La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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giovedì 23 settembre 2010

SQUADRA MOBILE CASERTA - PRESI RICCIARDI E NACCA

Nel pomeriggio odierno, la Squadra Mobile di Caserta ha dato esecuzione all’O.C.C.C. nr. 44010/10 R.G. e nr. 598/10 O.C.C. emessa dall’Ufficio G. I. P. di Napoli nei confronti di RICCIARDI Salvatore, alias Fafammiello, nato a Marcinanise (CE) il 17.07.1983, detenuto, e di NACCA Antonio, nato a Caserta il 20.08.1980, detenuto, responsabili di detenzione e porto di armi e munizioni, comuni e da guerra, ricettazione ed estorsione continuata, reati aggravati dal metodo mafioso e dall’avere agito al fine di agevolare l’organizzazione camorristica denominata “Piccolo” detti i “Quaqquarone” di Marcianise (CE), di cui sono ritenuti leve emergenti.
Il G. I. P., non solo ha integralmente confermato l’impianto accusatorio su cui era fondato il provvedimento di fermo emesso nei loro confronti il 2 settembre scorso dalla Procura Distrettuale di Napoli, ed eseguito dalla stessa Squadra Mobile, ma ha contestato anche ulteriori episodi estorsivi accertati nel frattempo dagli investigatori, consumati in danno dei proprietari di una rivendita di surgelati di Capodrise (CE) e del gestore di un albergo di Marcianise (CE), anch’essi vittime delle pretese di denaro e delle minacce perpetrate, con armi da fuoco ed in nome del clan di appartenenza, dai citati NACCA e RICCIARDI.
Dopo l’esecuzione del provvedimento di fermo, infatti, la Squadra Mobile aveva effettuato approfondimenti investigativi su di una serie di danneggiamenti, alcuni dei quali consumati tramite esplosione di colpi di arma da fuoco, di cui erano rimasti vittime imprenditori e commercianti del comprensorio.
Solo alcune delle vittime, però, hanno confermato di essere state “avvicinate” dai due arrestati e di avere pagato il “pizzo”, mentre molti altri hanno negato di avere mai ricevuto minacce ed intimidazioni a scopo estorsivo.
Come si ricorderà, il 2 settembre scorso, la Squadra Mobile di Caserta ed il Comissariato di P. S. di Marcianise, nell’ambito di indagini coordinate dalla Direzione Investigativa Antimafia di Napoli, avevano dato esecuzione a due provvedimenti di fermo nei confronti di: RICCIARDI Salvatore e NACCA Antonio.

Il provvedimento di fermo aveva “interrotto” l’ascesa criminale dei due giovani, ritenuti le leve emergenti del clan “Piccolo - Quaqquarone” di Marcianise (CE).
L’operazione era la naturale prosecuzione di una precedente indagine coordinata dalla D. D. A. di Napoli e condotta dalla Squadra Mobile di Caserta nei confronti dei “Quaqquaroni” che, nel novembre 2009, aveva portato alla emissione analoghi decreti di fermo nei confronti di altri tre esponenti della stessa organizzazione criminale: LETIZIA Andrea, nato a Marcianise (CE) il 07.07.1976, pregiudicato, ritenuto all’epoca il reggente del clan “Piccolo”; RUSSO Mario, nato a Formia il 26.10.1985, pregiudicato, e MAIETTA Michele, nato a Marcianise (CE) il 24.12.1983, pregiudicato, tutti indagati per estorsionecontinuata ed aggravata ex art. 7 L. 203/90.
Le indagini, allora condotte dalla Squadra Mobile, avevano permesso di appurare uno spregiudicato attivismo dei tre affiliati ed una diffusa attività intimidatoria ed estorsiva nei confronti di imprenditori e commercianti del comprensorio di Marcianise, Caserta, San Nicola la Strada e comuni limitrofi, che segnalava una preoccupante ripresa delle iniziative criminali da parte del Clan Piccolo, anche in diretta competizione con l’opposta organizzazione dei “Belforte-Mazzacane”, ormai fortemente indebolita dagli arresti e dalle pesanti condanne che negli ultimi anni hanno colpito numerosi esponenti della organizzazione, tra i quali i suoi capi storici.
RICCIARDI e NACCA, avevano ormai “rimpiazzato” a pieno titolo gli affiliati già arrestati, come dimostrato dagli ulteriori episodi estorsivi accertati dopo il loro fermo.