La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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giovedì 22 marzo 2012

OPERAZIONE “WILD POSTER”: IL GIP DEL TRIBUNALE DI NAPOLI INFLIGGE PESANTI CONDANNE AD ESPONENTI DEL CLAN BELFORTE E PICCOLO DI MARCIANISE (CE).

Ieri mattina, con Giudizio Abbreviato, il Tribunale di Napoli ha inflitto pesanti condanne ad alcuni esponenti dei clan BELFORTE, detti i Mazzacane, e PICCOLO, alias i Quaqquaroni, di Marcianise (CE), arrestati dalla Squadra Mobile di Caserta il 3 Ottobre scorso, ad epilogo di una meticolosa indagine coordinata dalla Procura Antimafia di Napoli. Tutti devono rispondere del reato di estorsione continuata ed aggravata dalla metodologia mafiosa e dal fine di agevolare le citate, ed agguerrite, organizzazioni camorristiche. Nel dettaglio, sono stati inflitti: 8 anni di reclusione a PICCOLO Pasquale, nato a Marcianise (CE) l’ 8.10.1960, alias Rockfeller, pregiudicato, sorvegliato speciale della p.s., attuale reggente del clan PICCOLO di Marcianise (CE) ed a BUONANNO Giovanni, nato a Caserta il 18.10.1981, res. in Marcianise (CE), figlio di Gennaro, alias Gnucchino, nato a Marcianise (CE) il 3.10.1949, pregiudicato, storico esponente e tra i fondatori del clan BELFORTE di Marcianise (CE); 6 anni di reclusione a BELLOPEDE Raffaele, nato a Marcianise (CE) il 10.09.1955, ed a BUANNO Fabio, nato a Marcianise (CE) il 14.9.1963, ivi res., pregiudicato, organico al clan PICCOLO attivo in Marcianise (CE). In particolare, secondo le indagini, PICCOLO Pasquale, BUANNO Fabio e BUONANNO Giovanni costringevano il titolare di una ditta, a cui era stato affidato il servizio di affissione dei manifesti elettorali in occasione delle consultazioni amministrative della primavera del 2010, a versare a ciascuna organizzazione la somma di 7.500 euro. Le indagini evidenziarono come entrambi i clan avessero vessato la stessa impresa, dividendosi così, in virtù di un patto di non belligeranza, gli illeciti guadagni derivanti dalle attività estorsive perpetrate sul territorio. Inoltre, PICCOLO Pasquale e BUANNO Fabio sono stati riconosciuti colpevoli del tentativo di estorsione in danno della titolare di un caseificio di Castel Morrone (CE), vittima di atti intimidatorio mediante l’esplosione, prima, di una bomba carta nei pressi del cancello della sua abitazione, poi, di alcuni colpi di pistola che danneggiava la serranda del negozio, ed in seguito con l’invio di sms dall’esplicito contenuto minaccioso. Mentre BUONANNO Giovanni e BELLOPEDE Raffaele, all’epoca dei fatti entrambi incensurati, ma contigui al clan BELFORTE, sono stati condannati anche in relazione alle estorsioni perpetrate in danno di un noto caseificio, i cui titolari dovevano versare, in occasione delle festività di Natale e Pasqua, la somma di 5.000 euro.

La fondatezza delle indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e la gravità degli indizi raccolti dalla Squadra Mobile di Caserta è evidenziata dalle pesanti condanne inflitte, nonostante la riduzione di un terzo della pena prevista per la scelta del rito alternativo del giudizio abbreviato.

Come si ricorderà, durante la notte del 3 ottobre 2011, la Squadra Mobile di Caserta, eseguiva un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dall’Ufficio Gip presso il Tribunale di Napoli su richiesta Procura Antimafia partenopea, in relazione ai reati di estorsione aggravata dalla metodologia mafiosa, nei confronti delle persone di seguito elencate:



1. BELLOPEDE Raffaele, nato a Marcianise (CE) il 10.09.1955, all’epoca incensurato;

2. BUANNO Fabio, nato a Marcianise (CE) il 14.9.1963, pregiudicato, organico al clan PICCOLO attivo in Marcianise (CE);

3. BUONANNO Gennaro, alias Gnucchino, nato a Marcianise (CE) il 3.10.1949, pregiudicato, storico esponente e tra i fondatori del clan BELFORTE di Marcianise (CE);

4. BUONANNO Giovanni, nato a Caserta il 18.10.1981, all’epoca incensurato, figlio di Gennaro;

5. BUONOCORE Concetta, nata a Caserta il 15.06.1962, pregiudicata, moglie di DELLA Ventura Antonio, alias O’ Cuniglio, pregiudicato, detenuto, referente del clan BELFORTE in Caserta;

6. BUTTONE Salvatore, nato a Marcianise il 28.7.1977, pregiudicato, fratello di Bruno, detenuto, elemento di vertice del clan BELFORTE;

7. GAGLIARDO Arcangelo, nato a Maddaloni (CE) il 7.7.1972, pregiudicato;

8. PETRUOLO Nicola, nato a Marcianise (CE) il 3.10.1978, all’epoca incensurato;

9. PICCOLO Pasquale, nato a Marcianise (CE) l’ 8.10.1960, ivi res., alias Rockfeller, pregiudicato, sorvegliato speciale della p.s., attuale reggente del clan PICCOLO di Marcianise (CE);

10. TROMBETTA Roberto, nato a Casagiove (CE) il 18.9.1964, fratello di Luigi, elemento di spicco del clan BELFORTE di Marcianise (CE), detenuto.



L’operazione era frutto della costante attenzione investigativa comunque riservata dalla Squadra Mobile di Caserta, sotto l’egida della Procura Antimafia di Napoli, ai Clan BELFORTE, detti Mazzacane e PICCOLO, soprannominati Quaqquaroni, storiche consorterie camorriste, protagoniste, nel corso degli anni ’90, di una sanguinosa faida per il controllo delle attività illecite nel comprensorio di Marcianise (CE) e Caserta. Infatti, tali organizzazioni, nonostante siano state falcidiate da numerose operazioni di polizia giudiziaria, evidenziavano una attuale e piena operatività nel settore delle estorsione. Peraltro, le due consorterie, una volta contrapposte, anche per fronteggiare l’incisiva azione di contrasto di magistratura e forze dell’ordine, sembravano avere stretto un patto di non belligeranza, al punto che, nel corso delle indagini, venivano rilevati rapporti e contatti tra il BUANNO Fabio, uomo di fiducia di PICCOLO Pasquale Rockfeller, divenuto il reggente dei Quaqquaroni, e BUONANNO Giovanni, figlio di Gennaro, figura storica dei Mazzacane e tra i fondatori del clan.

In particolare, le indagini avevano svelato alcuni episodi estorsivi perpetrati tra il 2008 ed il 2010 dai destinatari della misura, evidenziando specialmente un rinnovato attivismo da parte di esponenti del perdente clan PICCOLO, impegnati in sistematiche e diffuse attività estorsive sul territorio.

Infatti, nello stesso contesto investigativo, tra il 2009 ed il 2010, nel corso di successive operazioni di p.g., erano stati già arrestati per vari reati associativi alcuni affiliati ai Quaqquaroni, tra i quali LETIZIA Andrea, nato a Marcianise (CE) il 7.7.1976, divenuto il reggente del clan; MAIETTA Michele, nato a Marcianise (CE) il 24.12.1983; RICCIARDI Salvatore, nato a Maddaloni (CE) il 17.07.1983; NACCA Antonio, nato Caserta il 20.08.1980; RUSSO Mario, nato a Formia (LT) il 26.10.1985, PICCOLO Domenico, nato a Marcianise (CE) il 10.11.1975, DE LISE Pietro, nato a Portico di Caserta (CE) il 4.04.1971, SILVESTRE Salvatore, nato a Cardito (NA) il 17.08.1969 e DI LEO Antonio, nato a Marcianise (CE) il 19.12.1972, fratello naturale di RUSSO Mario.

Tra le varie ipotesi delittuose contestate agli indagati spiccavano le estorsioni poste in essere da BUANNO Fabio e da PICCOLO Pasquale, per conto del clan PICCOLO, nonché da BUTTONE Salvatore, da PETRUOLO Nicola e da BUONANNO Giovanni, per conto del clan BELFORTE e da ultimo da BUONOCORE Concetta, quale rappresentante dei BELFORTE nella città di Caserta, in danno di un imprenditore a cui era stato affidato, in tutta la provincia di Caserta, il servizio di affissione dei manifesti elettorali dei candidati delle consultazioni Provinciali e Regionali della primavera del 2010, costretto a pagare 25.000 euro agli emissari delle organizzazioni camorriste.

Invece, per tutti gli indagati che non hanno scelto il giudizio abbreviato, lo scorso mese di febbraio, era stato emesso decreto di rinvio a giudizio, a ulteriore conferma del rigore dell’impianto accusatorio loro contestato.