le relazioni negative redatte dal Commissariato su richiesta dal Tribunale di Sorveglianza con false relazioni positive, al fine di far ottenere ai condannati provvedimenti favorevoli nonostante l’esistenza di motivi ostativi.



Complessivamente i soggetti indagati sono 45 e sono in corso perquisizioni presso gli studi degli avvocati coinvolti nelle attività illecite nonché presso gli Uffici Giudiziari.