La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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giovedì 28 luglio 2011

IL TRIBUNALE A SANTA MARIA CV E IL CAVALLO DI TROIA - DISLOCAZIONE DI ALCUNI UFFICI - ANCHE QUESTA E' UNA PROPOSTA SENZATA - PLAUSO ALL'AVVOCATO MICHELE D'AMBROSCA

Quando abbiamo vinto le elezioni eravamo sicuri di due cose: fermare quell’esercito di predatori che si trovano al sud dei regi lagni e le trappole che aveva lasciato la precedente amministrazione. Alcune di queste, le più evidenti, sono il tabacchificio e il tribunale. Queste due opere furono iniziate da Iodice e Giudicianni. Qualcuno ricorderà che Giudicianni insieme agli organismi di rappresentanza dell’avvocatura, portò il Presidente del tribunale in gita turistica nella città mostrandogli quello che voleva e così creò l’opportunità di trasferire alcuni uffici giudiziari nei capannoni di Pellino. Per un periodo di tempo spostarono l’attenzione sulla caserma Pica nascondendo alla città che aveva un vincolo delle belle arti. Nessuno della passata amministrazione segnalò che avevano la disponibilità dell’istituto Carissimi a via Tari, né dell’ex Mulino Buffolano, né dell’ex commissariato di polizia,né dell’ex Angiulli. L’attuale amministrazione non ha capito che i predatori che abbiamo fermato ma non scacciato, entrano con i capannoni di Pellino, usando lo stratagemma del cavallo di Troia. Questi capannoni non si fittavano né si vendevano ed erano fermi da quindici anni, ecco improvvisamente arrivare un contratto di fitto di € 80.000,00 al mese. Se facciamo due conti troviamo una miniera d’oro. La società amministrata dal Pellino compra i terreni senza pagare una lira, ma concede ai proprietari del terreno dei capannoni, quindi il costo è solo sulla costruzione,per il tutto, essendo dei prefabbricati in cemento compresso, avrà speso circa tre milioni di euro, l’amministrazione in nove anni ne pagherà nove milioni di euro e abbiamo creato un nuovo miliardario a spese della collettività. Il compito dell’attuale sindaco è quello di amministrare spendendo il meno possibile per non gravare di ulteriori tasse la collettività. Ebbene con questo contratto sarà costretto ad aumentare le tasse ai cittadini, togliendolo ai servizi sociali. L’aspetto commerciale è quello più nefasto per la città, difatti creando un polo commerciale con il capannone della Coop e per nove anni i commercianti dovranno chiudere e andare via dalla città. Ma veniamo alla dislocazione degli uffici giudiziari. Gli uffici da trasferire sono quelli ubicati nella caserma Mario Fiore per adeguarla all’arrivo del tribunale civile. Ebbene per quanto riguarda la polizia giudiziaria si tratta di cinque stanze che possono essere allocate nel palazzo dell’ex commissariato di polizia. Per quanto riguarda l’ufficio del giudice di sorveglianza può essere allocato nell’ex carcere Angiulli, dove già il ministero aveva previsto la sua dislocazione dieci anni addietro. Restano gli uffici del giudice di pace, per i quali abbiamo il Mulino Buffolano oppure l’istituto i Carissimi. Ebbene l’istituto dei Carissimi alla via Tari, in pieno centro storico, ha un parcheggio di circa 300 vetture, al primo piano vi sono oltre 30 aule, al piano terra dei saloni enormi che con una piccola spesa potevano essere adibiti alle funzioni di aule dibattimentali. Quindi la soluzione economica esiste, è fattibile e anche in breve tempo e non per un tempo di nove anni ma a tempo indeterminato. Tutti sanno che in Italia e in Europa arriverà nei prossimi anni una crisi economica che non lascerà spazio a nessuno, aumenterà la povertà e i disoccupati, allora perché qui andiamo in controtendenza e sperperiamo denaro pubblico per favorire una società già sotto la lente della giustizia? perché non si capisce da dove sono arrivati i capitali per la costruzione dei capannoni? è in atto un sequestro da parte della Procura sulle concessioni edilizie richieste per questi capannoni? Chi prospetta larvate minacce se non si fittano questi capannoni? Perché nello scegliere la sede dove allocare gli uffici, l’amministrazione comunale deve dipendere dai vari organismi giudiziari? Tutto quello che abbiamo fatto per quattro anni si è vanificato davanti alla prima trappola lasciata da Giudicianni e dall’attuale minoranza, perché sarebbe opportuno conoscere chi muove i fili e resta nell’ombra per ottenere quello che alla luce del sole non poteva ottenere.



avv. Michele D’Abrosca

GENTILMENTE OFFERTO DAL BLOG "IL POPOLO SAMMARITANO"