La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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venerdì 13 novembre 2009

OPERAZIONE REQUIEM DISSEQUESTRATE LE AZIENDE, MA SI ASPETTANO I RIESAMI

Santa Maria Capua Vetere. Scarcerata Immacolata Dorelli assistita dall'avvocato Raffaele Gaetano Crisileo per adesso è l'unica persona libera dell'operazione Requiem. Dissequestrate le aziende di pompe funebri di Matilde vecchione e di Dorelli e Ferrara che hanno sede a Santa Maria Capua Vetere con precisione le quote di Immacolata Dorelli e di tutte le altre aziende che sono state raggiunte dal provvedimento di misura coercitiva . Lo ha disposto il giudice delle indagini preliminari del tribunale di Santa Maria Capua Vetere Paola Cervo che ha accolto le istanze dei difensori. Ma il giudice per le aziende interessate ha nominato un custode giudiziario che ha già , ieri pomeriggio preso possesso delle aziende. Intanto nessun provvedimento giunge dal tribunale del riesame di Napoli di scarcerazione per gli indagati che hanno chiesto di ricorre ai giudici partenopei.L’operazione chiamata più comunemente Requiem venne eseguita all’alba 29 ottobre 2009 in varie località della provincia di Caserta. I Carabinieri delle Compagnie di Santa Maria Capua Vetere e Caserta eseguirono dei provvedimenti cautelari nei confronti di soggetti indagati, a vario titolo, per “corruzione nell’assegnazione di feretri ad imprese funebri, illecita concorrenza mediante violenza o minaccia e tentata estorsione”. In manette titolari e dipendenti di imprese funebri che si accaparravano i funerali attraverso regali e bustarelle concesse a impiegati dell’ospedale di Santa Maria Capua Vetere (anch’essi arrestati). Furono coinvolti inoltre due soggetti contigui al “clan dei Casalesi”, responsabili di aver esercitato pressioni e minacce ai danni di una titolare di impresa funebre per costringerla ad aderire ad un consorzio che gestisse in regime di monopolio il settore delle onoranze funebri nel comune sammaritano. Furono sequestrati anche beni aziendali e sedi operative di cinque imprese funebri.