La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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martedì 26 aprile 2011

Questa legge elettorale: un’assurdità. Di GAETANO RAUSO

In questo periodo di ferie sono stato più volte contattato da esponenti della stampa o da amici i quali volevano conoscere il mio parere in merito alle prospettive elettorali dei vari candidati alla carica di sindaco e di consigliere comunale, dopo i ribaltoni di cui si sono resi protagonisti tanti personaggi che aspirano ancora ad occupare uno scranno nel Consiglio Comunale di Santa Maria Capua Vetere.


Come è noto a coloro che hanno seguito il mio impegno politico,non è mia abitudine esprimere giudizi sulle persone,ciò che mi interessa è analizzare i fatti e le ragioni che hanno determinato la decisione di alcuni consiglieri comunali di rinnegare l’impegno preso con gli elettori, cosa che è consentito da una Legge elettorale, a mio avviso, inadeguata.

Dopo tanta esperienza nella Pubblica Amministrazione, sono sempre più convinto che è necessario modificare la legge che disciplina l’elezione del Sindaco e del Presidente della Provincia, al fine di porre un argine al malgoverno nelle Autonomie Locali e porre fine ai fenomeni di trasformismo dettato solo da interessi personali che riducono le Pubbliche Assise in un mercato delle vacche.

La situazione sta degenerando in un modo che potrebbe portare ad irreparabili conseguenze per la stabilità istituzionale. Con questa logica,infatti, si facilita l’affermarsi di interessi malavitosi che sono rappresentati da persone che non disdegnano l’acquisto del voto attraverso il mercimonio e lo sfruttamento dello stato di indigenza di alcune fasce disagiate della cittadinanza. Un mio amico barbiere mi raccontava di avere avuto promesse di posti nell’ex tabacchificio(quali?) dopo aver avuto vane promesse di lavoro in cliniche private, puntualmente non mantenute.

Dopo il referendum che ha portato alla promulgazione della legge n°81 del 1993, è stata introdotta l’elezione diretta del Sindaco e del Presidente della Provincia; la scelta del Capo dell’Amministrazione fatta dal Popolo, avrebbe dovuto sottintendere l’attribuzione di facoltà decisionali più vaste a coloro che sono destinatari di tale incarico, ma “ i soliti compromessi all’Italiana” hanno generato un sistema ibrido che ha determinato una situazione più difficilmente gestibile in confronto a quella precedente in cui decidevano i Partiti.

Un Sindaco, infatti, non può ben governare se, per mantenere la maggioranza che lo sostiene, deve assoggettarsi ad un continuo ricatto da parte di consiglieri che sono delegati ad affermare interessi personali o quelli delle lobby che li sostengono, invece di quelli della collettività che li ha votati nei Consigli Comunali o Provinciali.

A cosa servono questi Consigli se il Popolo che ha la facoltà di scegliere chi Lo dovrà rappresentare e governare nei cinque anni di mandato non può avere la garanzia, attraverso questo sistema elettorale assurdo, di essere governato da coloro i quali ha scelto attraverso l’espressine del voto. Vi dovrebbe essere a governare la città solo il Sindaco eletto che renderà immancabilmente conto, quando si ripresenterà al giudizio degli elettori, delle sue azioni.

Tanti personaggi si propongono al giudizio del Popolo solo perché ambiscono all’incarico per soddisfare la loro ambizione o per essere alle dipendenze di qualche mandatario, perciò si continua ad assistere a questi fenomeni di trasformismo.

In più occasioni ho ribadito la mia convinzione che queste Amministrazioni, fortemente condizionate dai Comitati d’Affari, non potranno mai governare le comunità che rappresentano con serenità e con spirito costruttivo.

Con questa Legge in vigore,quali sono i personaggi che si propongono all’elettorato per essere scelti quali suoi rappresentanti?Un’accozzaglia di incompetenti chiamati dall’aspirante Sindaco a far numero e che non hanno la benché minima idea di quali sono i compiti di un amministratore e che, in molti casi, sono proposti all’elettorato solo perché hanno una famiglia numerosa

Poi non ci lamentiamo di dover assistere a ribaltoni o al sovvertimento della volontà popolare.



Gaetano Rauso