La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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mercoledì 8 giugno 2011

RIFIUTI E CAMORRA - BLOCCATO L'IMPRENDITORE LUDOVICO UCCIERO - ECCO COME FACEVA I SUOIU AFFARI -LA DDA DI NAPOLI METTE LE MANI SUI SUOI BENI

In data odierna i militari della Guardia di Finanza della Compagnia di Mondragone, unitamente al personale dell’arma dei Carabinieri del Noe di Roma, hanno dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un noto imprenditore, Ucciero Ludovico, operante con diverse società nel settore dello smaltimento e del trattamento dei rifiuti industriali.La misura cautelare in carcere è stata disposta dal Gip del tribunale di Napoli, a seguito di una complessa attività di indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e sviluppata dalla Guardia di Finanza di Mondragone e dal Comando Carabinieri per la tutela dell’ambiente che ha permesso di delineare l’operatività del suddetto Ucciero Ludovico quale vero e proprio “concorrente esterno” del clan dei Casalesi. L’attività di indagine ha preso le mosse da recenti dichiarazioni di collaboratori quali Verde Enrico detto “o’ barbiere” Di Caterino Emilio, Spagnuolo Oreste, questi ultimi appartenenti al sanguinato gruppo Setola, Cecoro Giuseppe, Tavoletta Cesare, Guida Luigi detto “o’ drink” e Vassallo Gaetano che hanno fatto emergere come Ucciero abbia avuto uno stabile rapporto con il clan dei Casalesi che gli ha consentito, nel tempo, di raggiungere alti profitti in quanto, in forza dell’appoggio fornitogli dalla compagnia camorristica, si è sistematicamente aggiudicato appalati e commesse per il trasporto e lo smaltimento di rifiuti (liquidi e solidi) ed ha, nel contempo, procurato alla organizzazione criminale ingenti profitti consistenti nel versamento di parte dei proventi della sua attività imprenditoriale direttamente nelle mani dei “capizona” del clan dei Casalesi, gruppo Bidognetti, ovvero proprio coloro che, divenuti ormai collaboratori di giustizia, hanno raccontato l’affare.
Il lavoro degli inquirenti ha evidenziato come l’imprenditore in qualità di gestore di fatto di diversa società, tutte esercenti attività nel settore del trasporto e dello smaltimento dei rifiuti speciali (liquidi e solidi) abbia operato sistematicamente con i predetti esponenti del clan aggiudicandosi, proprio in forza di tale collegamento:
- le commesse e gli appalti per il servizio di espurgo degli scarichi fognari nel territorio di Castel Volturno e per il trasporto dei fanghi del depuratore Foce Reci Lani di Villa Literno nonchè per il servizio di trasporto e smaltimento del percolato prodotto nella discarica “Parco Saurino” del comune di Santa Maria la Fossa
-le commesse per il deposito dei rifiuti solidi urbani nel periodo della cd. emergenza rifiuti
-nonchè la commessa per il posizionamento dei cassoni per raccolta del Rsu nel comune di Mondragone.
Le indagini hanno consentito di individuare in Ucciero Ludovico un vero e proprio imprenditore “cocncorrente esterno” al clan camorristico in quanto egli ha rivestito una posizione ben diversa da quella dell’imprenditore “vittima” della compagine criminale in quanto a potuto vantare un “…rapporto sinallagmatico con la cosca tale da produrre vantaggi per entrambi i contraenti, consistenti per l’imprenditore nell’imporsi nel territorio in posizione dominante e per il sodalizio criminoso nell’ottenere risorse, servizi e utilità…”. Il criterio distintivo tra la figura dell’imprenditore colluso e quello vittima è che il primo ha consapevolmente rivolto a proprio profitto l’essere venuto in relazione col sodalizio mafioso. Allo stesso tempo le complesse indagini di natura patrimoniale hanno condotto al sequestro preventivo dei beni dell’Ucciero, in particolare di quattro società, 30 fabbricati, 4 terreni, 38 autocarri, 5 autovetture di grossa cilindrata nonchè 36 rapporti bancari per il valore complessivo di circa 40 milioni di euro.