La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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venerdì 1 luglio 2011

“CRIMINALITA’ AMBIENTALE, PROCESSO PENALE E PROFILI RISARCITORI. RELATORI I MAGISTRATI RAMACCI E PEPE E GLI AVVOCATI DIANA, IANNOTTI E STELLATO

Successo del convegno della Camera Penale
S. Maria C.V. - Si è tenuto l’altro giorno, presso l’ Aulario della Facoltà di Giurisprudenza della Seconda Università di Napoli, la seconda lezione del Corso di Formazione Specialistica, organizzato dalla Scuola Territoriale di Formazione della Camera Penale di Santa Maria Capua Vetere, diretta dall’avv.to Gennaro Iannotti sul tema “CRIMINALITA’ AMBIENTALE, PROCESSO PENALE E PROFILI RISARCITORI”.



Il tema, di drammatica attualità nella nostra regione, è stato affrontato dal magistrato della Corte di Cassazione Luca Ramacci, uno dei massimi esperti italiani in diritto penale dell’ambiente, dal dott. Antonio Pepe, già magistrato presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ed attualmente presidente di Sezione del Tribunale di Torre Annunziata, nonché dall’avvocato Giuseppe Stellato, impegnato nei più importanti processi di criminalità ambientale celebrati nel nostro territorio. Gli interventi sono stati moderati dall’avv.to Gennaro Iannotti, responsabile della Scuola di Formazione della Camera Penale di Santa Maria Capua Vetere presieduta dall’avv.to Alessandro Diana.



Dopo il saluto del Presidente Diana, l’avvocato Gennaro Iannotti ha introdotto i relatori ( il magistrato Pepe definito un galantuomo con la toga ) e Ramacci, autore, tra l’altro, del libro “Diritto Penale dell’Ambiente”), un testo – ha detto Iannotti - giunto alla sua seconda edizione, che ha lo scopo di fornire al giurista uno strumento di agevole consultazione che consente di formarsi un'adeguata conoscenza di tutti gli aspetti fondamentali delle varie disposizioni penali in materia ambientale”.



Ha preso quindi la parola l’avvocato Giuseppe Stellato il quale ha criticato con asprezza le modalità – spesso odiose – del sequestro e della restituzione di un bene, sequestrato per esistenza di “un fumus”, risultato poi inesistente e restituito agli aventi diritto, quando ormai obsoleto, non vale più niente e quando il danno si è aggiunto alla beffa ( giudiziaria ). I dissequestri in materia di reati ambientali ( specie quelli ai sensi del 321 C.P.) si possono contare sulle punte delle dita. L’insigne oratore ha poi narrato di un fatto accaduto ad un suo cliente il quale dopo 4 anni è stato completamente assolto dalla Cassazione, ma quando ormai al danno (di circa 2 milioni di euro) prodotto dall’insensato iter giudiziario si è aggiunta la beffa. Stellato si è detto contrario all’arresto per abbandono dei rifiuti solidi ed ha aspramente criticato il processo intentato - dopo le dichiarazioni del collaboratore Vassallo, sul dolo eventuale, per avvelenamento delle acque che che potrebbe verificarsi nel 2064 ( critica anche alla sentenza della Thyssen ).



Stimolato dalla “provocazione” di Gennaro Iannotti: “Spesso, da parte della magistratura si perseguita il fenomeno ma non il reato”… ha replicato il Dr. Antonio Pepe, il quale non si è detto d’accordo sulla eventuale esibizione di una fidejussione per il dissequestro e ha poi spiegato che molti rigetti di dissequestro ( come lamentato da Stellato ) sono dovuti principalmente al fatto che il collegio ha pochissimo tempo per esaminare le carte con tranquillità…”



Il Presidente Pepe ha poi detto che “Spesso – in questa materia ambientale - “si viene travolto dal fatto e dallo scenario del processo penale”. Ha poi parlato del danno ambientale, con particolare riferimento a quello paesaggistico, ed al pericolo per la pubblica incolumità. Tuttavia ha concluso Pepe: “I casi debbono essere esaminati volta per volta, e il magistrato, non deve subire il fascino di innamorarsi delle tesi dell’accusa o della difesa, ma mantenersi equidistante”.



E’ stata poi la volta del Dr. Luca Ramacci, pubblico ministero, “sequestratore” per 25 anni, il quale ha confessato di aver fatto un uso indiscriminato di questo strumento molto flessibile specie per il “fumus” e che i pubblici ministeri lo usano moltissimo. Ha poi illustrato la normativa secondo la quale è possibile emettere un provvedimento di “dissequestro condizionato” ( lui lo ha fatto quando era a Venezia, per Marghera, zona di alto inquinamento), con facoltà d’uso ( per salvaguardare la parte operaia ) e prescrivere delle condizioni a tempo per gli adeguamenti necessari.



E’ uno strumento – aggiungiamo noi - che qui viene poco usato e spesso i P.M. sequestrano aziende intere buttando sul lastrico centinaia di famiglie… solo per “fumus” spesso risultati inesistenti.



L’alto magistrato si è poi soffermato sull’inquinamento acustico ed ha spiegato che molti ricorsi in Cassazione vengono rigettati, perché “fatti male” ( Spesso ci si dimentica che la Suprema Corte esamina solo il diritto eventualmente violato e non il merito della causa – N.d.R ) e che spesso le sezioni sono ingolfate e costrette ad esaminare anche 150 processi un una sola udienza. Ha poi parlato del ritardo dell’inserimento nel Massimario delle decisioni della Corte ( la solita mancanza di personale ) che spesso fanno arretrare gli operatori del diritto con decisioni ormai sorpassate.



Il dibattito è poi continuato con gli interventi sui reati di abuso di ufficio e reati urbanistici, ( è stato detto che il 98% dei reati commessi da pubblici ufficiali vengono assolti e che il 2% dei reati si prescrive in appello); che non è possibile mantenere in piedi un provvedimento di sequestro basato solo sul “fumus”, e sulle consulenze che, spesso, sono contraddittorie tra di loro.



Si è discusso poi sul principio di “offensività”, sui nuovi reati della DIA, in materia urbanistica, e sull’abuso paesaggistico dove – è stato detto – spesso si rischia l’arbitrio da parte del giudice; si è parlato poi della nuova disciplina sulla identificazione dei sottoprodotti dei rifiuti, sul trasporto degli stessi, che il Legislatore ( definito da Ramacci un “animale”) dovrà disciplinare con proprie norme di attuazione che andranno a confluire in quella selva di complessità e varietà delle leggi, spesso in “ininterpretabili” e, spessissimo, oggetto di rinvio alla Corte Costituzionale.



Infine si è parlato dei nuovi provvedimenti edilizi, col “silenzio-assenso” ( disciplina necessaria prima che i funzionari urbanistici degli Enti… indossino il “passamontagna da rapinatori”, ha detto il magistrato Luca Ramacci ); delle “escamotage” dei palazzinari che, spesso fanno passare – almeno a Roma – le piscine… come vasche per la raccolta di acque”. Si è chiuso il convegno parlando dell’introduzione della responsabilità civile per le persone giuridiche.



L’appuntamento per tutti, è al prossimo 8 luglio che verterà sull’argomento “IL RISCHIO PENALE DELL’IMPRESA TRA VITTIMOLOGIA E SINALLAGMA CAMORRISTA” con la moderazione dell’avv. Prof. Alfonso Quarto, consigliere Ordine avvocati S. Maria C.V., la partecipazione dell’ avv. Giuseppe Garofalo, della camera penale di Santa Maria C.V., del prof. Gaetano Insolera, Professore di diritto penale dell’ Università di Bologna e del Dott. Raffaello Magi, magistrato del Tribunale Santa Maria C.V.-