La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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venerdì 25 marzo 2011

MAGLIOCCA -GATE. I GIUDICI PARTENOPEI DICO NO ALLA LIBERTA' DEL SINDACO DI PIGNATARO - SI APRE UNA FALDA NELL'EX PARTITO DI FINI . ANCHE ALEMANNO RISCHIA

 Il tribunale del riesame dice no al sindaco Giorgio Magliocca. Hanno rigettato la liberta’ i giudici partenopei .  La Squadra Mobile della Questura di Caserta su delega della Procura della Repubblica di Napoli – Direzione Distrettuale Antimafia ha eseguito l’O.C.C.C. n. 31249/02 R.G.N.R., N. 62795 R.G. GIP e N. 155/11 OCC, emessa dal GIP Distrettuale l’8.03.2011 aveva fermato  Giorgio  MAGLIOCCA, eletto per la prima volta nel 2002, ritenuto responsabile dei delitti di cui agli artt. 110 e 416 bis c.p.. In particolare, dal contesto di particolareggiate indagini, anche di carattere tecnico, istruite dalla Direzione Distrettuale Antimafia e condotte dalla Squadra Mobile di Caserta, il MAGLIOCCA, pur non essendo organicamente inserito nel clan camorristico LIGATO-LUBRANO, operante nel comprensorio di Pignataro Maggiore (CE), avrebbe contribuito a rafforzare i vertici e le attività del medesimo, dal quale riceveva appoggi elettorali mediante l’illecito condizionamento dei diritti politici dei cittadini e, per tale tramite, il condizionamento della composizione e delle attività degli organismi politici rappresentativi locali, attraverso le seguenti condotte:assicurando l’aggiudicazione degli appalti pubblici del comune di Pignataro Maggiore (CE); omettendo qualsiasi controllo in ordine alla gestione dei beni confiscati al suddetto clan, consentendo che gli stessi camorristi continuassero a gestire e godere dei redditi relativi a detti beni; assicurando la erogazione di finanziamenti pubblici. La Squadra Mobile accertava il livello di responsabilità del MAGLIOCCA, che si prodigava nel dissimulare le sue e le condotte penalmente rilevanti del clan, eseguendo puntualmente gli ordini dei suoi referenti, attraverso la sistematica e consapevole omissione da parte dell’amministrazione locale di ogni attività di controllo e vigilanza sui beni confiscati, consentendo ai membri delle famiglie camorriste LIGATO-LUBRANO di gestire i citati beni, formalmente annessi al patrimonio indisponibile dell’ente territoriale da diversi anni.