La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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mercoledì 7 dicembre 2011

LA VERA STORIA DEL BOSS MICHELE ZAGARIA RACCONTATA AL PROCESSO SPARTACUS DA FEDERICO CAFIERO dE RAHO

QUANDO AUGUSTO LA TORRE DISSE DI AVER UCCSO INSIEME AD ALBERTO BENEDUCE MICHELE ZAGARIA , MA SI TRATTAVA DI MICHELE MIRAGLIA
Appare, quindi, fin troppo evidente come -secondo quanto riferisce lo stesso Augusto La Torre- la strategia era molto più ampia: l'omicidio di Mario Iovine non poteva riguardare solo Mario Iovine, non riguardava solo Mario Iovine ed Augusto La Torre, infatti, riteneva che insieme ad Alberto Beneduce fosse ucciso anche Michele Zagaria e che qualora Michele Zagaria fosse scampato alla morte in quell'occasione lo avrebbero ucciso, poi, Dario De Simone e gli altri e che i trentolesi fossero stati d'accordo nell'eliminazione di Zagaria Michele; il che, ancora una volta, dimostra come ambigui e difficili da leggere fossero i rapporti tra persone che erano anche molto legate tra loro come Augusto La Torre e De Simone Dario. Augusto La Torre ha ricordato, sempre nel corso dello stesso verbale, come dopo l'omicidio Beneduce ci fu un conflitto a fuoco tra Zagaria Michele ed Augusto La Torre: in particolare, Michele Zagaria si trovò a passare per Mondragone, in quell'occasione le autovetture sulle quali viaggiavano Augusto La Torre e Michele Zagaria si incrociarono e, stando alle dichiarazioni di Augusto La Torre, iniziarono a sparare da entrambe le parti. Ha anche ricordato La Torre Augusto come dopo l'omicidio di Alberto Beneduce ci fosse stato l'omicidio di Giovanni Santonicola, di cui si è detto, il 9 settembre. Va anche ricordato come dopo l'omicidio di Giovanni Santonicola ci fu la risposta, secondo Augusto La Torre, l'11 settembre e tutto ciò dimostra effettivamente (il dato oggettivo dei morti lo conferma, oltre le dichiarazioni dei collaboratori) un chiaro conflitto tra il gruppo La Torre e il gruppo casalesi. Ricorda Augusto La Torre come in Casapesenna c'era un contrasto tra Zagaria Michele e Zagaria Vincenzo, come Beneduce e Zagaria Michele fossero soci in affari, curavano la costruzione di villette con la Zagben, gestivano il traffico di droga e, in realtà, anche su questi punti c'è sostanziale conferma, attraverso le indagini fatte, è risultato evidente che Beneduce Alberto era inserito in un traffico internazionale e per questo era stato anche arrestato, era stato detenuto al nord, nel nord Italia, un traffico di droga internazionale; risulta la costituzione di questa società, Zagben, che già di per sé ha le iniziali di Zagaria e Beneduce, risulta che effettivamente c'era un contrasto tra Zagaria Vincenzo e Zagaria Michele e questo è un quadro unanimemente fornito dai collaboratori di Giustizia riguardante Casapesenna.
DALL'UDIENZA DI SPARTACUS 1
FEDERICO CAFIERO DE RAHO 
PUBBLICO MINISTERO  DEL PROCESSO