La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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sabato 31 luglio 2010

Il TAR Campania rimedia alla “porcata”: ripristinata la fornitura degli alimenti aproteici ai nefropatici cronici.

Il decreto che negava la fornitura degli alimenti aproteici ai pazienti affetti da insufficienza renale cronica, indispensabili per ritardare, quantomeno, il ricorso alla dialisi, e definito, in un precedente intervento “una porcata” da Giorgio Massara, Presidente regionale campano dello SNAMI (Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani), è stato in pratica annullato da una sentenza del TAR della Campania.

Lo comunica, per Cittadinanzattiva, Fabio Pascapè, precisando che “il TAR Campania ha accolto il ricorso presentato da alcune persone con nefropatia sostenute da Cittadinanzattiva sospendendo gli effetti del decreto che poneva a carico degli ammalati di reni la spesa per la dieta aproteica. E' un ulteriore passo avanti verso la risoluzione del problema che però resta ancora aperto e lo resterà sino a quando i cibi aproteici non saranno inseriti nei L.E.A. (Livelli Essenziali di Assistenza). Ma il passo è fatto! Ora la Regione dovrà ripristinare la erogazione dei cibi aproteici a carico del Servizio Sanitario Regionale”.

Il Giudice Amministrativo ha in buona sostanza accolto le tesi dell’associazione, evidenziando come il decreto, nel revocare il beneficio, non abbia tenuto conto dei pazienti meno abbienti, rischiando per ciò stesso di cagionare un "danno grave ed irreparabile". Nel decreto si sarebbe dovuto prevedere, in altri termini, un sistema articolato nell'ambito del quale, in ragione delle condizioni di reddito e di salute, la Regione doveva contribuire o meno alla spesa per la dieta aproteica.

Lo SNAMI, che ha affiancato i malati nella battaglia attraverso l’opera di sensibilizzazione e la denuncia, accoglie con piacere la notizia, e si impegna a contribuire ulteriormente ogni volta che un cittadino ammalato vedrà negato un suo diritto.