La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


email
procecere@alice.it
procecere@virgilio.it



Visualizzazioni secondo Google dal 2009

giovedì 22 aprile 2010

S. MARIA C.V.ACCUSATA DI TRUFFA AGGRAVA AI DANNI DELLO STATO E FALSO PRIVATO IN ATTO PUBBLICO E’ STATA ASSOLTA PERCHE’ IL FATTO NON COSTITUISCE REATO.

Accusata di truffa aggrava ai danni dello Stato e falso privato in atto pubblico è stata assolta perché il fratto non costituisce reato. Una accusa grave quella rivolta dalla Procura della Republica di Santa Maria Capua Vetere alla cinquantenne Maria Rosaria Colella difesa dall’avvocato Francesco Fabozzi. I fatti risalgono al 2004 allorquando dopo una settimana dalla scomparsa dell’anziana madre, la signora Colella si reca all’ufficio postale per riscuotere la rata di pensione mensile non pensando in alcun modo che ciò potesse essere reato. In effetti, nel settembre 2005, restituisce la somma ammontante a poco più di 300 euro su invito bonario dell’Inps che frattanto si accorge della illegittima erogazione. Nonostante però l’avvenuta restituzione, i responsabili dell’istituto pensionistico nell’aprile del 2006 denunciano la signora Colella per aver truffato l’Inps e per aver falsamente attestato l’esistenza in vita della madre all’atto della riscossione nonostante la stessa fosse venuta a mancare. Per questi fatti, dunque, la Procura della Repubblica notifica nel maggio del 2008 decreto penale di condanna contro cui, benché la pena fosse oggetto di indulto, l’avvocato Francesco fabozzi inoltra opposizione con richiesta di giudizio abbreviato credendo alle ragioni di buona fede della propria assistita. La tesi difensiva, infatti, si è basata sulla mancanza totale dell’effettiva volontà di inganno da parte della signora Colella nei confronti dell’Inps e su come il Giudice dovesse tener conto alla particolare situazione in cui è avvenuto il fatto oltre che alle modalità esecutive dello stesso. Tesi non condivisa dal pubblico ministero che ha chiesto una pena finale di un anno e due mesi di reclusione e seicento euso di multa; tesi accolta dal giudice Antonio Baldassarre che ha mandato assolta la donna perché il fatto non costituisce reato.