La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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venerdì 18 novembre 2011

CAMORRA IN PROVINCIA DI CASERTA - ORDINANZA DI CUSTODIA CAUTELARE PER BIFONE E PISANI

Nella mattinata odierna, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Caserta, nell’ambito di un’attività d’indagine, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dall’Ufficio G.I.P. presso il Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, nei confronti dei seguenti pregiudicati:

1. BIFONE Antonio cl. 1954, residente, capo dell’omonima organizzazione criminale operante in Portico di Caserta ed affiliata al più noto clan camorristico “Belforte” operante in Marcianise (CE) e comuni limitrofi, in atto detenuto al regime previsto dall’art. 41-bis Ord.Pen. presso la Casa Circondariale L’aquila;

2. PISANI Domenico cl. 1964, residente a Caserta, in atto detenuto presso la Casa Circondariale Sant’Angelo dei Lombardi (AV).

L’attività d’indagine ha permesso di accertare che:

- PISANI ha rivestito il ruolo spacciatore abituale in Caserta e zone limitrofe, commettendo numerosissime condotte di cessione di stupefacente tipo cocaina, previa autorizzazione del clan “Belforte”;

- BIFONE, rappresentante dell’organizzazione criminale che forniva stupefacente al PISANI, aveva ordinato un agguato ai danni del predetto (materialmente commesso l’8 dicembre 2005 mediante l’esplosione di un colpo di pistola alla gamba sinistra) al fine di costringerlo a versare la somma di euro 1.000 mensili quale corrispettivo per una fornitura di cocaina consegnatagli in precedenza e non pagata.