La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all'aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c'è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all'imperativo costituzionale del "metodo democratico".

DALLO STRALCIO DEL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO
ROMA 22 APRILE 2013


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lunedì 17 novembre 2008

Usiamo meno i giornalisti per fatti personali

La lotta giornalistica che in questi giorni è stata particolarmente intensa sulle notizie di carattere giudiziario nella città di Santa Maria Capua Vetere mi induce ad una riflessione su quanto accaduto. Sia ben chiaro ciò che affermo ne sono consapevole perché la libertà di pensiero è sancita dalla costituzione Italiana . Vincenzo Altieri ( è la dico così nuda e cruda ) è stato usato da personaggi a cui piace instaurare rapporti tesi a “scombinare” la vita amministrativa e politica della città per rivendicare poi successivamente una poltrona sulle disgrazie altrui . La vicenda della prima falsa notizia (se così si può definirla) pubblicata sul sito Interno 18 da Vincenzo Altieri è legata soprattutto a questo a ciò che ho affermato in precedenza . Qualcuno voleva ridicolizzare la figura del dottor Adelini per poi giocare al rialzo, o nello stesso tempo voleva rivendicare ( ma cosa???) la sua professionalità che addirittura è stata macchiata. ( ma da che cosa??? ) . In parole povere il personaggio voleva stare al centro della attenzione nel dare la falsa notizia Quindi il falso scoop non l’ha fatto Vincenzo Altieri ed interno 18 che sono stati usati, ma la persona che ha telefonato per dare la notizia . Molto spesso noi giornalisti ci fidiamo di personaggi che gravitano nella sfera amministrativa politico locale che danno notizie cosi come lo fanno sempre e falsamente . ho cercato io stesso il giorno in cui è successo il fattaccio di pubblicare i nomi in modo che qualcuno si accorgesse dell’errore e cercasse di parare, poiché ciò che i colleghi avevano pubblicato doveva essere rettificato non con tante scuse, ma facendo nomi e cognomi di chi aveva passato la notizia ai giornalisti . Ve ne dico soltanto una. Qualche mese fa, se non ai primi dell’anno 2008 , un quotidiano a carattere nazionale che ha sede a Caserta, su sollecitazione di un giornalista che aveva ricevuto una imbeccata da un tutore delle forze dell’ordine, facendo uno scherzo di pessimo gusto, comunicò alla redazione che nelle vicinanze del Monte Massico era caduto un aereo. Immediatamente cercarono dei riscontri, ma non furono confermati . Intanto il caporedattore che aveva smontato la pagina si dovette ricredere alle 22,00 che era una burla. Alle fine è stato licenziato il giornalista.