La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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domenica 21 dicembre 2008

Questione morale, una perfetta sconosciuta per i nostri amministratori

La questione morale, una vera sconosciuta per Il Pd non solo nazionale ma anche locale dove – come scrivono lamentandosi i quattro firmatari (Marciano Schettino, Giuseppe Rinaldi, Angela Capone e Matilde Vecchione) in una lettera inviata ai vertici del partito e al presidente Napolitano - “è soprattutto determinata da un atteggiamento molto conservatore presente all’interno del nostro partito, che tende a smorzare i fermenti critici e a isolare i tentativi di rinnovato impegno morale e civile, liquidandoli, in maniera erronea, come atteggiamenti moralistici se non addirittura giustizialisti”.

D’altronde che la discussione su una vera questione morale si imponesse anche nella città del foro sorge con le dimissioni anticipate dell’ex sindaco Enzo Iodice (oggi segretario provinciale in nome e per conto di Veltroni) che decise di gettare la spugna sei mesi prima della scadenza naturale del suo secondo mandato consecutivo. All’epoca, lo stesso ex Primo Cittadino si lamentò pubblicamente affermando che era divenuta troppo grande la pressione da parte di comitati d’affari e di speculatori di ogni risma. Successivamente, comunque, il centrosinistra trasmettendo un messaggio che, da una premessa autocritica, trasmetteva le parole d’ordine di discontinuità e di rinnovamento, riuscì a riaffermarsi alla guida del governo cittadino. Purtroppo, quanti si erano impegnati al rilancio dell’Amministrazione, unitamente alla costituzione dello stesso Pd, con atteggiamento coerente rispetto alle esigenze della comunità e agli impegni presi, sono stati tagliati fuori dai giochi. Sia a livello amministrativo sia a livello partitico dove il congresso cittadino non si è mai celebrato determinando la paralisi della compagine in questione e il suo progressivo scollamento dall’opinione pubblica locale. Per non parlare, poi, delle note vicende giudiziarie che hanno determinato il coinvolgimento di rappresentanti dell’Ente nei consorzi strumentali.

A tutto ciò va aggiunto che, proprio in questi giorni, nuove possibili forme di speculazioni si stanno prospettando in città. Esse riguardano, in primis, la vasta area dell’ex Tabacchificio che gli amministratori vorrebbero trasformare nell’ennesimo centro commerciale (incapace di assicurare sbocchi lavorativi stabili e di prospettiva ) e la zona limitrofa al Cimitero cittadino dove, sempre in nome del business, l’amministrazione Giudicianni sta tentando di abbassare (dai 200 metri attuali ai 50) il limite di rispetto del camposanto in modo tale da poter effettuare tutta una serie di operazioni clientelari in sintonia con un modus amministrandi sempre teso all’affarismo piuttosto che allo sviluppo socio-economico di una Santa Maria Capua Vetere in ginocchio. Tanti altri, poi, potrebbero essere gli esempi negativi che avremo modo di analizzare in una fase successiva. Resta il fatto, però, che senza un imprimatur morale ex novo la nostra città è destinata a un declino inesorabile e stridente rispetto a un passato di primo ordine e a una tradizione culturale e politica di cui non vi erano termini di paragone nell’intera provincia di Terra di Lavoro.