La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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martedì 7 luglio 2009

ERGASTOLO A PESCARA PER MICHELANGELO D'AGOSTINO CUTOLIANO DOC . IN PASSATO AVEVA UCCISO A SANTA MARIA CAPUA VETERE, IL COMANDANTE DELLA P.P .MANDATO





E' stato condannato all'ergastolo Michelangelo D'Agostino, 53 anni, pluripregiudicato ed ex camorrista cutoliano. E' stato ritenuto responsabile dell'omicidio di Mario Pagliari, 64 anni, titolare dello stabilimento balneare 'Apollo', ucciso il 6 luglio 2008 con due colpi di pistola nel parco di Villa de Riseis di Pescara, al culmine di una lite per futili motivi. D'Agostino si trovava a Pescara in licenza trattamento.


'Non sono per la pena di morte ma per una pena equa e certa'. Questo è anche il mio pensiero e io voglio che il nostro grido arrivi alla più alta carica dello Stato". Lo aveva dichiarato in un'intervista al 'Giornale' Francesco Mandato, figlio di Pasquale, vice comandante degli agenti del carcere di Santa Maria Capua Vetere ucciso il 5 marzo 1983 da Michelangelo D'Agostino, l'ex camorrista catturato ieri dai carabinieri. La lettera al capo dello Stato, spiega Francesco Mandato, è stata scritta da suo fratello Attilio "semplicemente per chiedere cosa si debba fare per fermare questi assassini. Michelangelo D'Agostino -prosegue- era nel commando che fece fuori papà davanti al penitenziario in cui lavorava. Il gruppo di fuoco era molto numeroso -racconta Mandato- papà dava fastidio alla camorra, era una persona scomoda. Ma, a quanto ne so, fu proprio D'Agostino a sparargli alla nuca il colpo di grazia". "Perchè questo signore era libero? -prosegue Mandato- Si metta nei miei panni: in queste ore ritornano il dolore, l'angoscia, lo stordimento di quei giorni lontani. Un'esperienza dolorosa".
Nel giorno dei funerali di Mario Pagliari, giusto un anno fa l’imprenditore balneare ucciso in una domenica pomeriggio dall’ex camorrista casertano Michelangelo D’Agostino, arrestato dai carabinieri dopo 48 ore di fuga, il magistrato addirittura gli aveva concesso la licenza al pregiudicato ammette di aver commesso un grave errore. “Ho sbagliato, è una pesante condanna morale che mi porto dietro. C’è di mezzo una vita umana e penso a quei tre ragazzi che nono hanno più un padre”, afferma il dottor Angelo Martinelli, magistrato di sorveglianza di Modena. D’Agostino, originario di Cesa (Caserta), mezza vita passata in carcere e autore di diversi omicidi, lo scorso 20 gennaio era uscito dal carcere di Castelfranco Emilia (Modena), ottenendo di scontare l’ultimo anno di detenzione in una casa-lavoro nella stessa provincia emiliana. Quindi, lì doveva restare fino al 21 gennaio 2009. Ma l’11 marzo il magistrato gli concedeva una licenza lavorativa per un contratto a tempo determinato a Pescara con la cooperativa “La Cometa”. Da lì a pochi mesi avrebbe compiuto l’ennesimo omicidio della sua esistenza. Domenica 6 luglio, ore 17, nel Parco di Villa de Riseis, dove lavorava come addetto alle pulizie e dove dormiva all’interno di una casupola. Due colpi di pistola esplosi contro Mario Pagliari, uno al ventre, l’altro, fatale, alla testa. Una reazione, quella dell’ex esponente della Nuova Camorra Organizzata di Raffaele Cutolo, forse dettata dalla paura di una denuncia o di una diffida da parte di Pagliari e degli altri frequentatori del parco - a loro poco gradito per i suoi trascorsi criminali e per il suo comportamento da “guappo” – cosa che gli avrebbe potuto provocare il ritorno in carcere.