La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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lunedì 21 febbraio 2011

SANTA MARIA CAPUA VETERE - MONNEZZA GATE - LA GIUNTA IODICE DEL 2004 DAVANTI AI MAGISTRATI CAPITOLINI - E' L'ULTIMA SPIAGGIA .

Cinque avvocati amministrativisti  sono pronti a sfidare stamattina la  sede centrale corte dei conti, una sorta di cassazione. L’udienza è stata fissata in  seguito al ricorso   del pm della regione campania  che vuole condannare la giunta del 2004 . Il collegio difensivo, infatti, è composto dagli avvocati Francesco e Gabriele Casertano, l’avvocato Antonio Tommaso Ventre j, Giovanni Petrella e Renato Labriola. Il Pubblico Ministero della Corte dei Conti della sezione della Regione Campania ha presentato, mesi fa, appello ad un ex sindaco, vice sindaco e quattro assessori in carica all’epoca dei fatti al comune di Santa Maria Capua Vetere contro l’assoluzione del 24 febbraio 2009. Alla vicenda giudiziaria amministrativa nel giudizio di responsabilità vennero associati il sindaco Enzo Iodice ex pd transitato nell’Udc , l’assessore all’ambiente Giovanni Campochiaro ex Margherita adesso Pdl consigliere comunale dei maggioranza e chi quel giorno votò la delibera di giunta della raccolta differenziata e cioè Renato Delle Femmine , Nicola Leone , Domenico Piccolo, che sono attualmente ritirati dalla vita amministrativa cittadina, Edgardo Olimpo in forza all’opposizione . Il 27 gennaio 2009, data dell’udienza, il relatore fu il professor Micheal Sciascia che estese la sentenza n.126 del 24 febbraio 2009 . Ma andiamo per ordine . Con Citazione depositata in data 11 febbraio 2008 a firma del vice procuratore generale Maurizio Stanco , il procuratore generale chiamò in giudizio i personaggi politici esponenti del comune di Santa Maria Capua Vetere, per il risarcimento dei danni subiti allo Stato, dalla Regione Campania e dal comune di Santa Maria Capua Vetere.Il pm, nel nuovo appello, ha fornito nuove prove perché ritiene che i predetti siano responsabili per aver determinato con il loro comportamento il danno conseguente al mancato rispetto degli obblighi inerenti il mancato raggiungimento delle percentuali minime di raccolta differenziata per gli esercizi 2004 e 2005 , di cui chiede il risarcimento con utilizzazione del potere di valutazione equitativa in euro di 199.037,55 al comune di Santa Maria Capua Vetere in ragione dell’onere indebitamente sostenuto per l’attivazione del servizio di raccolta differenziata, nonché del mancato introito derivante dalla cessione del materiale recuperato. Danno di euro 27.302,80 allo stato calcolato sempre in via equitativa con riferimento al costo per il trasporto dei rifiuti indifferenziati al fine del loro smaltimento fuori regione e dulcis in fundo un danno di 18.090,00 alla regione per le spese necessarie al ripristino del pregiudizio all’immagine dell’ente. Il tutto fa riferimento alla delibera n. 156 del 4 giugno 2004 atto al quale , secondo il requirente , è da riconnettere la grave interruzione del servizio. Nel merito , i giudici osservarono “che la vicenda risultante dagli atti di causa costituisce oggettivamente una emblematica negazione della sana amministrazione , cui dovrebbe essere spirata l’azione pubblica . questa infatti va sempre volta alla soddisfazione dei bisogni collettivi specie in un settore così delicato per la salute e l’ordinato svolgimento della vita civile come lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani “. Va aggiunto anche lo sperpero di ingenti mezzi finanziari provenienti dai cittadini che hanno dovuto sopportare , specie in Campania, un eccesivo costo di servizi mai resi. . Ma la delibera però non fa riferimento ad una disposizione di un interruzione del servizio di raccolta differenziata, per questi motivi il collegio ha ritenuto di dover assolvere tutti gli amministratori perché non vi sono stati riscontri probatori e il pm non poteva limitarsi soltanto ad un sua conoscenza . La partita è ancora aperta .