La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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sabato 25 dicembre 2010

SAN NICOLA LA STRADA OMICIDIO CANGIANO AL BAR TROPICAL - INASPRIMENTO DELLA PENA PER BUTTONE E TROMBETTA

Lo scorso 24 dicembre, la Squadra Mobile di Caserta ha dato esecuzione all’o.c.c.c. Nr. 56615/05 RGNR e Nr. 28/08 Mod. 16, emessa il precedente 21 dicembre scorso dalla Corte di Assise - III^ Sezione di Santa Maria C. V., per concorso nell’ omicidio di CANGIANO Michele nato a Maddaloni (CE) il 6.6.1961, assassinato in un agguato di stampo camorristico il 22 agosto 2000 in San Nicola la Strada (CE), nei confronti di:



1. BUTTONE Bruno, nato a Marcianise (CE) il 20.5.1972, pregiudicato;

2. TROMBETTA Luigi, nato a Marcianise (CE) il 19.10.1956, pregiudicato,



entrambi esponenti di spicco del clan “BELFORTE” operante in Marcianise (CE) e comuni limitrofi.

La misura restrittiva era stata richiesta dalla Procura Antimafia di Napoli a seguito della condanna alla pena dell’ergastolo emessa il 15 dicembre scorso, in primo grado, per il delitto in argomento, dalla stessa Corte di Assise di Santa Maria C. V. (CE).

Il CANGIANO, pregiudicato per associazione di stampo camorristico, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, armi e rapina, elemento di primo piano del Clan “BELFORTE”, con il ruolo di esattore e trafficante di stupefacenti nonché referente nell’area di San Marco Evangelista (CE), veniva assassinato a colpi di pistola nella serata del 21 agosto 2000, all’esterno del Bar Tropical ubicato in Via Italia a San Nicola L. S.

Le indagini della Polizia di Stato, avviate immediatamente, attraverso la ricostruzione delle ultime ore di vita della vittima, permettevano di individuare i responsabili, mandanti ed esecutori materiali, del delitto ed accertarne il movente.

In particolare, la eliminazione del CANGIANO era scaturita dalla volontà di BUTTONE Bruno, nato a Marcianise (CE) il 20.5.1972, FRONCILLO Michele, nato a Marcianise (CE) il 12.5.1975 - poi divenuto collaboratore di giustizia - e TROMBETTA Luigi, nato a Marcianise (CE) il 19.10.1956, di eliminare colui che ambiva a soppiantarli nella reggenza del clan “BELFORTE”.

L’incarico di attuare il progetto omicidiario veniva affidato ad un altro affiliato del clan, SALZANO Ciro, nato il 10.2.1979, a sua volta assassinato qualche tempo dopo, il quale aspirava al ruolo di capo zona della vittima.

CANGIANO Michele fu attirato in una vera e propria trappola mortale.

Infatti, secondo la meticolosa ricostruzione della Squadra Mobile di Caserta, confermata dalla acquisizione dei tabulati relativi al traffico telefonico delle utenze cellulari in suo possesso, mentre il SALZANO concordava un appuntamento presso il bar Tropical di San Nicola con la vittima, altri due affiliati del clan, IOVINELLA Giuseppe, nato a Napoli il 19.2.1966, e MUSTO Michele, nato a San Marcellino (CE) il 12.5.1953, lo intrattenevano sino all’arrivo della vettura a bordo della quale si trovava il killer.

CANGIANO Michele, attinto mortalmente al torace dai colpi di pistola, prima di spirare, ebbe il tempo di urlare un insulto - “bastardo” - al suo carnefice.

L’esecutore materiale veniva poi identificato in CAPUOZZO Francesco, esponente di rilievo del clan “VATIERO-CARDARELLI” della zona “delle case nuove” di Napoli.

Per tale delitto, infatti, nel giugno del 2007, venivano arrestati dalla Squadra Mobile di Caserta, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip di Napoli su richiesta della Procura Antimafia, oltre agli esponenti del clan “BELFORTE” BUTTONE, FRONCILLO, TROMBETTA, IOVINELLA e MUSTO, anche il capoclan VATIERO Gaetano, nato a Napoli il 9.11.1963, a cui SALZANO Ciro aveva chiesto aiuto per la esecuzione dell’omicidio.

SALZANO Ciro, trafficante di cocaina per conto dei “BELFORTE”, riforniva abitualmente il clan “VATIERO-CARDARELLI” i cui esponenti, pertanto, fornirono il supporto richiesto.

Peraltro, pochi mesi dopo l’omicidio, la Squadra Mobile aveva già arrestato l’autista del killer, il pregiudicato PIANELLI Gianluca, nato a Napoli il 10.2.1979, grazie alle impronte lasciate sulla vettura utilizzata per il raid omicida.