La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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mercoledì 23 novembre 2011

SCARCERATO L’EX SINDACO DI PIGNATARO MAGGIORE GIORGIO MAGLIOCCA – TORNA A CASA DOPO OTTO MESI

I Giudici accolgono le tesi dell’avvocato Mauro Iodice che lo difende da qualche mese e giorgioo magliocca torna a casa , ma dovrà scontare la carcerazione preventiva fuori dal carcere , ma è già una cosa La Squadra Mobile della Questura di Caserta su delega della Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia aveva eseguito l’O.C.C.C. n. 31249/02 R.G.N.R., N. 62795 R.G. GIP e N. 155/11 OCC, emessa dal GIP Distrettuale l’8.03.2011 ed aveva fermato Giorgio MAGLIOCCA, eletto per la prima volta nel 2002, ritenuto responsabile dei delitti di cui agli artt. 110 e 416 bis c.p.. Secondo i magistrati della Dda di Napoli il MAGLIOCCA, pur non essendo organicamente inserito nel clan camorristico LIGATO-LUBRANO, operante nel comprensorio di Pignataro Maggiore (CE), avrebbe contribuito a rafforzare i vertici e le attività del medesimo, dal quale riceveva appoggi elettorali mediante l’illecito condizionamento dei diritti politici dei cittadini e, per tale tramite, il condizionamento della composizione e delle attività degli organismi politici rappresentativi locali, attraverso le seguenti condotte:assicurando l’aggiudicazione degli appalti pubblici del comune di Pignataro Maggiore (CE); omettendo qualsiasi controllo in ordine alla gestione dei beni confiscati al suddetto clan, consentendo che gli stessi camorristi continuassero a gestire e godere dei redditi relativi a detti beni; assicurando la erogazione di finanziamenti pubblici.