La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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martedì 25 maggio 2010

SANTA MARIA CAPUA VETERE - INCHIESTA SULLA RETE OSPEDALIERA. COSA E' CAMBIATO? PERCHE' VOGLIO CHIUDERE UN NOSOCOMIO CHE NEGLI ANNI ADDIETRO FUNZIONAVA CON 11 AMBULATORIO TUTTI GRATIS

L’ombra di una nuova chiusura dell’ospedale San Giuseppe E Melorio si abbatte come una scure sulla città di santa Maria Capua Vetere, che sta per perdere un nosocomio che anni fa era al servizio del cittadino sammaritano e del comune limitrofo. Ciò avviene nell’indignazione più totale di una politica amministrativa cittadina, che rimane lontana anni luce da un possibile risoluzione visto che, l’ospedale, è stato per molti un nosocomio dove si potevano risolvere problemi familiare di carattere sanitario. L‘ospedale Melorio (che poteva essere costruito nuovo anche in un’area dismessa secondo una legge finanziaria del 2006 ) si sa è stato un nosocomio che per anni è stata la struttura che ha servito più di 40mila utenti i quali preferivano servirsi dell’ospedale anziché andare in altri centri anche privati. Anni fa addirittura, sul bollettino comunale, che ne acquisiamo una copia, si poteva constatare quanti servizi l’asl e per esso l’ospedale compreso il distretto, dava ad una collettività che per certi versi si sentiva tranquilla proprio in virtù dei molteplici servizi che offriva la città in quei tempi .

Vi erano, per la precisione, ben 11 ambulatori funzionanti  invece ora addirittura si sente che nonostante tutto quello che sta accadendo , alcuni reparti sono completamente vuoti. Venti anni fa invece la popolazione poteva usufruire completamente gratis dell’ambulatorio di dermatologia di cui ne era il primario il dottor Cosimo Raimondo , dell’ambulatorio di neurologia del dottor Giovanni Ferriero, dell’ambulatorio di mesoterapia del dottor Giovanni Giordano, del poliambulatorio di ortopedia del Dottor Mario Sanvitale, del poliambulatorio di oculistica nell’ex pronto soccorso primario erano Luigi Rivetti e pasquale Fiano, dell’ambulatorio di urologia del dottor Natale Simeone Salvato, dell’ambulatorio di pediatria del dottor Antonio Di Pietro ( nulla a che vedere con il magistrato di mani pulite, non era ancora nato) del poliambulatorio di cardiologia primario dottor Carlo Bodenizza e di Renato Pastore , del poliambulatorio di otorinolaringoiatria del dottor Silvio Mirra ed infine di ginecologia del dottor Sebastiano Di Frango. Oggi invece i reparti e l’ospedale si chiude. Copsa è cambiato nella politica gestionale amministrativa della città’? E’ una bella domanda , ma nessuno può paragonare ciò che si faceva all’epoca per la collettiva e cosa si fa ora . Addirittura anche Borgo Vetere e gli operatori del terziario dell’Ascom e della confcommercio si schierano qualche mese fa per combattere la chiusura dell’ospedale san Giuseppe e Melorio . “Paghiamo un leasing di 1milione e 800mila euro l’anno per l’acquisto del Palazzo del Consiglio, ben 21 piani della Torre F13 ma spendiamo oltre 2 milioni di euro l’anno per tenere in fitto solo alcuni piani della Torre F8. E’ una cosa che non comprendo, sono errori che certamente io non commetterò”. Così il presidente del Consiglio Regionale della Campania Paolo Romano aveva dichiarato nel corso di un’intervista rilasciata alla trasmissione televisiva “Speciale A Occhi Aperti” sull’emittente televisiva regionale Canale 21. Un’intervista ampia sui temi delle politiche dello sviluppo, sul ruolo dell’assemblea legislativa regionale ed anche sulle polemiche di questi giorni. Come quella sollevata dal consigliere regionale casertano del suo partito, il Pdl, Angelo Polverino, che gli ha contestato la posizione assunta sull’ipotesi di razionalizzazione della rete ospedaliera in fase di elaborazione dalla giunta Caldoro. “Ho detto e ribadisco - ha rimarcato Romano - che vanno chiuse e riconvertite quelle strutture ospedaliere delle quali non c’è nessuna necessità. Il che non comporta nessuna penalizzazione per chi vi lavora. I cittadini non chiedono ospedali sotto casa, chiedono ospedali che funzionano”.