La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


email
procecere@alice.it
procecere@virgilio.it



Visualizzazioni secondo Google dal 2009

sabato 7 agosto 2010

LO SNAMI SULLA NOMINA DEL COMMISSARIO DELL'ASL PROFESSOR ROMANO

Con la nomina del nuovo Commissario dell’ASL di Caserta (speravamo in un Direttore generale, ma chi si contenta…) non sono certamente spariti i problemi, nonostante la notevole levatura professionale del Prof. Romano.

Il messaggio che vuole inviare lo SNAMI (Sindacato Nazionale Medici Italiani), per bocca di Pasquale Orlando, Presidente provinciale di Caserta, è un augurio di buon lavoro al nuovo manager, “affinché le gravi ed irrisolte problematiche della ASL di Caserta imbocchino la strada giusta. Quella della concertazione, seria e propositiva, con gli operatori del settore”.

Lo SNAMI, quale Sindacato rappresentativo della Medicina Generale e dei Dirigenti Medici, chiede un incontro con il nuovo Direttore Generale, per iniziare un confronto sulle ultime disposizioni relative al budget della Medicina Generale che ha suscitato clamore, mettendo i Medici di Famiglia nella impossibilità di poter assistere i cittadini, in una ASL che, di fatto, non ha potenziato, negli anni, il servizio pubblico e che, tramite l'imposizione del budget, ha scaricato gli oneri del controllo delle prestazioni diagnostiche e strumentali alla medicina di famiglia, in un territorio che non offre concrete alternative al privato.

“Di questo, ed altro”, continua il Presidente, “vogliamo parlare al nuovo Commissario, sperando che, come detto, non dia ascolto solo ai Funzionari, ma tenga presente che chi lavora sul campo ha la effettiva conoscenza delle reali esigenze del territorio e non solo le aride cifre di un conto economico che, fra l'altro, secondo lo SNAMI, stanno a dimostrare la mancata programmazione sanitaria della Provincia.

Certamente ci rendiamo conto anche dell'imminenza della pausa estiva e, per tale ragione, attendiamo che, passato il corrente periodo, il nuovo manager ci convochi.

Una cosa è certa; non molleremo nella richiesta di una buona sanità a difesa dei cittadini ammalati e della nostra professionalità”.

Al messaggio si aggiunge la voce di Ferdinando Petrazzuoli, dirigente SNAMI e SNAMID (Società di Aggiornamento Medico Interdisciplinare), che si dichiara disponibile a presentare i dati sulla spesa dei medici desunti da Federmarma e dallo stesso Ministero della sanità, dati invece che la ASL non mostra, mistificando particolari di singole voci di spesa.

E aggiunge: “vogliamo il confronto voce per voce della spesa della ASL CASERTA rispetto alle regioni e provincie cosiddette virtuose, per capire laddove si sfora; si capirà subito che si sfora in consulenze, in interessi legali ed altre porcate”.

Gli ultimi dati disponibili, infatti, relativi al 2006, mostrano che in Campania per ogni cittadino si spende meno anche rispetto alle Regioni virtuose.

Il confronto tra Campania ed Emilia Romagna (regione considerata virtuosa) mostra che il totale e' molto simile, ma la spesa farmaceutica convenzionata in Campania è molto maggiore e quella farmaceutica ospedaliera minore. Non sarà perché in Campania quando si va in Ospedale bisogna portarsi le medicine da casa e quando il paziente viene dimesso quasi mai gli si danno i farmaci, neanche se viene dimesso di sabato? Questo non per colpa dei colleghi ospedalieri ma perché in ospedale ormai non si hanno neanche gli occhi per piangere.

“Pensate alle mistificazioni che i nostri burocrati autoritari fanno sui dati di spesa.

Nonostante questi dati non si riesce a scalfire i deliri paranoici di quei burocrati e politici che hanno forgiato le loro convinzioni nelle Madrasse istituzionali”, è la conclusione del dirigente sindacale.

Un commento a parte merita, invece, l’applicazione del cosiddetto “Piano Ospedaliero” nella nostra provincia.

Il piano, mentre afferma di voler spostare il baricentro dall’ospedale al territorio, fa il contrario; anzi mescola le due entità con un risultato chimerico.

Non si è tenuto conto dei numeri sul campo che sono quelli delle tabelle dell’ASL di Caserta: i medici del 118 previsti sono 215, i medici in servizio attivo ad oggi sono 145.

L’età media dei medici in servizio è di 55 anni: quando e se il piano andrà a regime avremo degli arzilli sessantenni a fare i medici d’assalto.

Alla Centrale Operativa viene dato un incarico nevralgico per la gestione delle emergenze territoriali, ma il vulnus sta nel fatto che a dirigerla è un medico ospedaliero che non ha esperienza diretta di territorio.

Non solo, ma fa accordi e detta protocolli inverosimili: il medico del 118, se interviene sul luogo di un infortunio sul lavoro, deve prima fotografare lo scenario e poi procedere al soccorso, ignorando il rischio per l’incolumità fisica dei soccorritori; per gli astanti ( e non solo per loro) la vita del ferito è prioritaria.

La notevole diffusione del lavoro nero in Campania, poi, rende quasi certe le reazioni violente dei datori di lavoro, spesso collegati alla malavita organizzata.

Il tutto, sembrerebbe, dovrebbe supplire alla carenza di personale e mezzi delle forze dell’ordine e degli ispettori del lavoro, scaricando, di fatto, problemi di ordine pubblico su un servizio, quale è il 118 e la sanità in genere, che deve soccorrere chiunque, indipendentemente dalle situazioni in cui la patologia si è sviluppata.

Il rischio, una volta diffusasi la notizia della funzione “poliziesca” affidata all’equipe di soccorso (Medici, Infermieri e Autisti soccorritori), è che molti feriti potrebbero ricevere un’assistenza inadeguata, non facendo intervenire il Servizio di Emergenza.

E ci si meraviglia del “burn out” eccessivo tra gli addetti all’emergenza, indicando come rimedio una “rotazione” tra Pronto soccorso e territorio: solo un cambio di trincea.

Negli ospedali la situazione non è migliore: elevata età media degli operatori, scarsità di personale e attrezzature, accorpamenti di reparti e presidi ospedalieri che procedono a rilento o non si fanno per niente.

La scaletta con gli obiettivi data al Commissario, quindi, appare inadeguata, se non viene integrata dalla conoscenza di questi ed altri problemi di cui soffre la sanità in provincia di Caserta.

Concertare gli interventi con gli operatori sul campo, ascoltando i sindacati e le associazioni di cittadini, che ormai sono consci dei problemi, renderà sicuramente più rapido ed efficace l’intervento del nuovo manager.

E lo SNAMI, come ha già dichiarato in passato, si offre quale “consulente gratuito”.