La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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lunedì 19 ottobre 2009

LA BELVA DI BOLZANO MICHAIL SEIFERT , RICOVERATO A SANTA MARIA CAPUA VETERE CON DUE COSTOLE ROTTE, HA AVUTO UN MALORE


Michail Seifert , la belva del lager di Bolzano è ricoverato presso l’ospedale Melorio di Santa Maria Capua Vetere per accertamenti. Detenuto presso il carcere militare di Santa Maria Capua vetere perché condannato all’ergastolo per le stragi in Italia durante il periodo della seconda guerra mondiale, è giunto giovedì sera al pronto soccorso dell’ospedale San Giuseppe e Melorio scortato dai carabinieri perché nella cella ha accusato dei malori . All’uopo il personale medico lo ha visitato prima di tradurlo in reparto e gli hanno riscontrato anche con due costole incrinate , niente di più facile che nell’accasciare a terra per il malore l’impatto ha causato tale diagnosi. Da venerdì sosta nel reparto di chirurgia guardato a vista da due carabinieri che giorno e notte sono nella stanza n. 4 al primo piano dell’ospedale . Ciò è stato eseguito anche perché essendo detenuto si teme che Seifert potesse, aiutato da qualcuno, esercitare lo stessa fuga così come l’attuò la moglie Kappler fuggendo dall’ospedale dove era ricoverato posizionandolo in una valigia . E’ accusato di essere di colpevole in "concorso in violenza con omicidio contro privati nemici, aggravata e continuata" per nove dei quindici gravissimi capi d'imputazione ascrittigli fu colpevole dell'assassinio di almeno 18 persone detenute nel lager di Bolzano. Seifert, mai presentatosi al processo, è stato anche condannato al pagamento di 100 milioni di lire a favore dell'ANPI e dell'ANED, ammesse come parti civili unitamente al Comune di Bolzano,alla Comunità ebraica di Merano e all'Unione delle Comunità ebraiche.Fu arrestato il 1 maggio 2002 Michael Seifert fu arrestato dalle autorità canadesi per i crimini perpetrati nel lager di Bolzano. Ricordato dai superstiti come "la belva" per l'efferatezza delle violenze perpetrate nel lager di Bolzano, Michail Seifert, detto "Micha", ex graduato delle SS nato a Landau (Ucraina) il 16 marzo 1924 e attualmente residente a Vancouver (Canada) 5471 Commercial Street, nel luglio 1999 è stato rintracciato dall'Interpol e rinviato a giudizio su richiesta della procura militare di Verona. Michail Seifert era imputato del reato di Concorso in violenza con omicidio contro privati nemici, aggravata e continuata (articoli 81 co. 2, 110, 575, 577 n. 3 e 4, 61 n. 4 Codice penale; 13 e 185 Codice penale militare di guerra), perché durante lo stato di guerra tra l'Italia e la Germania, prestando servizio nelle forze armate tedesche, nemiche dello Stato italiano, con il grado di Gefreiter (o Rottenführer) delle SS, equivalente a quello di caporale e svolgendo in particolare le funzioni di addetto alla vigilanza del campo di concentramento di transito (Polizeiliches Durchgangslager) istituito dalle autorità militari tedesche in Bolzano, in un periodo compreso tra il dicembre 1944 e il mese di aprile del 1945, agendo da solo e talvolta in concorso con altri militari appartenenti alle SS, in particolare con il concorso materiale di un altro ucraino rimasto identificato solo con le generalità di Otto Sein, ovvero su prescrizione o con l'acquiescenza del soprintendente alle celle Albino Cologna, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, senza necessità e senza giustificato motivo, per cause non estranee alla guerra, cagionava la morte di numerose persone (almeno diciotto) che non prendevano parte alle operazioni militari e si trovavano prigioniere nel menzionato campo di concentramento, adoperando sevizie nei loro confronti ed agendo con crudeltà e premeditazione".