La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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mercoledì 21 marzo 2012

CAMORRA E AFFARI - FERMATO PAOLO DIANA

A conclusione di lunghe, complesse ed articolate indagini di polizia giudiziaria, coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli - Direzione Distrettuale Antimafia, nella mattinata odierna i finanzieri del Comando Provinciale di Napoli (GICO) hanno arrestato, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Giudice per le indagini preliminari di Napoli, DIANA Paolo di anni 69, noto imprenditore casertano operante nel settore del commercio di veicoli e del trasporto di merci su strada.
Contestualmente hanno altresì eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni emesso dallo stesso G.I.P..
I reati contestati sono di associazione a delinquere di stampo mafioso e trasferimento fraudolento di valori.
In passato, il soggetto era già stato colpito da analoghi provvedimenti, emessi rispettivamente in data 6 maggio 2010 e 16 febbraio 2011, in seguito annullati dal Tribunale del Riesame di Napoli, che aveva ritenuto non sussistente il fumus commissi delicti per effetto della mancata dimostrazione del vantaggio patrimoniale raggiunto dal Diana Paolo grazie alla sua contiguità con il clan dei casalesi, elemento indispensabile per tracciare la linea di demarcazione tra l’imprenditore – vittima e l’imprenditore - colluso.
Le ulteriori indagini, delegate dalla D.D.A., condotte dal G.I.C.O. di Napoli, hanno consentito di riscontrare le nuove dichiarazioni rese da 2 collaboratori di giustizia, pienamente convergenti con quelle già rilasciate da altri 11 collaboratori, confermando che Diana Paolo, affiliato al clan dei casalesi, fazione Bidognetti, sin dagli anni 1987-1988, agiva nell’interesse dell’organizzazione:
- mantenendo i rapporti con i politici locali corrotti;
- compiendo estorsioni;
- garantendo ospitalità a latitanti e responsabili di omicidi.
Anche se non riceveva uno “stipendio”, Diana Polo aveva la possibilità di presentarsi come un “casalese”, che in un territorio come quello di Castel Volturno, da sempre sotto il controllo dei Bidognetti, rappresenta la chiave per il successo politico, economico e sociale, ponendosi in una posizione privilegiata rispetto agli altri imprenditori della zona costretti a subire richieste estorsive mentre lui era “esentato” dal pagamento di tangenti.
L’attività di riscontro delle nuove dichiarazioni ha consentito di rilevare come il DIANA Paolo ha effettivamente intrattenuto rapporti, stabili e non occasionali, con esponenti di spicco del clan.
In considerazione della sua qualità di imprenditore sono state approfondite le indagini sulla provenienza e sulle espressioni di ricchezza, accertando che DIANA Paolo ed i suoi più stretti familiari dispongono di un patrimonio – costituito da beni mobili, immobili, aziende e disponibilità finanziarie – assolutamente sproporzionato rispetto ai redditi dichiarati ed alle attività economiche esercitate.
Si è proceduto, pertanto, anche a sottoporre a sequestro preventivo, in esecuzione di specifico decreto emesso dal g.i.p., ai sensi degli artt. 12 sexies della Legge 356/92 e 321 c.p.p., i seguenti beni:
- 5 società e 3 ditte individuali;
- 21 fabbricati;
- 46 terreni;
- 9 automezzi;
- 56 rapporti bancari ed assicurativi,
per un valore complessivo pari ad euro 25.000.000.