La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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lunedì 4 aprile 2011

MARCIANISE . LA SQUADRA MOBILE DI CASERTA ESEGUE ORDINANZE DI CUSTODIA CAUTELARE NEI CONFRONTI DI ESPONENTI DEL CLAN “PICCOLO” DI MARCIANISE.

Nella prima mattinata di oggi, la Squadra Mobile, coadiuvata da equipaggi dei Reparti Prevenzione Crimine, ha dato esecuzione ad un’ordinaza di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Procura Antimafia, per i reati di estorsione aggravata dall’avere agito al fine di agevolare l’associazione camorrista del clan PICCOLO, detti “I Quaqquaroni” di Marcianise (CE), nei confronti delle persone di seguito elencate:
1. RUSSO Mario, nato a Formia (LT) il 26.10.1985, res. a Marcianise (CE), pregiudicato, detenuto;
2. PICCOLO Domenico, nato a Marcianise (CE) il 10.11.1975, ivi res., incensurato;
3. DE LISE Pietro, nato a Portico di Caserta (CE) il 4.4.1971, domiciliato in Marcianise (CE), pregiudicato;


4. SILVESTRE Salvatore, nato a Cardito il 17.8.1969, res. in Marcianise (CE), pregiudicato.
In particolare, agli arrestati vengono contestati una serie di episodi estorsivi nei confronti di un grosso imprenditore del settore della coltivazione del tabacco, che aveva subito negli anni trascorsi due incendi del deposito.Inoltre, il RUSSO deve rispondere anche del reato di detenzione e porto in luogo pubblico di una pistola a tamburo clandestina, fatto per il quale, il 4 novembre 2009, era stato arrestato, in flagranza di reato, il fratello naturale DI LEO Antonio, nato a Marcianise (CE) il 19.12.1972, che la custodiva per suo conto.
I provvedimenti cautelari eseguiti questa mattina, si inseriscono nel contesto delle indagini, anche di carattere tecnico, condotte da tempo dalla Squadra Mobile di Caserta sulle organizzazioni camorriste operanti nel marcianisano, ed in particolare sul clan PICCOLO, uscito sconfitto dalla sanguinosa guerra che l’aveva contrapposto negli anni ‘90 al clan BELFORTE, alias i Mazzacane, con il quale si contendeva il controllo delle attività criminali nel comprensorio.Le indagini, avviate nella seconda metà del 2009, a seguito di una preoccupante recrudescenza di episodi intimidatori dalla evidente matrice estorsiva nel marcianisano, permettevano di rilevare un inquietante e spregiudicato attivismo criminale sul territorio da parte dei citati esponenti del clan PICCOLO, impegnati in una capillare attività estorsiva in danno di imprenditori ed operatori economici, evidentemente incoraggiati dalla detenzione di tutti i principali e più pericolosi esponenti degli antagonisti BELFORTE, colpiti negli ultimi anni da pesantissime condanne.Nel novembre 2009, la Procura Antimafia di Napoli, sulla scorta dei primi esiti delle indagini della Squadra Mobile di Caserta, aveva già emesso un decreto di fermo, per estorsione continuata ed aggravata dal metodo mafioso, nei confronti di 3 esponenti dei “Quaqquaroni”: l’allora reggente del clan, LETIZIA Andrea, nato a Marcianise (CE) il 7.7.1976, MAIETTA Michele, nato a Marcianise (CE) il 24.12.1983 ed il citato RUSSO Mario.Il prosieguo delle indagini, poi, permetteva di riscontrare ulteriormente l’attivismo criminale dei Quaqquaroni e portava alla emissione, nel settembre 2010, di un nuovo provvedimento di fermo da parte della Procura Distrettuale di Napoli, nei confronti di quelle che erano ritenute le nuove leve del clan: RICCIARDI Salvatore, nato a Marcianise il 17.7.1983 pregiudicato, e NACCA Antonio, nato a Caserta il 20.8.1980, gravemente indiziati di una serie di estorsioni continuate ed aggravate dal metodo mafioso nei confronti di imprenditori del comprensoriodi Marcianise e di detenzione e porto illegali di arma da guerra, agli stessi, infatti, veniva sequestrato un mitra UZI di fabbricazione israeliana, munito di caricatore e relativo munizionamento, perfettamente efficiente.