La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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sabato 6 dicembre 2008

Ergastolo della cassazione a Francesco Schiavone di Nicola per l'omicidio di Francesco Picca . Ne parlò a Spartacus1 l'ispettore Brignola.

La Cassazione ha confermato l'eragstolo nei confronti di Francesco Schiavone, meglio noto come 'Sandokan', il capo deL clan dei Casalesi. In particolare, la Seconda sezione penale ha respinto il ricorso di Schiavone e del boss Francesco Bidognetti in relazione all'omicidio volontario di Francesco Picca nell'ambito di una guerra tra clan. Inutile, dunque, il ricorso del capo dei Casalesi contro la decisione della Corte d'assise d'appello di Napoli, del 15 gennaio scorso, sulla base del fatto che doveva escludersi, a detta della difesa, il "contributo causale nella fase deliberativa ed esecutiva del progetto criminoso".

ESCUSSIONE DEL TESTE BRIGNOLA FRANCESCO nell’udienza del 7 novembre 2001 davanti alla Seconda corte di assise per il processo Spartacus 1


Fu Francesco Brignola , ispettore di Polizia, in servizio presso la Scuola Allievi Agenti di Caserta a parlarne nel processo spartacus1 perché intervenne sul posto . Brignola rispose alla domande del pubblico ministero Federico Cafiero De Raho, relazionando sul luogo e sul giorno dell’omicidio di Francesco Picca. “Ricorda quando venne eseguito questo omicidio- gli domando il pm. “Era il 6 agosto del '92 verso le ore 12:00- rispose l’ispettore “ Personalmente io non sono intervenuto sul posto, io per quanto di mia competenza ho provveduto a collaborare alla redazione dell'informativa, dove ho escusso un teste”. Francesco Picca fu ucciso verso le ore 12:00 di quel giorno poiché il Commissariato con una telefonata apprendeva che in via Del Popolo, all'altezza del civico 43, vicino alle palazzine Gescal, vi era una sparatoria. Immediatamente sul posto si portavano personale del commissariato e notavano un giovane disteso per terra in posizione prona vicino ad un camion OM50 di colore blu, riverso per terra ed attinto da colpi di pistola e fucile; infatti sul posto venivano rinvenuti e sequestrati 17 bossoli per pistola calibro 12,17 bossoli per pistola calibro 7.65, quattro proiettili dello stesso calibro e due bossoli per fucile calibro 12, il camion inoltre presentava dei fori sulla portiera anteriore sinistra. Questo giovane venne identificato per Picca Francesco, venditore ambulante di bibite. Sul posto era anche presente il cognato, Marziale Antimo, che si è provveduto poi a sentire a sommarie informazione . Francesco Picca era il fratello di Aldo Picca , capo zona di Teverola-Carinaro che era in contrasto con un altro clan capeggiato da Autiero Andrea. L'Autiero Andrea capo zona di Gricignano, al momento era irreperibile ed era stato sottoposto alla libertà vigilata. Secondo la polizia, questo omicidio era da inquadrare in una faida tra questi due clan contrapposti, tra quello di Picca Aldo e l'Autiero Andrea, e che praticamente l'omicidio del Picca Francesco, che agli atti non annoverava pregiudizi sfavorevoli e non constava che svolgeva attività illecita, fosse una specie di ritorsione tra i due clan.